Mendrisiotto

Canavée, per i ragazzi è ‘zona franca’ per le bravate

Soluzioni? La Città di Mendrisio ha aperto un dialogo con i giovani e fa leva sulla rete dei servizi. Senza perdere di vista la situazione

Si monitora la situazione
(Ti-Press)
29 luglio 2022
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Hanno fra i 13 ei 16 anni e da un po’ a Mendrisio hanno deciso che il piazzale del Centro scolastico Canavée è un po’ la loro ‘zona franca’. Uno spazio dove ritrovarsi ma anche dove fare le loro scorribande. In libera uscita soprattutto nelle sere che precedono qualche festa danno gas ai motorini, creano azioni di disturbo a chi frequenta la palestra, lanciano oggetti attraverso le finestre, si arrampicano sul tetto. E dopo il loro passaggio sul terreno restano i segni della loro presenza; sui muri scritte e disegni "poco edificanti".

Un fenomeno ‘delicato’ sotto osservazione

Il fenomeno è conosciuto e monitorato da mesi, pure dal Municipio della Città. Il quale si è fatto un’idea chiara di quanto sta capitando così come delle lamentele di alcuni cittadini. La situazione agli occhi dell’autorità locale è "delicata, multi sfaccettata e necessita interventi interdisciplinari da parte di differenti figure professionali". Oltre a testimoniare uno scollamento generazionale all’interno della società, la ‘scena’ aperta di Canavée mostra la necessità di non limitarsi a un intervento di tipo repressivo. Serve, insomma, un’azione ben più ampia, che parte dalla rete presente sul campo e intreccia il lavoro della polizia con quello dei Servizi sociali e delle istituzioni (come la scuola).

Il Municipio lo fa capire in modo netto rispondendo alle preoccupazioni sollevate da tre consiglieri comunali del Ppd in un’interrogazione. Sullo sfondo l’esigenza, riconosciuta, dei ragazzi, di poter contare su luoghi di incontro, e una pandemia che ha reso più difficili le relazioni sociali. Alla fine questi giovani risultano essere troppo "rumorosi" e adottano "comportamenti sopra le righe, fuori dagli schemi e di sfida all’autorità (condotte che hanno accomunato tutte le generazioni in questa fascia d’età)". Tutti atteggiamenti che vengono "sempre meno tollerati dalla popolazione adulta".

In contatto con i giovani

La Città ha deciso, quindi, di muoversi su due piani. Il primo fa leva sugli attori della rete – ovvero Polizie comunali e cantonale e operatori di prossimità, ‘antenne’ sociali e scuole, senza trascurare i rappresentanti dei genitori –, il secondo cerca il contatto con gli stessi giovani. Nel mezzo c’è l’Ufficio famiglie e giovani che dal mese di marzo sta cercando di leggere fra le righe quel che succede nel comparto Canavée e di raccogliere dati ed elementi. Quello stesso Ufficio, fa sapere l’esecutivo a Daniele Raffa, Fabrizio Poma e Gianluca Padlina, che "in questi mesi ha avviato contatti direttamente con alcuni degli abituali frequentatori che fanno parte del gruppo che si trova a Canavée".

Complici nella sfida

Come vedono loro, questi ragazzi, la ‘realtà’ serale di Canavée? Quella che spinge chi orbita attorno al piazzale a intrufolarsi dentro gli edifici scolastici fuori orario o a rendersi protagonisti di altre bravate. " Secondo loro – spiega l’autorità cittadina –, le motivazioni che portano a certi atteggiamenti risiedono nella sensazione di complicità che emerge fra i pari nel fare azioni che vengono percepite come divertenti, ma ammettono che nel gruppo non c’è consapevolezza sulle conseguenze di ciò che fanno, quindi non sussiste la volontà o l’intento di danneggiare gli altri, ma semplicemente fare certe cose in gruppo diverte e fa passare dei bei momenti. Ovviamente ritengono responsabili coloro che concretamente compiono certe azioni, non chi è presente e assiste".

A questo punto l’intento è quello di non spezzare il filo di dialogo che si è intessuto con alcuni di questi giovani. In effetti, si conferma, "l’Ufficio famiglie e giovani intende continuare a incontrare i ragazzi e le ragazze per sensibilizzarli a un uso più responsabile dello spazio pubblico". Certo, centrare dei risultati non è semplice. Di fatto, si ammette, "si è consapevoli che le azioni messe in campo fino a ora non hanno sortito gli effetti sperati, ma è evidente che situazioni di questo tipo necessitano anche di strategie a lungo termine e non sempre ci sono soluzioni efficaci nel breve termine. Apparentemente l’uso esclusivo di azioni coercitive, di repressione e di capillare controllo, possono sì rassicurare, ma non risolvono il problema, piuttosto spostano gli effetti da un’altra parte o li neutralizzano temporaneamente".

In dialogo con associazioni e genitori

Le istituzioni comunali non dimenticano, però, neppure altri interlocutori, come le associazioni locali e il mondo genitoriale. A questo proposito, annota ancora il Municipio, si sono coinvolti il Mendrisio Basket e l’Assemblea genitori sulla base di un rapporto di collaborazione e fiducia. Tant’è che si è concordato di "prevedere ulteriori momenti di confronto e sensibilizzazione sul tema, alla ripresa dell’anno scolastico, aprendo gli incontri a tutti i genitori interessati". L’obiettivo? "Accogliere – si chiarisce – le preoccupazioni dei genitori, sensibilizzare sui bisogni delle ragazze e dei ragazzi e trovare delle sinergie e azioni comuni".

Controlli e ronde

Allo stesso tempo si continuerà a vigilare. Non si mancherà, in altre parole, di effettuare i controlli "al fine di scongiurare situazioni innanzitutto pericolose per le persone e, successivamente, illegali e/o di conflitto fra diverse fasce del tessuto sociale. Il tutto procedendo a identificare ed eventualmente, come ultima ratio, allontanare alcuni singoli giovani con comportamenti troppo sopra le righe". Si intensificheranno le ronde nell’area della palestra e della piscina del complesso scolastico. Inoltre, durante il fine settimana ci si appoggerà pure all’Associazione City Angels, la quale "provvederà a un servizio di prevenzione, sensibilizzazione e dialogo con i giovani, al fine di garantire e preservare la quiete pubblica in particolare su via Giuseppe Buffi". L’esecutivo non esclude neppure di estendere l’occhio elettronico della videosorveglianza.

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