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Piazzale alla Valle, Mendrisio vuol modificare l’arredo urbano

Domanda di costruzione per ridurre il numero di piante: ne saranno soppresse 4 delle 9. L’ufficio tecnico: soluzione concertata a lungo con Botta

27 dicembre 2021
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Piazzale alla Valle: la città di Mendrisio, a lavori di lifting in corso e approvati (sono iniziati lo scorso agosto e proseguiranno fino alla prossima estate) ha presentato una domanda di costruzione per modificare l’arredo urbano dell’ampia superficie, estesa su un’area di 6 mila 252 metri quadrati. L’intervento, in estrema sintesi, riguarda il dimezzamento del numero di piante: 4 delle 9, salvo opposizioni - la domanda di costruzione rimarrà in pubblicazione fino al 17 gennaio 2022.

‘Ci siamo accorti che le 9 vasche sono un problema’

L’architetto dell’Ufficio tecnico comunale, Giuseppe Frasca, da noi interpellato, illustra i contenuti della modifica: «Ci siamo accorti che le 9 vasche sono un problema perché perdono acqua - la loro costruzione risale a 25 anni fa e rappresentano a tutti gli effetti una piscina impermeabile di due metri di diametro. Avremmo potuto decidere - a parte i costi non indifferenti - di rifare tutte e 9 le vasche, con l’incognita di sapere come si svilupperanno in futuro le radici di queste piante. Così abbiamo deciso di lasciare una pianta sì e una no e ridurle così a 5, ma invece del carpino si procederà alla loro sostituzione con alberi più folti, per migliorare l’ampiezza dell’ombra. Un’altra criticità che abbiamo osservato, tuttavia, è che comunque le attuali piante generano ombra sui commerci retrostanti e che la presenza di questi alberi è di ostacolo per la posa di tavolini». Di qui dunque il dimezzamento del numero di piante all‘interno di Piazzale alla Valle. Ancora l’architetto Frasca: «Al posto delle quattro piante si procederà a una pavimentazione più pregiata: invece del ‘dado’ si opterà per una superficie liscia - e inoltre le quattro panchine saranno sostituite, perché le attuali, a forma circolare, obbligano praticamente chi vi si siede a stare da un solo lato, così se ne poseranno di ’classiche’, più sociali».

L’arredo urbano è a firma dell’architetto Mario Botta, progettista dei lavori di lifting e dell’opera. «È stato un percorso lungo, con diverse proposte, per giungere a questa soluzione» - spiega l’architetto dell’Ufficio tecnico comunale. Che ribadisce e precisa le tempistiche dei lavori in corso, avviati ad agosto: «Abbiamo già eseguito e ultimato il 30% delle opere. Entro il giugno-luglio dell’anno prossimo i lavori saranno completati. Prima la pavimentazione era in “gnais ticinese” con all’interno del porfido rosso. E ora la sostituzione della pavimentazione sarà tutta con gnais ticinese, un “cugino” del granito, proveniente dalle nostre cave». Ma all’origine delle infiltrazioni d’acqua che hanno richiesto i lavori di lifting, quali sono state le cause? «Le piante sono una minima parte dell’infiltrazione. All’interno delle vasche, oltre alle piante, bisogna considerare la presenza dell’elettricità, lo scarico, l’irrigazione, tanti fattori e tante cose che con il tempo sono divenute vetuste». La modifica dell’arredo urbano sarà dunque tesa a rendere tutto un po’ più snello? «Assolutamente. Tutte le infrastrutture e ciò che potevano causare nuove infiltrazioni le abbiamo eliminate. Resteranno solo le piante».

Per gli interventi di manutenzione straordinaria al Piazzale alla Valle, di proprietà del Comune, il Consiglio comunale di Mendrisio lo scorso anno ha approvato una richiesta di credito di 3,8 milioni di franchi. Il messaggio municipale (numero 142) ha evidenziato come il complesso edilizio (fino a qualche anno fa, d’estate ospitava le serate inaugurali di Estival Jazz) sia stato edificato un quarto di secolo fa e nel tempo sia divenuto un importante luogo di aggregazione, con attività commerciali, di ristorazione e vi si organizzano regolarmente manifestazioni di richiamo non solo comunale, bensì regionale. La conclusione dei lavori - in questi mesi indubbiamente un ostacolo, persino una “gimcana“ per chi intende attraversare la piazza - è molto attesa dalla popolazione. "Il tempo e la tecnica impiantistica utilizzata 25 anni fa sono le principali cause del degrado maggiore e forse anche meno appariscente: infiltrazioni in aumento, pavimentazioni rovinate, impiantistica e gestione della stessa obsoleta, verniciature o parti metalliche usurate, illuminazione poco performante e dispendiosa, ecc.”. Insomma, quanto basta a giustificare un deciso intervento. Il credito d’investimento servirà - si sottolinea nel messaggio municipale approvato - "a intervenire sulla parte aperta al pubblico riportando alcuni elementi allo stato originale e adeguandoli allo stato dell’arte attuale con un intervento radicale e deciso alfine di evitare che un ulteriore degrado possa incidere su altri elementi costruttivi”.

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