Mendrisiotto

Impianti sportivi, tocca alla messa in rete

Il Gruppo di lavoro entra nella ‘fase 2’ e comincia a pensare agli investimenti. Dopo Coldrerio, Chiasso e Mendrisio, coinvolti altri quattro Comuni

(Ti-Press)
16 ottobre 2019
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La parola d’ordine ormai è ‘pensare regionale’. Sugli impianti sportivi i Municipi del distretto sono determinati a lavorare insieme. C’è voluto del tempo, ma adesso che la macchina si è messa in moto – motore Coldrerio, Chiasso e Mendrisio – non si è di certo intenzionati a fermarsi qui. Rotto il ghiaccio, infatti, si è già entrati nella ‘fase 2’ (e con la ‘benedizione’ generale, cfr. ‘laRegione’ del 16 maggio); e delineata la mappa delle infrastrutture del Mendrisiotto (con le sue eccellenze e le sue criticità), si è passati a ragionare sulla possibile condivisione di dati e disponibilità. Ma c’è di più: al tavolo di lavoro si sono aggiunti altri quattro Comuni: Breggia, Morbio Inferiore, Maroggia e Riva San Vitale; che adesso avranno una missione precisa.

Stavolta, insomma, dalle buone intenzioni si è (davvero) passati ai fatti. Dimostrando a chi ha creduto nel progetto (mettendo peraltro mano al portafoglio), l’Ente regionale per lo sviluppo (Ers) del Mendrisiotto e Basso Ceresio, che si è pronti a rimboccarsi le maniche. Forti dei numeri del distretto ‘sportivo’ messi in fila dai consulenti della Comal, l’operazione continua. Tant’è che a settembre si sono fissati altri obiettivi, sullo sfondo il traguardo finale che vale un’aspirazione (almeno del Gruppo di lavoro): immaginare un unico ente alla gestione degli impianti comunali. Con la legislatura agli sgoccioli, questo sarà però un compito lasciato ai futuri amministratori.

Restiamo, però, al presente. «Non dimentichiamo – conferma il capodicastero Sport e tempo libero di Chiasso Davide Lurati – che abbiamo dei tempi da rispettare e che dobbiamo onorare la fiducia riposta in noi dall’Ente». Quindi nel prossimo anno (circa) di lavoro ci si dedicherà a due punti in particolare. «In effetti – ribadisce Lurati –, da un lato ci si soffermerà sulla messa in rete delle informazioni relative ai Centri sportivi, a cominciare dall’allestimento di un preventivo sui costi. Mentre dall’altro, grazie al contributo dei colleghi degli altri quattro Comuni, riuniti in un Gruppo di lavoro tematico, ci si occuperà di classificare, per importanza, le strutture presenti sul territorio. E ciò tenendo presente la mappatura a disposizione, gli elementi raccolti dalle società e i progetti in divenire».

Le finalità dell’esercizio, d’altro canto, sono chiare e quantomai concrete, come hanno mostrato gli esperti nella loro analisi. Realizzare un portale di riferimento darà modo a Comuni e sodalizi di poter contare su un calendario collettivo, sulla possibilità di pianificare meglio l’occupazione degli spazi (anche per gli allenamenti), di ‘leggere’ le esigenze locali e di agevolare, ad esempio, la prenotazione di un impianto. Il tutto con un occhio, per il futuro, al turismo sportivo.

Certo, giunti a questo punto, anche gli enti locali dovranno attingere alla cassa. Non di meno, stilare una sorta di graduatoria delle infrastrutture, da quelle di carattere federale, a quelle cantonali e comunali (così come demandato al Gruppo tematico), permetterà, fa capire Lurati, di definire meglio le singole richieste di sussidio. E anche questo non è un aspetto trascurabile, a maggior ragione nell’ottica degli impianti già previsti e dei poli sportivi per ora nei piani. E qui il pensiero va anche alla possibilità di inserire all’interno del campus scolastico di Mendrisio una piscina coperta: la disponibilità a discuterne del Cantone c’è.

Per il momento ci si accontenta, in ogni caso, di raggiungere questo ulteriore gradino nel processo regionale. E si è fissata pure una scadenza. «Tra la fine dell’anno e la primavera 2020 avremo a disposizione gli elementi necessari», annota Lurati. «Il passo successivo? Entrare nel merito dell’obiettivo più a lungo termine della possibilità di creare un ente comune per il coordinamento e la gestione degli impianti sportivi». Visione che resta la cosiddetta ‘variante maxi’ dell’intero piano d’azione regionale. Quest’ultima però è una partita ancora tutta da giocare.

Riva IV – La Gestione vuole un ‘paracadute’

La piazza mormora. Del resto, a Chiasso nessuno se lo nasconde: il dossier sulla cessione delle redini dello stadio comunale alla società dell’Fc cittadino è uno di quelli sensibili. E per di più arriva sul tavolo del Consiglio comunale alle battute finali della legislatura. Tanto il Municipio che i rossoblù, a questo punto, cercano di mettere la palla in rete. Ci riusciranno? Qualcuno si è già lanciato nel pronostico. Del resto, sul principio le forze politiche sembrano anche concordare. Questa, almeno, pare essere l’aria che tira dentro le stanze della Commissione della gestione. Il vero nodo è un altro, quello delle garanzie finanziarie della Football Club Chiasso 2005 Sa. Così lunedì sera i commissari hanno convocato il capodicastero Davide Lurati e il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale Rudy Cereghetti per trovare delle risposte agli interrogativi aperti e iniziare a sciogliere i dubbi. L’approccio della Gestione è critico e l’intenzione, secondo nostre informazioni, è quella di passare al setaccio la convenzione con l’Fc punto per punto; e senza lasciarsi sfuggire una virgola. D’altro canto, la Commissione sente il peso della responsabilità di vincolare per 15 anni il destino dei tre campi locali alla società. Insomma, prima di esternalizzare la gestione del Riva IV si vuole essere ben sicuri. Pur consapevoli che il passaggio di mano darà modo di risparmiare sulle spese (tra gli 80 e i 120mila franchi l’anno). È vero, la scelta del Club rossoblù di giocare a carte scoperte (cfr. ‘laRegione’ di ieri) promette bene, ma è evidente la spinta commissionale verso la necessità di assicurare un ‘paracadute’. In altre parole, l’aspetto finanziario preoccupa. All’interno della Gestione si vorrebbero, come detto, garanzie ulteriori rispetto ai vincoli e ai paletti di cui è disseminato l’accordo. Si vorrebbe allontanare del tutto l’idea – dovesse naufragare la società – di vedere il Comune alle prese con il fardello di investimenti rimasti a... metà. L’Fc sul portale web dedicato al progetto (www.progettostadiorivaiv.ch) tenta di rispondere ad alcune domande, inclusa quella cruciale: “Cosa succede se fallisce la Sa? La condizione torna al Municipio, che potrà tornare a gestirlo direttamente o darlo in gestione all’Associazione (che si occupa dei giovani)”. Basterà questo a fugare perplessità e timori?

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