Mendrisiotto

Intercity nel Mendrisiotto, ‘ll Ticino non finisce a Lugano’

Lunedì prossimo a Mendrisio ci sarà una tavola rotonda con deputati momò al Gran Consiglio, vertici delle Ffs, sindaci e Crtm

La discussione continua (archivio Ti-Press)
24 settembre 2020
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Il Mendrisiotto non molla: i treni InterCity (IC) devono continuare a fermarsi a Chiasso e a Mendrisio. Un concetto che i deputati momò ribadiranno ancora lunedì 28 settembre, nel corso di una tavola rotonda in programma nella sala del Consiglio comunale di Mendrisio. A discutere con la deputazione ci saranno rappresentanti delle Ferrovie federali Svizzere, i sindaci di Chiasso e Mendrisio Bruno Arrigoni e Samuele Cavadini, il presidente della Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto (Crtm) Andrea Rigamonti e il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali. «Così come avvenuto in occasione del’incontro con l’Ente ospedaliero per il reparto maternità, l’obiettivo dell’incontro sarà quello di fare sentire i malumori e perorare la causa del Mendrisiotto – ci spiega Daniele Caverzasio, primo cittadino del Cantone e municipale di Mendrisio, organizzatore della serata –. Il tema sul tavolo è importante per il Mendrisiotto, perché ultimamente sembra che il Ticino finisca a Lugano». La voce dei deputati va ad aggiungersi a quella di Chiasso e Mendrisio, della Crtm, dell’Ente regionale di sviluppo, di Associazione a tutela degli utenti dei mezzi pubblici (Astuti), del Consiglio di Stato e delle due raccolte firme lanciate a tutela delle fermate nella Regione. «Un agglomerato di oltre 50mila abitanti – continua Caverzasio – e con una forza finanziaria di primaria importanza nel Cantone merita di più». L’obiettivo sarà quindi quello di «far capire le esigenze di una regione che già soffre di traffico – conclude Daniele Caverzasio –. Un potenziamento del trasporto pubblico e la lunga percorrenza sono un punto fondamentale che riteniamo essenziale per la nostra regione».

‘Il CdS non ha rinunciato alle fermate’

Sul tema è tornato anche il Consiglio di Stato, sollecitato da un’interpellanza dell’Mps. Nella sua risposta, il Governo precisa di “non avere rinunciato alle fermate IC di Mendrisio e Chiasso” e ripercorre i principali passi compiuti a partire dall’accordo sottoscritto nel 2009. In quell’anno, si ricorda, “il Cantone, tramite il Dipartimento del territorio, non ha accettato che non vi fosse più la fermata degli EuroCity (EC) a Chiasso”. Il citato accordo – relativo “unicamente all’inserimento della fermata commerciale di Chiasso per i treni EC” – “ha permesso di reintrodurre la fermata commerciale di Chiasso fino al momento in cui diventasse possibile dal profilo tecnico transitare senza più fermarsi al confine. Dall’orario 2010 la fermata di Chiasso è stata ripristinata per tutti i treni internazionali”. Oggi la fermata di Chiasso è stata mantenuta per le corse internazionali, che in genere “circolano solo ogni due ore”. Passando agli IC, fino al 2008 “l’offerta si limitava alle fasce orarie non coperte da EC e Cisalpino (primi collegamenti del mattino in partenza da Chiasso verso nord e ultimi collegamenti della sera in arrivo da nord)”. Solo alcuni di questi treni, ricorda il Governo, “effettuavano anche la fermata di Mendrisio che negli anni è stata inserita in tutti i collegamenti IC della mattina e della sera”. Con l’orario 2021, come ormai noto, “le corse IC da/per Mendrisio e Chiasso verranno ridotte”.

Revisione chiesta ‘in più occasioni’

La competenza per lo sviluppo della rete ferroviaria “è della Confederazione”. La pianificazione prevede per il 2025 una linea Eurocity a cadenza oraria Zurigo/Basilea-Milano e fermate a Bellinzona e Lugano e una linea IC con treni a cadenza oraria Zurigo/Basilea-Lugano e fermata a Bellinzona. Sulla linea IC sono previste alcune corse da Chiasso con fermata a Mendrisio la mattina verso nord e viceversa la sera. “Il Dipartimento del territorio ha richiesto in più occasioni una revisione di questa pianificazione, proponendo che il capolinea venga spostato a Chiasso (o, in subordine, a Mendrisio), dando così lo sbocco naturale della linea IC a Chiasso”. Dal canto loro le Ffs “hanno sempre avanzato ragioni di mercato e di ordine finanziario e tecnico per giustificare la scelta di non spostare il capolinea da Lugano a Chiasso (o Mendrisio). Il Governo ricorda che le tre occasioni in cui ha chiesto la revisione della pianificazione. La prima è avvenuta nell’ambito del programma strategico di sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria per le fasi di ampliamento 2025 e 2035 (nel 2014 e nel 2017). La seconda risale al 2017, nella presa di posizione sulla consultazione sulla guida ‘Principi e criteri sul traffico a lunga distanza’. L’ultima volta citata nella risposta è quella del 2018, in occasione della presa di posizione sulla consultazione in merito all’assegnazione della concessione per il traffico a lunga distanza con validità da dicembre 2019.

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