Mendrisiotto

Alla Perfetta di Arzo attesi fino a 60 rifugiati

La struttura, convertita a punto di accoglienza supplementare e temporaneo, resterà aperta sino a fine febbraio

Si farà posto a una sessantina di rifugiati
(Ti-Press)
13 dicembre 2022
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Il Municipio di Mendrisio non è stato né contattato, né informato preventivamente. Ma è un dato di fatto, la Scuola verde de La Perfetta di Arzo – di proprietà del Comune di Chiasso – oggi è un punto di accoglienza per i profughi che approdano in Svizzera dalla frontiera sud. Lo resterà sino alla fine del febbraio prossimo, dando un alloggio a una sessantina di rifugiati afghani e turchi. Queste le previsioni restituite dall’esecutivo della Città, sollecitato in tal senso da una interrogazione del gruppo Lega-Udc-Udf, primo firmatario il consigliere comunale Alessio Allio.

Le porte dello stabile si sono aperte per la prima volta il 16 novembre scorso. Ovvero due giorni dopo l’arrivo della missiva dell’Ufficio dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati, che comunicava la conversione, temporanea, della Perfetta a punto supplementare di accoglienza, affidato in gestione agli operatori sociali di Croce Rossa svizzera - Sezione del Sottoceneri, affiancati dal Servizio sanitario interno e dalla presenza di personale di una agenzia privata di sicurezza. Questa soluzione logistica, in effetti, va a supporto dei centri collettivi Crss di Lugano-Cadro e Paradiso, "attualmente al loro limite".

Agli inizi di dicembre i rifugiati ospitati ad Arzo erano 37, perlopiù giovani uomini soli e qualche donna, oltre a tre nuclei familiari. In ogni caso, fa sapere il Municipio della Città, "saranno accolte prevalentemente persone sole e famiglie per le quali è previsto da subito un percorso di integrazione a fasi, coordinato da Crss, valorizzando da subito l’apprendimento della lingua italiana". Per l’autorità comunale, vista "la situazione d’urgenza, la struttura sarà sempre occupata nella sua totalità".

Vi erano, però, delle alternative praticabili?, si chiede il gruppo Lega-Udc-Udf. "Lasciamo questa valutazione – si annota nella risposta dell’esecutivo – all’Ufficio cantonale preposto. Da parte nostra non abbiamo mancato di sottolineare a chi di dovere che, a suo tempo, con la clausola dello stato di necessità il Cantone aveva utilizzato e predisposto un capannone industriale quale Centro chiuso". Il riferimento è al Centro unico temporaneo per migranti in procedura di riammissione semplificata, prima a Rancate e ora a Stabio.

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