Mendrisiotto

Valera ha gli occhi puntati. Avanza l'esame del Puc

La Commissione ambiente del parlamento sentirà il Municipio di Mendrisio. L'AlternativA rilancia l'urgenza della tematica

Ci sarà battaglia (Ti-Press)
10 novembre 2020
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La pandemia avrà pure rallentato i lavori della politica, ma di sicuro non ha oscurato certi temi, soprattutto nel Mendrisiotto. L'attenzione sul comparto di Valera, ad esempio, non è mai venuta meno. Anche perché sul tavolo del parlamento c'è quel Puc, il Piano di utilizzazione cantonale, che spiana la strada al recupero della vocazione originaria di quell'area di circa 190 mila metri quadrati che contraddistingue la Città di Mendrisio. Un indirizzo che prelude a un ritorno all'agricoltura e agli spazi verdi. I primi, di questi tempi, a tenere d'occhio il territorio che si incunea tra Rancate, Genestrerio e Ligornetto sono i deputati che siedono nella Commissione ambiente, territorio ed energia del Gran consiglio guidata da Henrik Bang. Commissione decisa ad approfondire il dossier proprio con il Municipio del capoluogo. Esecutivo che, come ci conferma il sindaco Samuele Cavadini, sarà sentito in audizione.

Per l'AlternativA la scelta è 'vitale'

In effetti, il rapporto della Commissione sul Puc avrà un ruolo importante nel dibattito attorno a Valera. Se nel Distretto sul destino del comparto si hanno le idee chiare, resta da convincere almeno la maggioranza del parlamento che la linea 'green' adottata con determinazione dal Dipartimento del territorio (Dt) è quella vincente per una regione che di sacrifici, in termini di spazi e di qualità di vita, ne ha già dovuti fare parecchi. Se mai dovesse servire, l'AlternativA, che a Mendrisio alle prossime elezioni comunali vedrà Insieme a Sinistra e Verdi presentarsi uniti, proprio in questi giorni ha voluto lanciare un pro memoria. Ci ha tenuto a ricordare - indirettamente anche ai commissari - che non solo sostiene la proposta del Dt, ma crede "sia vitale che anche sul fondovalle si trovino luoghi dove territorio e paesaggio siano preservati a vantaggio della qualità di vita di tutta la popolazione. E uno di questi luoghi è Valera, comparto che ha subìto per decenni inquinamento e sfruttamento, perpetrati anche in barba alle leggi". I due gruppi la pensano così ormai da un decennio, ma sanno bene che la difesa trasversale del progetto - come si sta profilando, dopo una certa disattenzione - non può che giovare alla causa. Anche se, si annota, "dispiace vedere che c’è ancora qualche politico (o ex politico) che fatica a riconoscere nel ritorno all’agricoltura e allo svago un’opportunità per valorizzare quell’importante porzione di territorio". 

Il relatore della Commissione: 'Ci vuole un polmone verde'

Ecco perché sarà preziosa la presenza dentro la Commissione parlamentare di due esponenti del Mendrisiotto, Stefano Tonini (Lega), che sarà relatore del rapporto, e Sebastiano Gaffuri (Plr); e soprattutto sarà importante capire da che parte stanno. Tonini non ha problemi a venire allo scoperto: sarà per il Puc presentato dal 'suo' Consigliere di Stato Claudio Zali. «Quello del Distretto - conferma 'laRegione' - è già un territorio che ha subito e subisce degli attacchi sul piano ambientale: basta vedere le colonne sull'autostrada. Quindi ha bisogno di un polmone verde. La petizione promossa nel 2012 dalla Società agricola del Mendrisiotto, dall'Unione contadini ticinesi e dai 'Cittadini per il territorio' del Mendrisiotto, che aveva raccolto oltre 6'800 firme, è stato un chiaro segnale della volontà della regione», ribadisce il deputato leghista. Sull'importanza del messaggio cantonale, insomma, non ha dubbi. «Come relatore - ci concede - sono deciso a portarlo avanti nel minor tempo possibile, proprio per restituire ai cittadini momò quello che si aspettano da noi».

Sulla bilancia ambiente e costi

I punti chiave del Puc, ci fa presente ancora Tonini, sono in particolare tre: la re-introduzione di una agricoltura biologica, dunque sana, la creazione di spazi verdi per lo svago delle famiglie e la valorizzazione dell'habitat del fiume Laveggio. Messe sul piatto della bilancia, le virtù ambientali del Puc peseranno di più delle ricadute finanziarie? Per ora la domanda resta aperta. Certo anche Tonini non nasconde che il nodo gordiano sarà il costo dell'esproprio. Un argomento, d'altro canto, non nuovo, come richiama l'AlternativA per voce di Grazia Bianchi, consigliera comunale di Insieme a Sinistra. "I tentativi falliti delle pianificazioni precedenti prevedevano ampie zone edificabili artigianali e industriali. La giustificazione per l’ulteriore sacrificio di territorio - si sottolinea - è sempre stata sostanzialmente di tipo finanziario: venivano ipotizzati costi milionari in caso di esproprio materiale". Essendo facili profeti, ci si può immaginare che il capitolo 'costi-benefici' sarà al centro di una battaglia politica. 

Fra tribunali e speranze

Sul tema degli espropri e delle indennità, va detto, si è espresso sin qui più di un giudice, stabilendo la natura agricola dei terreni - a livello pianificatorio - e di conseguenza il loro prezzo. Uno su tutti, iI Tribunale di espropriazione ha respinto le richieste dei due maggiori proprietari della zona. La vertenza, però, è ancora aperta e ferma, adesso davanti al Tribunale amministrativo cantonale, al quale si sono appellati i privati, rivendicando, in ogni caso, un indennizzo a fronte di fondi già urbanizzati. L'Alternativa, in ogni caso, si dice fiduciosa che "le cose andranno nel senso da noi auspicato". Lo è pure il Dipartimento che nel Puc àncora 6 milioni di franchi - a fronte dei quasi 17 totali - per l'acquisizione dei terreni. Un onere che il Cantone, quindi, si assume per intero, così come sollecitato in più occasioni dalla Città, soddisfatta, comunque, per i contenuti del Piano.

Dai 'funghi' della benzina al verde

Riconvertire Valera, d'altra parte, significa "mantenere integra quella piccola parte di Campagna Adorna ancora coltivata, che verrebbe altrimenti irrimediabilmente compromessa". Di questo Sinistra e Verdi sono convinti. In effetti, non bisogna dimenticare in che contesto ci si muove. "Su buona parte dei terreni per i quali il Puc prevede il ritorno dell’agricoltura - tiene a rammentare l'AlternativA - sorgevano i ben noti serbatoi per lo stoccaggio di idrocarburi gestiti dalla Carbura, il cui scopo era costituire scorte obbligatorie: una destinazione, dunque, non propriamente di tipo lavorativo o artigianale. Ricordiamo che, quando una zona in un Piano regolatore perde la sua funzione, rimane un vuoto pianificatorio e, di fatto, dovrebbe ritornare alla destinazione precedente, in questo caso agricola". E qui, si riliancia, "il parere dei giudici sembra andare proprio in questa direzione". Torniamo così al nodo dell'esproprio:  "Non si tratterebbe, dunque, di dezonare terreni industriali-artigianali - si chiosa -; il prospettato esproprio materiale riguarderebbe, infatti, soprattutto terreni agricoli, e in minor misura alcune superfici indicate appunto come industriali nei precedenti Piani regolatori e dove oggi ancora si svolgono delle attività". E di questo non si potrà non tenere conto.

 

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