Mendrisiotto

Il Mendrisiotto sceglie la bicicletta

In quindici Comuni hanno aderito al progetto della Commissione dei trasporti per creare una rete di bike sharing

Tutti in sella (Ti-Press)
26 giugno 2019
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Nel Mendrisiotto e sulle rive del Ceresio si è pronti a inforcare la bici e a montare in sella, spingendo sui pedali della mobilità lenta. E questa volta a tirare la volata ai piani della Commissione regionale dei trasporti (Crtm) saranno proprio loro, i Comuni. In quindici hanno, infatti, raccolto l’invito-sfida della Crtm a diventare i fautori della creazione di una rete di bike sharing (la bicicletta condivisa) nel territorio del Distretto; percorrendo così strade già battute (e con successo) nel Luganese e nel Locarnese. La regione che più di altre in Ticino combatte ogni giorno con il traffico, non poteva non fare leva anche sulle due ruote per cambiare le abitudini di abitanti e pendolari. Tanto più ora che vi sono pure le risorse a cui attingere. Giusto lunedì, infatti, il Gran Consiglio ha dato via libera a un fondo di mezzo milione di franchi proprio per estendere e sviluppare questa modalità alternativa di muoversi, in particolare sul percorso casa-lavoro (o scuola).

«Questa volta – conferma il presidente della Crtm Andrea Rigamonti – ci siamo fatti trovare pronti. Il parlamento ha creato i presupposti affinché anche nel Mendrisiotto e Basso Ceresio ci si possa dotare di una rete di bike sharing proprio mentre ci accingiamo ad affinare la nostra strategia». Certo ci vorrà ancora del tempo – Rigamonti stima fra l’anno e l’anno e mezzo per condurre in porto l’operazione –, ma ciò che più conta, adesso, è che c’è il supporto dei Comuni. «In quindici si sono detti favorevoli a introdurre un tale servizio. In più – ci illustra il presidente – Chiasso e Stabio fungeranno da capofila all’interno del Gruppo di lavoro con la Commissione». Defezioni? «Solo in due hanno detto ‘no’: Arogno e Brusino Arsizio, che però ha chiesto di poter ricevere informazioni supplementari». A questo punto, quindi, ci si può mettere all’opera, consapevoli che anche il territorio a sud del cantone possiede tutte le caratteristiche e il potenziale per poter accogliere una rete su due ruote. A confermarlo alla Commissione è stato lo studio di fattibilità avviato un paio di anni fa e affidato a degli specialisti; documento presentato a inizio aprile al plenum dei Comuni (come riferito da ‘laRegione’ del 10 aprile). Le fondamenta, insomma, ci sono. «A questo punto – ci spiega ancora Rigamonti – con il Gruppo potremo iniziare a disegnare concretamente la rete vera e propria, indicando le varie ubicazioni e quantificando i posti utili nei diversi comuni».

Quindi il prossimo compito assegnato agli esecutivi? «A inizio mese abbiamo scritto domandando, appunto, di precisare luoghi e numero di postazioni sui rispettivi territori. Questo ci darà modo di delineare la prima bozza di rete». Insomma, una mappatura iniziale della regione. «È indubbio, la procedura sarà lunga – riconosce il presidente della Crtm –. Sarà pure importante capire se vi siano altri enti, pubblici in particolare, interessati e testare l’apertura delle grandi aziende nei confronti del bike sharing». A quali enti pensate? «All’Accademia di architettura di Mendrisio o all’Ente ospedaliero cantonale, ma questo sarà solo un secondo passo. Per il momento ci focalizziamo sul nostro obiettivo primario – conferma Rigamonti –; e ci concentriamo sull’uso utilitario della bicicletta, dunque il percorso verso lavoro e scuola. In seguito si potrà pensare anche all’ambito turistico». Nel prossimo futuro, in ogni caso, c’è il tavolo di lavoro. «Poi ci occuperemo dei bandi di concorso. E ci soffermeremo pure sulla possibilità di armonizzare la nostra ‘app’, il sistema con cui si gestisce il servizio, con quelle in uso nel resto del cantone: è un’idea». E via così, una pedalata dopo l’altra.

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