Mendrisiotto

Alloggi per anziani, a Novazzano decidono le urne

Domenica la popolazione vota sulla progettazione a Casate di una trentina di residenze per autosufficienti. Una operazione che divide

Uno dei nodi è la scelta del luogo, accanto a Casa Girotondo
(Ti-Press)
10 febbraio 2022
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Un nome, un destino: i latini direbbero ‘nomen omen’. Ribattezzato ‘Domenica mattina’, il progetto tratteggiato in zona Casate, accanto alla casa per anziani Girotondo, con l’obiettivo di realizzare un complesso residenziale per anziani autosufficienti conoscerà la sua sorte giusto domenica prossima. Dopo mezzogiorno, chiuse le urne, si saprà infatti se ad avere la meglio saranno le istituzioni locali – il Municipio e la maggioranza del Consiglio comunale – o i referendisti. Visto sulla carta appare arduo credere che la progettazione di quella trentina di unità abitative che guarda verso la piana del Mendrisiotto abbia potuto dividere la popolazione e persino inasprire i toni del dibattito. Più di un confronto, Novazzano si è ritrovato nel bel mezzo di uno scontro. Di sicuro fin dalle prime battute si è capito che la proposta avrebbe fatto discutere. Schierate le forze politiche – dalla parte dei fautori Ppd-Gg-Verdi liberali e Plr, da quella dei contrari Sinistra e Lega –, ciascuno ha messo sul tavolo le sue motivazioni. La popolazione, chiamata a dire la sua, sa che sbilanciandosi sul progetto si pronuncerà anche su di un credito di 2 milioni e 216mila franchi, ovvero quanto occorre a completare la progettazione degli alloggi, preludio a una operazione da 18 milioni di franchi. E l’impegno finanziario è uno dei nodi che stringe alla gola il Comune. Ma non è il solo. Una cosa è certa, per riuscire a spuntarla si sono sfoderate tutte le armi a disposizione. E l’impressione è che a fronte dei 413 cittadini che hanno firmato il referendum – ne servivano 260 per convalidarlo –, questo fine settimana ogni voto avrà il suo peso. Non a caso il clima si è surriscaldato, a tal punto che il sindaco Sergio Bernasconi, da noi contattato per dare voce alle ragioni del ‘sì’, ha preferito non esprimersi e attendere il responso popolare – “per evitare si aggiungano altri commenti gratuiti” –, passando il testimone ai due Comitati in campo. Si misurano quindi in questo faccia a faccia Pierre Sandrinelli per i favorevoli e Laura Panzeri Cometta per i contrari.

I numeri della demografia parlano chiaro: la popolazione invecchia. Le stesse autorità di Novazzano indicano un aumento del 31 per cento di ultra 65enni entro il 2030. Quanto all’interesse locale è stato sondato in due occasioni. Servono delle soluzioni abitative. Il progetto alla prova del voto è una di queste. Per il Comune è la risposta giusta, per i contrari no. Esistono, però, delle alternative? E per quale motivo l’ente pubblico non può farsi promotore di una tale iniziativa?

Sandrinelli: Il progetto degli alloggi per anziani autosufficienti a Casate è da sostenere perché è indubbiamente sociale, rivolto agli anziani del nostro Comune per permettere loro di vivere in autonomia il più a lungo possibile, si allinea al modello di Curaviva Svizzera ed è stato studiato dal Municipio in collaborazione e con il supporto dei professori del Dipartimento sanità della Supsi. Importante è la sinergia che si crea con la casa medicalizzata Girotondo, che permetterà agli anziani di vivere in un ambiente il più comodo possibile ma non ancora in una casa anziani. Esperti in materia di finanza hanno chiaramente dimostrato che il progetto è sostenibile dal nostro Comune. I nuovi anziani sono sempre più attivi, più connessi e danno maggior peso alla loro autonomia. Chi oggi ha la fortuna di godere di buona salute forse sarà restio a pensare a un trasloco. La situazione però può cambiare in fretta (divorzio, decesso del coniuge, bisogno di assistenza e cure) creando la necessità di un trasloco forzato. A oggi questo trasloco, per chi è di Novazzano, è forzatamente fuori dal nostro Comune: lontano quindi dagli affetti, dai volti, dalle voci e dai profumi del proprio mondo, ciò è naturalmente causa di sofferenza e solitudine.

Panzeri Cometta: L’invecchiamento della popolazione e le sue conseguenze sociali sono temi molto importanti, sul tavolo di Confederazione e Cantoni da tempo. Ma con le statistiche è meglio andar cauti, basti pensare di quanto si sono modificati in questi ultimi 4-5 anni gli scenari demografici del Cantone, che ora prevedono una stasi, se non una diminuzione, della popolazione. Quello che noi mettiamo in discussione non è il “cosa”, cioè il benessere e il sostegno agli anziani autosufficienti di Novazzano, ma il come, il dove, il quanto e il perché! Questo progetto è per Novazzano azzardato e sovradimensionato da tutti i punti di vista. L’edificazione di 32 appartamenti, 101 parcheggi e spazi commerciali, per una cifra attorno ai 20 milioni, con ricavi annui che non andranno mai a coprire i costi oltrepassa i compiti di un ente pubblico che mette in gioco le risorse finanziarie dei suoi cittadini. Per di più è un progetto non sostenuto da uno studio preliminare interdisciplinare approfondito. Esistono alternative meno costose e più efficaci, attraverso l’adozione di una politica comunale di sostegno agli anziani al loro (vero) domicilio. Una politica che integra la strategia cantonale di sostegno alla terza età e risponde proprio all’invecchiamento della popolazione in forme flessibili di presa a carico degli anziani nell’assistenza al domicilio (ad esempio con contributi per l’eliminazione di barriere architettoniche e l’acquisto di mezzi ausiliari). Quante più persone anziane potremmo aiutare in questo modo, rispondendo subito e puntualmente alle singole esigenze?

Il vero punto di rottura tra sostenitori e avversari della proposta sembra essere la collocazione scelta: un terreno di 9mila metri quadri a verde a Casate, acquistato nel 1988 per 1,6 milioni. Per quale motivo è il luogo giusto e per quale ragione non lo è?

Sandrinelli: La costruzione sul terreno adiacente alla casa medicalizzata permette di realizzare le sinergie con essa e con il centro Atte; i vantaggi di cui la stessa casa anziani e i suoi ospiti beneficerebbero (spostamento dei posteggi attuali e creazione di un giardino terapeutico), l’ottimizzazione dei servizi già esistenti (cucina, lavanderia…), la possibile predisposizione della domotica, sono stati tutti elementi che ci hanno convinti sulla buona riuscita del progetto. È un progetto anche architettonicamente di grande qualità, che valorizza gli spazi verdi e che può essere realizzato in legno, materiale ecologico e rinnovabile.

Panzeri Cometta: La collocazione del progetto non è il punto di rottura, ma è evidente che questa appare critica dal punto di vista ambientale. Il terreno a Casate è una delle ultime aree verdi di queste dimensioni ancora non edificate di proprietà pubblica: il Municipio dovrebbe dare il buon esempio tutelandolo, non distruggendolo! Chiediamo che il Comune si adoperi per preservare la qualità dell’ambiente. Sarebbe anche un modo per allinearsi alle direttive cantonali e federali contro un’insostenibile cementificazione e per un uso parsimonioso del suolo. A Novazzano sono state compiute diverse operazioni immobiliari di carattere speculativo e altre sono in procinto di essere realizzate. Si continua a costruire (basti osservare la parte del paese verso Chiasso), mentre il numero di appartamenti sfitti a Novazzano, come nel resto del Mendrisiotto, è altissimo: la sostenibilità e la qualità di vita degli abitanti di un comune non passano di certo dalla costruzione di nuovi edifici.

Nel dibattito i referendisti spostano l’attenzione su un’altra zona del territorio comunale, il nucleo, a pochi passi dalla casa comunale. A loro dire gli alloggi per gli anziani del paese potrebbero inserirsi lì, dove si rivendica maggiore attenzione e tutela. È fattibile una tale soluzione?

Sandrinelli: La realizzazione di tale struttura in centro paese, proposta alcuni mesi fa dai referendisti, ma poi abbandonata anche da loro, non è realistica. L’immobile è di proprietà di un privato, il quale non ha mai espresso le sue condizioni di vendita e con ingenti costi di ristrutturazione; deve essere modificato il Piano regolatore, procedura che durerà parecchi anni; deve essere risolta la problematica accesso e parcheggi, e lascerebbe comunque la struttura senza verde per gli ospiti. A Casate per contro, il terreno è già di proprietà del Comune, integralmente pagato e ammortizzato. Nessuno mai sino al referendum ha contestato l’ubicazione di Casate.

Panzeri Cometta: Mai il comitato contrario all’edificazione delle palazzine, continuiamo a ripeterlo, ha posto sul piatto della bilancia il centro paese come alternativa a Casate: semplicemente perché il progetto in votazione è assolutamente sovradimensionato e socialmente inefficace. È chiaro che il nucleo rimane un problema aperto ed è vero che a livello personale, un anno fa durante la discussione in Consiglio comunale, con altri colleghi sollecitavo il Municipio a prendere contatto con il proprietario per valutare alternative di collaborazione tra pubblico e privato volte al recupero degli edifici, oggi in uno stato indecoroso. È un tema complesso che merita di essere affrontato su basi nuove e solide.

Manifesti, un serie di prese di posizione e non poche bordate. Oltre ad attacchi (anche personali) stigmatizzati da Municipio e presidente del Consiglio comunale. Giusto appassionarsi al tema e confrontarsi in modo aperto, ma qui non si è andati un po’ oltre? Al di là del risultato che uscirà domenica dalle urne, Novazzano da dove può cominciare a ricucire lo strappo?

Sandrinelli: Penso che la gente, il sottoscritto in primis, sia davvero stufa di questa situazione. In queste ultime settimane abbiamo fatto parlare troppo di Novazzano e non per quanto di buono fatto in tutti questi anni. Passare per un paese di litigiosi mi rattrista anche perché in genere non è proprio così. Da quando faccio parte del Consiglio comunale (2016) posso dire che c’è sempre stata molta collaborazione fra i vari partiti all’interno delle istituzioni comunali. Da parte del Comitato SIamo Novazzano i toni sono sempre stati corretti e cortesi, cosa che ahimè è per contro mancata ai referendisti. Si è persa un’ottima occasione di confrontarsi serenamente e valutare a fondo le varie opzioni per creare qualcosa di bello, utile e che possa rispondere alle esigenze del paese. Si è invece creato un muro che non ha dato spazio a nessun tipo di dialogo. Il Comitato SIamo Novazzano si augura che questo clima di sfiducia verso le nostre autorità comunali, più volte espresso, ma non nelle sedi appropriate, possa concludersi dopo la votazione e che le stesse possano riprendere a lavorare serenamente come sino a ora fatto nell’interesse dei cittadini.

Panzeri Cometta: In queste ultime settimane abbiamo assistito a uno scambio di vedute sempre più duro. Da entrambi i fronti sono partiti interventi sopra le righe e con toni talvolta inaccettabili. Il Comitato si è distanziato da questi atteggiamenti (v. L’informatore) e si è sempre attenuto a un’argomentazione seria, sostenuta da dati e improntata alla ragionevolezza. Qualunque sia l’esito della votazione, lunedì mattina Novazzano si risveglierà con le sue sfide e i suoi problemi ed è indubbio che da parte nostra continueremo come sempre a lavorare e collaborare per il bene comune, soprattutto nel rispetto di chi ci ha affidato questo ruolo.

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