Mendrisiotto

Pinetti di Natale, da addobbo a 'casa' dei pesci

Disfarsi dell’abete e contribuire, allo stesso tempo, alla riproduzione del pesce persico. Se ne occupano gli uomini della Mendrisiense

(ti-press)
25 febbraio 2020
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Nel periodo invernale, i classici alberelli addobbati presenti nei salotti delle famiglie del Mendrisiotto, oltre a dare colore hanno eseguito il loro ‘compito’ natalizio. Una volta passate le feste, al sempreverde viene data una seconda possibilità, per tutt’altro scopo. Da anni, infatti, v’è la possibilità di rispondere alla ‘chiamata a raccolta’ che effettuano diverse società di pesca presenti sul territorio. Tra queste figura anche la Mendrisiense, la quale, il mese scorso, ha raccolto una settantina di pinetti, poi depositati al lido di Capolago. Ma cosa lega i pescatori, il lago e gli alberi di Natale? Ebbene, grazie al lavoro di Roberto Capoferri – titolare del cantiere nautico Boat Service di Rancate e appassionato di pesca –, a Mario e al sub Claudio, questi alberelli torneranno utili in fondo al lago. Li abbiamo seguiti, lunedì scorso, a bordo delle loro barche. Giunti vicino al parco Rivalago di Riva San Vitale sono cominciate le operazioni di posa. «Claudio sta ancorando gli alberelli a una profondità di 9 metri» ci spiega (guarda il video su www.laregione.ch/pinetti). In totale vi sono 4 postazioni dedicate alla posa, quella in cui ci troviamo, una in zona Batüda (sempre a Riva) e due a Capolago. Dalla barca, Roberto e Mario legano gli alberi a una fune che il sub porta con sé in profondità: il pinetto, una volta ‘sceso’, viene ancorato al fondo «creando così una sorta di boschetto». Ma a cosa servirà mai un piccolo bosco in fondo al lago? Per chi bazzica il mondo della pesca la risposta è abbastanza ovvia. Ma per chi il lago lo vive in tutt’altra maniera non è così scontato. Ce lo spiega il presidente della Mendrisiense – la Società pescatori del Mendrisiotto – Christian De Piaggi: «Per dare una mano alla frega del pesce persico prevista solitamente attorno a metà aprile». In sostanza, il persico «va a deporre le uova sugli aghi di pino». Ma non è tutto, il ‘boschetto’ «serve anche per difendersi dai predatori. Il pesce di piccola taglia, infatti, si infila tra i rami, trovando protezione dai predatori quali trota, luccio, lucioperca e dai persici di taglia più grossa». L’operazione per quel che concerne il Ceresio è affidata alla Mendrisiense e alla Ceresiana. Come appurato, dunque, l’attività del pescatore non si limita a quella di armarsi di canna da pesca e scandagliare corsi e bacini d’acqua. «È la prima sentinella in caso di inquinamenti lungo i corsi d’acqua. Inoltre – evidenzia De Piaggi –, aiuta nelle operazioni di semina e nella pulizia dei fiumi».

Uso parsimonioso dell’acqua

La protezione del territorio, insomma, è e dev’essere una priorità per chi stacca ogni anno la patente. Detto ciò, qual è lo stato di salute dei nostri corsi d’acqua? «Per i nostri fiumi non tanto buona – taglia corto il presidente – a causa del cambiamento climatico. Da diverse estati abbiamo problemi legati alla situazione idrica: scorre meno acqua (talvolta i letti dei torrenti si asciugano) e quindi si innalza la temperatura della stessa» causando non pochi problemi di sopravvivenza alle trote presenti. Oltre ad interventi puntuali di spostamento dei pesci durante le forti siccità, secondo il presidente è necessario anche avere maggiore sensibilità. Un esempio? «Laddove le sorgenti vengono captate dagli acquedotti, d’estate sarebbe bello se la popolazione capisse l’importanza di risparmiare acqua». E, proprio in tal senso, il comitato della Mendrisiense si riunirà per discutere un’eventuale campagna di sensibilizzazione. Meno acqua presente nei torrenti, inoltre, potrebbe portare «a una maggiore pericolosità in caso di inquinamenti: sostanze inquinanti che si concentrerebbero maggiormente e potrebbero dunque causare maggiori danni all’ecosistema». E poi non va dimenticata «la presenza di aironi e cormorani, i quali con meno acqua riescono a predare i pesci con maggiore facilità». Anche per quel che riguarda il Ceresio, la situazione va tenuta sotto osservazione. Se dal lato del pescato è normale assistere a dei cicli, diverso è il discorso per la trota lacustre: «È un po’ latitante. Abbiamo seminato (ad esempio l’immissione di uova, ndr) bene negli ultimi anni, speriamo dia buoni frutti. Anche se – rileva – le condizioni meteorologiche, ovvero un inverno così caldo, non aiutano». Infine, una nota ‘agrodolce’ sulla Mendrisiense, la quale negli ultimi anni ha subito un calo degli affiliati. Ebbene, il 2019 si è concluso con 35 soci in più. «Sono contento anche se mi spiace che a livello ticinese (ovvero calcolando tutte le società attive) si siano persi ancora soci.

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