Mendrisiotto

Mendrisio, il Parco di Villa Argentina si ricompone

Il Municipio è pronto a far suo il terreno collinare privato di 18mila metri quadri. Nel piatto ci sono 8 milioni di franchi, come stimato dai giudici

Si ridisegna il perimetro del giardino storico (Ti-Press)
24 agosto 2021
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L'identità di una città si legge anche attraverso la sua anima 'verde'. E ora che Mendrisio è a un passo dal sentire davvero suo (e per intero come un tempo) il Parco di Villa Argentina, ci sarà una ragione in più per dirsi pienamente una realtà urbana. Perché, come ricorda lo stesso sindaco Samuele Cavadini, occorre avere la «cultura della città», con tutto ciò che questo comporta. Si può ben dire, dunque, che il momento è di quelli importanti e da ricordare per il Municipio: dopo anni di discussioni, anche animate, ricorsi e vertenze si è arrivati a mettere la parola fine su una vicenda che ha impegnato più di un politico, tanto sullo scranno dell'esecutivo che fra i banchi del legislativo. Certo, c'è voluta la sentenza di un Tribunale, quello di espropriazione - al quale ci si è appellati nel 2017 - per chiudere la partita.

Per finire, gli oltre 18mila metri quadrati del terreno collinare, sin qui in mani private, saranno dunque parte integrante di uno dei comparti considerati strategici (come ricordato dal sindaco) del Comune. Mendrisio mette sul tavolo 8 milioni di franchi e non solo indennizza i proprietari - che nel 2008 erano pronti a costruirvi sei stabili residenziali -, ma include l'area nel perimetro del giardino storico. E tutto ciò con la benedizione dei giudici, i quali, oltre a fissare il prezzo del terreno - a 760 franchi il metro quadro - hanno accolto la richiesta del Municipio di procedere con un esproprio formale, ovvero l'acquisto vero e proprio del fondo. A questo punto per dare l'ultima accelerata non manca che il sigillo del Consiglio comunale, al quale è giunta di recente una anticipazione per voce dei capigruppo.

Un atto dovuto

Dalla petizione del 2009 che invocava - forte di 2'870 firme - lo stop alle ruspe e chiedeva di comperare quel terreno a monte del giardino, di strada se ne è macinata, e spesso e volentieri in salita. L'ultimo passo compiuto, però, vale gli sforzi profusi sin qui. Oggi, rimarca il sindaco Cavadini, che nel 2009 era peraltro tra i firmatari della mozione interpartitica che dava forma e sostanza alle aspirazioni popolari, vi è «una nuova consapevolezza di dotarsi di un parco cittadino a beneficio della popolazione e con una connotazione pubblica». Come dire più verde e occasioni di svago per tutti. Adesso più di prima, in effetti, ci si rende conto, del resto, che quella proprietà era ben più di un prato. «Il Municipio - annota ancora il sindaco - ha capito e metabolizzato la volontà di creare un polmone verde, inteso appunto come parco cittadino». Il sindaco rivendica alla politica una attenzione verso gli spazi verdi. Ecco che il messaggio municipale recapitato ai consiglieri comunali rappresenta, ribadisce, «un atto dovuto» a fronte di quanto manifestato più volte.

I conti tornano

Alla fine anche i conti della Città, tutto sommato, sono tornati. Il Tribunale di espropriazione con la sua valutazione ha confermato che la perizia condotta a suo tempo, e che prospettava la possibilità di doversi muovere, quanto a costo del terreno, in una forchetta fra i 5 milioni e mezzo e gli 8 milioni e mezzo - ovvero la spesa massima e la somma accantonata da tempo nei piani finanziari comunali -, non era fuori strada. I proprietari che, come annota il sindaco, sinora non hanno fatto sapere nulla in merito alle loro intenzioni, dal canto loro avevano alzato un po' la posta, rivendicando 10 milioni e mezzo. Ora, però, i giudici hanno parlato.

La pianificazione invece 'deborda'

Il parere del Tribunale di espropriazione non è giunto certo inaspettato, soprattutto su un altro aspetto. In effetti, il Municipio cittadino si è sentito dire, una volta di più, che il Piano regolatore (Pr) del Quartiere di Mendrisio risulta essere sovradimensionato; di conseguenza non è conforme alla Legge federale sulla pianificazione del territorio. Infatti la prima variante in linea con le norme federali è quella approvata dal Cantone nel 2017 e che fissa i contenuti del Parco (incluso il terreno collinare), riducendo il potenziale edilizio.

In una tale situazione rendere non più edificabile un fondo che lo è non comporterebbe neppure un indennizzo per procedere all'esproprio materiale. L'area al centro della querelle giuridica, oggi sciolta, rientra però nelle eccezioni, essendo stata già urbanizzata. Tanto da aver fissato un risarcimento. Indietro (anche a livello pianificatorio) non si può tornare. Così, come anticipa Francesca Luisoni, a capo del dicastero Pianificazione, sul Pr del Borgo verrà presentata «una strategia ad hoc» per ridurre le aree edificabili.

Sul Parco una variante di Pr acquisita

Sono già stati codificati, invece, i contenuti della variante di Pr tratteggiata nel 2017 sul comparto e che pone un vincolo pubblico anche sull'uso degli oltre 18mila metri quadri collinari. Una proposta pianificatoria, quella ormai cresciuta in giudicato, chiamata, come ricorda lo stesso esecutivo nel suo messaggio, a "proporre una soluzione per garantire la massima fruibilità e l’integrazione del parco pubblico da una parte, e dall’altra considerare le esigenze di sviluppo sul lungo termine del comparto, per contribuire a rafforzare il ruolo di Mendrisio Città Universitaria".

All'interno del terreno che si sta per acquisire, come ribadisce Francesca Luisoni, si inserisce una parte edificabile - si parla di una superficie di circa 3mila metri quadri -, quale estensione del campus universitario, quindi a vocazione formativa e scolastica. Una destinazione, quest'ultima, che aveva fatto dibattere in Consiglio comunale: c'era chi avrebbe voluto solo parco. Lo sarà il resto della zona collinare, che verrà riservata a "utilizzazione pubblica". D'altro canto, nello stesso comparto comprende una valvola di sfogo pure per le vicine case anziani (Torriani). Questa parte della Città, che affaccia su via Turconi e guarda verso l'ospedale, fa presente da parte sua il sindaco, vede convivere vari interessi; e proprio per questo è strategico.

Al Parco in quanto tale, in ogni caso, si continuerà a pensare: il tema, annuncia la capo dicastero, sarà affrontato fra il 2023 e il 2025. Periodo durante il quale, a piano finanziario, si sono già dedicati 3 milioni di franchi.

 

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