Mendrisiotto

Sparò e uccise l’amico cacciatore, chiesti 12 mesi sospesi

I fatti risalgono al settembre 2019 durante una battuta di caccia al cinghiale in zona Penz a Chiasso. ‘Commessa un’incredibile leggerezza’

L’imputato è un cacciatore di lungo corso
(Archivio Ti-Press)
28 ottobre 2021
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«Ho visto una macchia scura muoversi tra alberi e foglie, ho pensato fosse un cinghiale e ho sparato». Un 53enne del Mendrisiotto è comparso questa mattina davanti alle Assise criminali di Mendrisio, presiedute dal giudice Amos Pagnamenta, con l’accusa di omicidio colposo. Nel settembre 2019, durante una battuta di caccia al cinghiale in zona Penz a Chiasso, sparò e uccise un amico scambiandolo erroneamente per una preda. «È un peso che porterò sempre con me», ha raccontato l’uomo. A suo carico la procuratrice pubblica Marisa Alfier ha chiesto una pena di 12 mesi sospesi per due anni. «Non c’è dubbio che si tratti di un incidente. La negligenza nell’accertarsi a cosa si stesse sparando non può però essere trascurata».

Un episodio precedente

Quel giorno erano in tre a partecipare alla battuta di caccia. L’imputato, credendo i compagni ben più avanti rispetto a lui, si era appostato nella speranza che la preda ferita in precedenza tornasse sui propri passi. Vedendo qualcosa muoversi ha quindi premuto il grilletto, colpendo mortalmente l’amico. A lungo si è discusso in aula su cosa avesse realmente identificato l’uomo, anche perché l’imputato durante i verbali ha fornito versioni non sempre identiche. Già in passato il 53enne si era reso protagonista di un episodio nel quale aveva esploso, senza volerlo, un colpo in direzione di un compagno. In quella circostanza fortunatamente nessuno venne colpito. Nel pomeriggio la parola passerà alla difesa, rappresentata dall’avvocato Luigi Mattei.

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