Mendrisiotto

‘Siamo pronti ad accogliere due profughi ucraini a Rancate’

L’esperienza di Marco e Valeria Tela che hanno messo a disposizione un monolocale. ‘Non possiamo rimanere fermi’

Il monolocale allestito dalla famiglia Tela
(Ti-Press/Davide Agosta)
7 marzo 2022
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Il monolocale indipendente che hanno nella loro abitazione a Rancate è pronto. Marco Tela, consigliere comunale a Mendrisio, e sua moglie Valeria non sono rimasti indifferenti alle immagini che arrivano dall’Ucraina e hanno deciso di mettere a disposizione il loro spazio per accogliere due profughi. Un’iniziativa privata che è partita ufficialmente la settimana scorsa con un appello lanciato sui social per la richiesta di due letti – «ci sono stati regalati da una signora di Chiasso» – e in questi giorni sono in corso gli ultimi preparativi in vista dell’arrivo dei loro ospiti. «Non sappiamo ancora chi arriverà – spiega Marco Tela a ‘laRegione’ –. Abbiamo annunciato la nostra disponibilità al Soccorso Operaio e siamo in attesa di essere contattati. Il nostro non deve essere un esempio, ma magari alcune famiglie riescono a vincere qualche perplessità e si mettono a disposizione: le persone sono tante (gli arrivi sono attesi tra 2-3 settimane e il Cantone, rivolgendosi ai Municipi, ha auspicato un coordinamento delle varie iniziative, ndr) e vivere in una Protezione civile è un conto, riuscire a passare qualche mese in un appartamento è sicuramente diverso. Se abbiamo la possibilità di farlo, facciamolo».

Già scaricata un’app per la lingua

Chi alloggerà a casa Tela avrà a disposizione un monolocale indipendente. «Ovviamente saremo a disposizione di queste persone – sottolinea il nostro interlocutore –. Non sarà facile capirsi a livello di lingua, ma ho già scaricato un’applicazione che fa la traduzione. Essendoci annunciati a Soccorso Operaio magari ci saranno contatti con del personale che conosce la lingua e che farà da tramite in determinate situazioni». La situazione è, e almeno per il momento resta, in divenire. «Non possiamo rimanere fermi: ci è venuto spontaneo, lo facciamo volentieri». In passato la famiglia ha ospitato per qualche mese un richiedente l’asilo in attesa di essere espulso, ex allievo di Marco Tela alla scuola professionale. «Abbiamo questa piccola esperienza, che a livello umano è stata bellissima, di cosa vuol dire vivere con persone che hanno culture diverse e si approcciano alle situazioni in un modo diverso dal nostro. È sempre uno scoprirsi: determinate reazioni per certe cose possono essere normali, mentre per loro è qualcosa di particolare». A Rancate, da sabato pomeriggio, è ospitata anche una famiglia arrivata da Leopoli, alloggiata in un appartamento messo a disposizione dalla Parrocchia. «Una vicinanza che potrebbe aiutare tutti», annota ancora Tela.

‘Ci lasceremo andare alla nostra buona volontà’

Marco Tela è consapevole che si troverà davanti a persone arrivate «in un Paese che non conoscono e dove si parla una lingua a loro sconosciuta, dopo avere abbandonato tutto e con le preoccupazioni di un conflitto dove possono anche avere perso qualcuno – ci spiega –. Dobbiamo renderci conto di tutto questo: quando le incontrerò so che non avrò davanti gente che vedo tutti i giorni, ma persone che si portano dietro una storia e che i loro occhi avranno visto la distruzione del loro territorio e delle loro sicurezze». Per questo «probabilmente avranno bisogno di tempo per guardarsi attorno e capire dove sono. Non siamo operatori sociali e non abbiamo gli strumenti necessari, ci lasceremo andare alla nostra buona volontà cercando magari di condividere qualcosa e far capire loro dove si trovano». Quella che stiamo vivendo, conclude Marco Tela, «dal mio punto di vista è una crisi con delle dimensioni impressionanti che non c’è mai stata. Ho dato una mano anche quando sono arrivati i migranti dall’Africa, ma questa è la madre di tutte le migrazioni».

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