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La ferrovia a sud va potenziata. ‘O si verrà aggirati’

Remigio Ratti spiazza e avverte a margine di un convegno a Chiasso che ha acceso i riflettori sulla strada ferrata, di ieri e di domani

Si guarda anche al futuro, anche da Chiasso
(Ti-Press)
23 dicembre 2021
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Aspettando AlpTransit, il Ticino (e con esso il Mendrisiotto) rischia di rimanere escluso dalle grandi rotte europee. Altro che dorsale storica (del Gottardo), insomma. Remigio Ratti, professore emerito di Economia regionale e dei trasporti all’Università di Friburgo, delinea scenari che spiazzano. Mentre al di qua del valico mancano le decisioni politiche utili a sbloccare una situazione che potrebbe avere delle ripercussioni su scala locale come nazionale, al di fuori delle nostre frontiere si stanno preparando, tra qualche anno - l’orizzonte è quello del 2030 -, a spostare il traffico viaggiatori sull‘asse del Brennero. Sulla ’via delle genti’, Chiasso sa bene cosa significa trovarsi (o meno) sulle direttrici di traffici e trasporti: la strada ferrata ha avuto un ruolo di certo non secondario sul suo sviluppo urbano e sociale. Un mese fa dal convegno organizzato nella cittadina alla presenza di otto relatori di peso, scenari e prospettive della Ferrovia sono emersi in modo inequivocabile, tra un passato da ricordare e un futuro ancora da scrivere. Di sicuro l’andirivieni ferroviario rappresenta un vettore formidabile per far circolare idee e culture - e qui merita una visita la mostra ’Treni fra arte, grafica e design’, che il m.a.x. museo cittadino ospita fino al 24 aprile -, ma deve saper catturare anche persone e merci, nel segno di una mobilità sempre più verde.

‘Ci vorrà meno facendo il giro’

Allora stiamo perdendo il treno? «Occorre guardare agli scenari di lungo termine, anche se la politica tende a ragionare sulla legislatura. E allargando lo sguardo - dice con chiarezza Ratti - si vede un problema, quello dell’aggiramento della Svizzera per il traffico passeggeri, che potrebbe porsi appunto a partire dal 2030. Ovvero quando l’asse ferroviario del Brennero, il più lungo in verticale a livello europeo, grazie ai fondi europei e agli investimenti previsti dal governo italiano nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) già programmati e in vista di essere attuati - entro il 2026, ndr -, darà modo di aggirare letteralmente la Svizzera attraverso la rete infrastrutturale ferroviaria ad alta capacità/velocità. In buona sostanza, partendo dalla Germania - ad esempio Francoforte - si arriverà prima a Milano facendo il giro che non percorrendo la dorsale storica. Non sarebbe più il Gottardo via d’Europa. Cortocircuitando la Svizzera si raggiungerebbe la capitale lombarda guadagnando un tempo significativo, fra i 45 minuti e l’ora».

Si punta sul potenziamento della Milano-Chiasso

Ecco che qui entra di nuovo con prepotenza il prolungamento di AlpTransit a sud di Lugano - anche se per Berna il tracciato sembra già compiuto - e l’urgenza di individuare una via d’uscita. La sfida, quindi, è di quelle impegnative. «Vi si potrà rispondere spingendo sulla realizzazione anche della Milano-Chiasso - rilancia Ratti -. A fine 2026 Genova e Milano Rogoredo - Milano centrale è intasata - saranno distanti meno di un’ora con la realizzazione del cosiddetto Terzo valico e altri miglioramenti. Invece, sulla tratta che collega la cittadina alla città lombarda ufficialmente non è previsto nulla. Le autorità, dal canto loro, hanno fatto sapere di credere negli investimenti tecnologici, a compimento entro il 2022, ma non basta ancora per rispondere alle attese future».

In veste formale non sembra muoversi niente. Ma non è proprio così. Nostre fonti ci fanno capire che ai piani alti (anche cantonali) ci si è mossi direttamente con Roma, approfittando dell’incontro della primavera scorsa. Ed è proprio in quella occasione che sul tavolo è comparso un progetto che potrebbe rappresentare la soluzione del nodo Milano-Chiasso. Di certo si sa che ci si orienta verso la creazione di un terzo binario lungo circa 8 chilometri tra Cantù Cermenate e Camnago Lentate e la costruzione di altri due binari di sorpasso da 750 metri a Seregno per le merci. Questo intervento. nelle intenzioni, darebbe la possibilità di rendere più fluido il traffico ferroviario e di restituire la garanzia della puntualità dei treni e di una maggiore frequenza delle corse. Non è un caso se a fine settembre le Città dei tre laghi - incluse Chiasso e Mendrisio - hanno scritto al presidente del Consiglio di ministri Mario Draghi perorando questa causa. Nella lettera i firmatari rendono attenti, infatti, su come “qui la rete ottocentesca - sovraccarica e inefficiente anche per la diversità della risposta a domande di traffico diverse (pendolari, intercity, merci) - stride con quanto realizzato con le gallerie di base del San Gottardo e del Ceneri”.

I sindaci a cavallo del confine, però, non sono i soli a guardare lontano. Per fare pressione, ma sull’autorità federale, per il completamento della Trasversale alpina nel 2040-2050, il primo dicembre a Berna è nata una Associazione, SwissRailvolution, che vede alla presidenza Filippo Lombardi e al suo fianco quattro vice, tra cui il professor Ratti a nome della ‘ProGottardo, ferrovia d’Europa’. I suoi obiettivi? In un certo senso fare la rivoluzione... dei trasporti.

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