Mendrisiotto

Castel San Pietro, risanare l’ex Diantus costerà 4,4 milioni

Il Municipio ha presentato la richiesta di credito e svelato i contenuti: servizi per la popolazione al pianterreno e competenze al primo piano

La memoria storica dell’edificio non cambierà
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10 novembre 2022
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Dopo la domanda di costruzione per lo stabile ex Diantus ("il Comune è in attesa del preavviso cantonale, al quale seguirà la relativa licenza edilizia"), il Municipio di Castel San Pietro è pronto per il passo successivo: la richiesta di un credito di 4’470’000 franchi per la rivitalizzazione dell’edificio. Il messaggio è fresco di stampa e verrà votato nel corso della seduta del prossimo 12 dicembre. Grazie a questo investimento, si legge nel messaggio, a Castel San Pietro ci saranno "competenze e conoscenze legate al mondo dell’architettura, del paesaggio e del territorio, che giocoforza saranno il tema cardine dei prossimi 15 anni, così come altri servizi puntuali per bambini e anziani". Quello voluto dal Municipio e che sarà gestito dalla fondazione C.Lab, è "un progetto che unisce aspetti di studio e sviluppo ad altri di connotazione più sociale, aggregativa e popolare". La riconversione dello stabile, che beneficerà di "importanti sussidi" cantonali, "permetterà una gestione ordinaria della struttura tendenzialmente sostenibile per il Comune nonostante la forte prevalenza di contenuti non commerciali ma di servizio pubblico".

La memoria storica sarà preservata

Nel messaggio municipale vengono svelati i contenuti che andranno ad animare lo stabile il quale, al termine dei lavori, disporrà di circa 70 metri quadri di spazi comuni esterni (deposito e tettoia), 290 metri quadri al pianterreno e circa 330 metri quadri al primo piano. Il progetto prevede "la rivitalizzazione della proprietà, tramite il rinnovo sia dello stabile esistente che degli spazi esterni di pertinenza". Le superfici asfaltate esterne saranno sostituite con superfici a prato, a grigliato erboso e a pavimentazione da esterni nella zona d’ingresso. La memoria storica dell’edificio esistente "verrà preservata tramite un restauro conservativo delle facciate e la sostituzione di elementi finestrati e sistemi di oscuramento con prodotti di pari resa estetica e prestazioni energetiche maggiorate". I tetti saranno infine convertiti o sostituiti per garantire la resa energetica necessaria.

Dal nido inclusivo al centro del movimento

Al pianterreno dell’edificio ristrutturato "si inseriranno delle attività di servizio destinate alla popolazione di Castel San Pietro e della regione". L’Associazione delle famiglie diurne del Mendrisiotto si occuperà di un micro asilo nido inclusivo che accudirà 10 bambini fino ai 3 anni, di cui 2-3 con disabilità. Un servizio che "permetterà ai genitori di conciliare gli impegni professionali, di cura per malattia o di formazione con la cura dei propri figli piccoli, colmando una lacuna a livello non solo comunale, ma anche regionale". Altri spazi saranno invece locati all’Associazione centro del movimento Mo-Movi che ha sede a Chiasso, dove è attivo un centro del movimento dedicato all’allenamento delle persone più (o meno) anziane autosufficienti. L’associazione "è interessata ad ampliare la propria attività e installarsi a Castel San Pietro con lo scopo di soddisfare la crescente domanda e meglio servire la popolazione regionale".

La Fondazione al primo piano

Parte degli spazi al primo piano (circa 205 metri quadri) saranno invece locati alla Fondazione C.Lab promossa dal Comune e di cui fanno parte quali finanziatori e/o membri del Consiglio di Fondazione diversi attori privati vicini al territorio. Il Municipio fa sapere che "sono in fase di concretizzazione contatti con l’Accademia di architettura e, tramite essa, con il mondo universitario della Svizzera italiana". Uno degli obiettivi del progetto è proprio "l’essere punto di riferimento per liberi professionisti (in particolare giovani neolaureati) e aziende che cercano spazi di qualità in un contesto unico e curato". A completare il primo piano ci saranno degli spazi per riunioni gestiti direttamente dal Comune che "potranno essere destinati a uso interno ed essere anche concessi a C.Lab o altri fruitori esterni".

Importanti sussidi cantonali

Nel 2020, nel messaggio relativo all’acquisizione dell’edificio, il Municipio indicava potenziali costi di ristrutturazione pari a 2,6 milioni di franchi. "Sondaggi di dettaglio, approfondimenti e verifiche strutturali hanno potuto essere effettuati solo dopo la concessione del credito di approfondimento-progettazione e la successiva autorizzazione cantonale a iniziare il percorso di progettazione", puntualizza ancora l’esecutivo. La ristrutturazione, come anticipato, gode di importanti sussidi cantonali erogati nell’ambito della politica di rivitalizzazione degli edifici dismessi: il contributo a fondo perso è stimato in 1,7 milioni, a cui andranno aggiunti altri 430mila franchi sotto forma di prestito senza interessi. Il governo licenzierà il messaggio sul finanziamento dopo il voto del Consiglio comunale. Sono previsti anche finanziamenti pubblici per gli interventi di risanamento energetico a cui l’ex Diantus, che avrà gli standard Minergie A, sarà sottoposto. La spesa che rimarrà a carico del Comune sarà intorno ai 2,5 milioni di franchi. Le locazioni degli spazi garantiranno infine al Comune entrate annue stimate in 62mila franchi.

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