Mendrisiotto

Dallo stage all'incubo. Alla sbarra per coazione e violenza carnale

L'uomo, nel maggio scorso, ha abusato di due ragazzine che stavano svolgendo uno stage professionale nel suo bar di Mendrisio

Il processo è in corso (immagine tematica, archivio Ti-Press)
18 giugno 2020
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“Riconosco i fatti”. Comincia con un’ammissione il processo iniziato questa mattina davanti alla Corte delle assise criminali presieduta dal giudice Marco Villa. Alla sbarra lui, un cittadino italiano di 35 anni difeso dall’avvocato d’ufficio Marco Masoni. Sposato, padre di 3 figli, è chiamato a rispondere alle accuse formulate nei suoi confronti dal procuratore pubblico Nicola Respini: ripetuta (tentata e consumata) coazione sessuale (subordinatamente atti sessuali con persone dipendenti). Ma anche ripetuta (tentata e consumata) violenza carnale. E poi ancora, ripetuti atti sessuali con fanciulli. Nel mezzo loro, due vittime – una ragazza, all’epoca dei fatti, minore di 16 anni – che hanno vissuto la trasformazione di uno stage lavorativo in un incubo. L’imputato, nell’aprile dello scorso anno aveva infatti aperto un bar a Mendrisio, il Civico 21. Un mese più tardi l’assunzione delle due ragazze per uno stage lavorativo. Ed è dietro al bancone del bar, tra il 13 e il 18 maggio 2019 che il tutto si consuma. Lo riporta il pp nell’atto d’accusa: l'uomo ha “costretto e tentato di costringere” le due minori “a subire, contro la loro volontà, atti analoghi alla congiunzione carnale o altri atti sessuali”. Dagli ‘sfregamenti’ mentre insegnava a una vittima a preparare il caffè all’infilarle la mano nei pantaloni. Ma c’è di più: in quei giorni si è arrivati anche al rapporto vaginale, che l’imputato, come detto, non contesta.  

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