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Le fatiche del teleriscaldamento

I progetti e le proposte di Balerna e i paletti cantonali. ‘La nostra centrale si è arenata e sulla richiesta di allacciarsi a Mezzana si frena’

L’idea del Municipio è allacciare la casa anziani alla rete di Mezzana
(Ti-Press/M. Piccoli)
23 agosto 2022
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Contare su energia sicura e rinnovabile. Oggi non è più solo una scelta di campo è quasi un imperativo categorico con l’aria (di guerra) che tira a est, tra il gas che rincara e lo spauracchio di un black out elettrico. A Balerna da anni credono in una conversione ecologica. E dal 2011 pensano di passare a un sistema di teleriscaldamento a cippato di legna per riscaldare il centro del paese. Il progetto è pronto dal 2019 e ha mostrato di avere le carte in regola sul piano dell’efficienza energetica e della convenienza economica; tanto da conquistare un interesse insperato da parte della popolazione e attirare l’attenzione delle Ail, potenziale ente gestore. Eppure il dossier è finito in un cassetto, arenato sullo scoglio logistico. Possibile? Ma c’è di più, anche la richiesta formale di potersi allacciare alla centrale di teleriscaldamento di Mezzana incontra resistenze ai piani alti.

Tra il dire e il fare...

«Questa volta non guardate in direzione del Municipio», sgombra subito il campo Alberto Benzoni, a capo del dicastero Ambiente e risorse energetiche di Balerna. Non si dà pace nel sapere di avere tra le mani una soluzione al problema energetico locale senza poterla attuare. Anche perché a inizio 2020 l’esecutivo ha messo nero su bianco il suo impegno a favore di una energia termica rinnovabile attraverso una rete di teleriscaldamento. È tutto nel Piano d’azione comunale per il clima. Dove sta l’inghippo allora? A quanto pare la politica a livello cantonale predica bene, ma quando si tratta di promuovere progetti virtuosi tutto si incastra nei meccanismi della burocrazia. A Balerna non lo si dice ad alta voce ma si ha più che la sensazione che abbiano messo i bastoni fra le ruote della politica energetica comunale.

Centrale comunale, il nodo dell’ubicazione

Cosa non ha funzionato?, chiediamo allo stesso Benzoni. «Nel perseguire il nostro progetto (nel quale crediamo e confidiamo) di una centrale di teleriscaldamento dal 2011 a oggi non abbiamo saltato un passaggio – ci spiega il capodicastero e vice sindaco del Comune –: prima lo studio di fattibilità nel 2013, poi il sondaggio tra i potenziali utenti – pubblici e privati, ndr – a fine 2014, quindi l’allestimento del progetto di massima e del piano finanziario nel 2016, che ne hanno dimostrato la sostenibilità e la capacità di autofinanziarsi. In quel momento – va al punto Benzoni – urgeva individuare una ubicazione idonea; e in tal senso abbiamo verificato più opzioni – inclusa l’area delle scuole, ndr –, alcune delle quali sono state scartate. In cima alla lista, però, c’è stata da subito l’idea di posizionare la centrale in zona ‘La Togna’. Proposta che deve fare i conti con il Puc del Parco delle Gole della Breggia».

Opzione alla Togna, in trattativa

Ed è qui che a livello cantonale a quanto pare si è inserito il freno. «Come Municipio – ci aggiorna il capo dicastero – stiamo cercando di riaprire il discorso sull’unica ubicazione che sembra ottenere la quasi unanimità, appunto la variante alla Togna. In tal senso si sono presi contatti pure con la Fondazione del Parco con la convinzione che la presenza di un impianto a cippato possa essere utile alle infrastrutture del Parco, sul piano pratico, e rappresentare una meta didattico-turistica, accanto al mulino ad acqua». A Balerna si incrociano le dita.

Centrale di Mezzana, ‘nessuna risposta’

Se per il progetto comunale un canale rimane aperto, tutto tace sul versante di Mezzana. È almeno dalla primavera del 2021 che l’esecutivo di Balerna sta tentando di fare breccia, perorando la causa dell’ampliamento della rete cantonale e di una fattiva collaborazione. Più d’una le missive indirizzate a Bellinzona: l’ultima, il marzo scorso, ribadiva altresì la richiesta di "un incontro in tempi brevi" per chiarirsi. Sin qui, però, è giunta una sola risposta, nel luglio 2021, dall’Area del portfolio immobiliare della Sezione della logistica, ed era tutt’altro che positiva; salvo dichiarare la disponibilità a un "incontro di approfondimento".

L’idea è allacciare la casa anziani

«In seguito – rimarca Benzoni – è calato il silenzio. Ed è indegno che in veste ufficiale non abbiano ancora dato un riscontro a richieste puntuali e argomentate. A maggior ragione se provenienti da un Comune, un Municipio. In fondo – rincara –, allacciando il nostro Centro anziani all’impianto dell’Istituto risolviamo due problemi: la nostra necessità di rinnovare il sistema di riscaldamento della struttura e la loro esigenza di far funzionare appieno la centrale, che ci risulta essere stata sottoutilizzata per un certo periodo».

Per il Cantone non è fattibile

Secondo le informazioni raccolte dall’autorità locale e dopo la visita effettuata da una delegazione del Comune il febbraio scorso, il potenziale per fornire energia anche a utenti al di fuori della ‘cittadella’ del centro di Mezzana esiste. A livello cantonale, invece, si è orientati a usare l’impianto solo a vantaggio degli edifici del comparto agrario dell’Istituto. In effetti, come scriveva nell’estate del 2021 l’Area del portfolio immobiliare, le ipotesi di estendere la rete hanno "palesato criticità nella capacità di fornitura di calore, nonché l’insostenibilità dell’investimento". Nel 2017 il governo motivava la sua scelta operativa anche con ragioni di tutela dei beni culturali: il comparto è nel perimetro di rispetto d’interesse cantonale.

‘Il margine c’è, eccome’

Agli occhi dei politici di Balerna non si tratta, però, di ampliare la costruzione esistente ma di sfruttare ciò che già esiste. «Abbiamo visto che la centrale – sotterranea, ndr – è enorme e che lo spazio all’interno non manca – fa notare dal canto suo Benzoni –. Inoltre, non ha quasi mai funzionato oltre il 60 per cento della sua potenza e in media attorno al 35 per cento. Tant’è che le forniture di cippato sono sensibilmente inferiori rispetto a quanto stabilito a contratto con i fornitori. Senza trascurare certe incoerenze: la stalla nuova non ha ancora i pannelli solari e le serre potrebbero essere scaldate grazie al biogas». Il Comune di Balerna, d’altro canto, non è il solo a porsi delle domande su Mezzana e la politica energetica cantonale. Sollecitato da un’interrogazione dei gran consiglieri Lea Ferrari e Massimiliano Ay del Pc, in giugno il Consiglio di Stato ha riconosciuto che nei primi due anni la caldaia ha lavorato "a regime ridotto" per situazioni puntuali – inclusa una regolazione non ottimale dell’impianto che ha portato a far capo più al gas che al truciolato –, ma che a oggi tutto è operativo e funziona al "75 per cento della sua capacità". O quasi, visto che a causa di infiltrazioni di acqua l’impianto ha dovuto essere disinserito in attesa dei lavori di ripristino. L’esecutivo locale, in ogni caso, non sembra intenzionato ad arrendersi. Da informazioni filtrate verso Balerna a livello cantonale si è chiesto un nuovo rapporto sulla rete di Mezzana. Relazione dal quale sarebbe emerso che non vi è una preclusione tecnica a un potenziamento. Adesso non resta che sedersi al tavolo.

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