Mendrisiotto

Padre violento, ‘il Decs sospenderà chi sapeva?’

Lo chiede, con un'interrogazione al Governo, Massimiliano Robbiani (Lega). L'uomo è stato condannato a 8 anni di carcere alle Criminali di Mendrisio

Interrogativi dopo la condanna (archivio Ti-Press)
12 luglio 2020
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Le violenze domestiche che hanno portato alla condanna a 8 anni di carcere di un 48enne siriano arrivano anche in Gran Consiglio. Ad attirare l'attenzione di Massimiliano Robbiani (Lega), che ha presentato un'interrogazione chiedendo al Decs di sospendere le persone che erano a conoscenza della situazione ma non hanno segnalato nulla, sono state in particolare le parole del giudice Amos Pagnamenta, presidente della Corte delle Assise criminali di Mendrisio. “Lascia sgomenti che la scuola sapesse cosa succedeva in quella casa ma non ha fatto nulla”. 

Discorso analogo per quanto affermato dalla Procuratrice pubblica Marisa Alfier durante la sua requisitoria che ha portato alla richiesta di 11 anni di detenzione. La rappresentante dell'accusa si è detta “basita” per il fatto che le violenze vissute in quella casa di Novazzano fossero state raccontate a più di una persona in ambito scolastico. I due gemelli 20enni avrebbero infatti detto a docenti e altri adulti di riferimento di essere regolarmente vittime di violenze. “A scuola sapevano almeno in sei, di cui quattro bene, ha detto Alfier nel corso della sua requisitoria, per questo saranno aperti dei procedimenti, queste persone avevano l’obbligo di segnalare i fatti”.

Oltre all'iter giudiziario, Robbiani vuole capire “come voglia procedere il Decs con chi sapeva ma ho volutamente preferito tacere”. Al Consiglio di Stato viene quindi chiesto se il Decs ha intenzione di sospendere chi all’interno della scuola ha volutamente taciuto i racconti e le richieste d’aiuto pervenute dai figli del siriano condannato per tre tentati omicidi; se lo stesso Dipartmento è venuto a sapere solamente durante il processo di cosa non è stato fatto o non detto dalla scuola dei ragazzi picchiati violentemente dal padre e, in caso negativo, come si è prontamente attivato e se per questi casi di violenza esistono delle regole chiare che i docenti sono tenuti a rispettare.

Docenti e operatori in Procura

Venerdì la procuratrice pubblica Marisa Alfier ci aveva detto di voler aspettare la sentenza prima di decidere se procedere o meno contro docenti e operatori che non hanno denunciato i maltrattamenti subiti dai due gemelli siriani. La stessa Pp ha confermato alla ‘Rsi’ che gli stessi verranno ascoltati dagli inquirenti con l'obiettivo di stabilire se ci sia stata negligenza e capire come mai non abbiano informato gli inquirenti nonostante l'obbligo stabilito dalla Legge.

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