Mendrisiotto

Un tabù chiamato moltiplicatore. Mendrisio litiga

Il Consiglio comunale si divide sull’aumento di due punti della pressione fiscale. Per il Municipio è un sacrificio inevitabile

Il legislativo è tornato a ... casa
(Ti-Press)
9 maggio 2022
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Era nell’aria e, come da copione, l’aula consiliare di Mendrisio si è ritrovata a fare i conti con il futuro fiscale della Città (e dei suoi cittadini). Il moltiplicatore va ritoccato (verso l’alto) o no? Qui la domanda è una sola. A fare la differenza dall’anno prossimo potrebbero esserci, insomma, due punti, quanto basta per far salire l’aliquota dal 75 al 77 per cento. E a quel punto è stato un po’ un Ppd contro tutti. I popolari democratici, infatti, non intendono toccare la pressione fiscale. Pur di fronte a un Piano finanziario vergato dal Municipio tutto intero (ha ricordato lo stesso capo dicastero Finanze Daniele Caverzasio). In un passato non troppo lontano, del resto, proprio da quello stesso partito (e dal sindaco di allora, Carlo Croci) si era fatto capire, e a chiare lettere, che le riserve locali si sarebbero erose, prima o poi. E allora si è pronti a qualche sacrificio in nome di finanze sane e della possibilità di «continuare a fare politica»? Oggi come allora (come ai tempi delle grandi scelte) ci vuole coraggio, ha rilanciato Caverzasio.

Un tabù o no?

Inevitabile, quindi, veder surriscaldare il dibattito. Spettatori d’eccezione questa sera, lunedì, gli allievi della scuola media di Riva San Vitale, che hanno potuto assistere da vicino alle dinamiche della politica. E a questo proposito, ha fatto memoria il sindaco Samuele Cavadini, «davanti a risparmi di una certa rilevanza dobbiamo fare delle scelte. E non potete pensare - ha chiarito rivolto al legislativo - che ad assumersele sia solo l’esecutivo». Certo i tagli, non lo ha nascosto Caverzasio, potrebbero essere dolorosi e qualcuno andranno a toccare. La forza della Città, quindi, ha tenuto a sottolineare ancora il sindaco, è Mendrisio stessa, grazie alla sua posizione geografica, alle sue peculiarità e alla sua amministrazione. Detto altrimenti, la sua capacità di attrazione, come polo comunque al di sotto dell’80 per cento di moltiplicatore. Dai banchi dell’Alternativa Claudia Crivelli Barella lo ha affermato con nettezza: «Il moltiplicatore nn è un tabù e oggi bisogna essere pragmatici. Non è possibile operare con misure concrete ed efficaci senza entrate sufficienti. Per noi ora è prioritario non tagliare nel settore degli investimenti nell’ambito della politica sociale e ambientale».

Dal canto suo Gianluca Padlina (Ppd) non ha fatto retromarcia: «Un aumento del moltiplicatore non può entrare in linea di conto in una situazione che vede i privati già confrontati con un rincaro delle materie prime, la tassa sul sacco, e le casse malati. La pressione fiscale per le imprese riveste poi un ruolo decisivo: si sprecano gli esempi a livello cantonale». A quel punto il Ppd e Padlina hanno temuto di restare soli. In realtà non è stato così. A mettersi di traverso alla crescita della pressione fiscale è stato anche Tiziano Fontana (Lista civica): «Non sono d’accordo: la si diminuisce alle aziende e la si aumenta sui cittadini».

Esortati così a prendere posizione, dagli altri gruppi non sono mancate le parole chiare (e qualche frecciatina in puro stile campagna elettorale).

‘Ogni gruppo faccia delle proposte’

«Siamo consapevoli - ha riconosciuto Vincenzo Crimaldi (Plr) - che una tale misura può creare un certo malcontento nella popolazione e nelle aziende presenti sul territorio. Ma se vogliamo servizi di qualità da qualche parte bisogna pure intervenire. Servizi da offrire sfruttando al meglio le risorse a disposizione. D’altro canto, vi sono margini di manovra per fare scelte anche più incivisive, ma occorre la collaborazione di tutte le forze politiche: ogni gruppo porti proposte concrete da mettere sul tavolo».

E il Municipio? Massimiliano Robbiani (Lega-Udc-Udf) non ha dubbi: «Ha preso il toro per le corna e ha varato un documento che dà una prospettiva al Comune in termini finanziari e apre a nuove visioni. Alfine c’è un Piano finanziario sul quale discutere e lavorare e vi è una buona piattaforma dalla quale scaturiranno proposte, idee, innovazioni e soluzioni concrete al passo coi tempi».

Vista da Maurizio Agustoni (Ppd) non è facile digerire il ritocco del moltiplicatore: «Prima di chiedere sacrifici ai cittadini occorre essere convinti di aver fatto tutto il possibile per un attento esame dei costi pubblici. E non sono così convinto che tocchi al legislativo verificare certe voci di contenimento della spesa. Dando fiducia al capo dicastero Finanze, tocca a lui avere strategia fiscale».

Non c’è altra via che la stabilità, ha ribadito Luca Pestelacci (Plr). Ha riportare tutti con i piedi per terra ci ha pensato poi Daniele Stanga (AlternativA). «Chiediamoci cosa significano quei due punti di moltiplicatore. Si parla di 54 centesimi a cittadino a fronte di 900mila franchi nelle casse del Comune. Una somma che può garantire la cala neve, l’assegno educativo, un supporto alle Processioni storiche, la manutenzione delle auto della Polizia, il riscaldamento delle scuole e la cura dei centri sportivi. In caso contrario a cosa siamo disposti a rinunciare?».

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