Mendrisiotto

Precariato bandito a Chiasso, una scelta che divide

Dura presa di posizione della società Pemsa che definisce ‘deleteria per non dire vergognosa’ la decisione del legislativo. Giorgio Fonio replica

archivio Ti-Press
26 aprile 2019
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“Deleterio, per non dire vergognoso, che politici si permettano di distruggere posti di lavoro. Capisco che si voglia lottare contro la precarizzazione ed è giusto, ma sterminare il lavoro interinale non crea impiego, anzi”. È con queste parole che Eric Gerini, direttore generale della Pemsa, società di collocamento e di prestito di personale specializzata nei mestieri dell’edilizia, commenta la decisione del Consiglio comunale di Chiasso di dire basta al precariato negli appalti comunali. La mozione, interpartitica, è stata approvata a larga maggioranza lo scorso 14 aprile (cfr. ‘laRegione’ del 15 aprile) ed è stata sostenuta da tutti i partiti e dall’esecutivo in corpore. Lo stesso sindaco Bruno Arrigoni ha dichiarato con fermezza che il Municipio non ha cambiato idea nemmeno di fronte al ricorso annunciato – ma al momento non ancora presentato – di Swissstaffing, l’associazione mantello di categoria.

Ieri da Losanna è arrivata una nuova posizione critica. “Come nel medioevo – si legge –, siamo di fronte a un’isteria politica con una caccia alle streghe condotta per scoprire supposte attività sovversive”. Gerini ha la sensazione che “i rappresentanti politici ticinesi sono rimasti ancorati all’illusione del posto statale dove la flessibilità viene spacciata per precarietà e le agenzie per sfruttatori”. Questo, a mente del direttore generale della Pemsa, “dimostra purtroppo un’ignoranza totale dei mutamenti del mercato del lavoro e un’irresponsabilità nei confronti dei propri concittadini”. Oltre a rammaricarsi sul fatto che “nessuno si chini veramente sul tema e avanzi possibili soluzioni”. Gerini conclude affermando che “siamo nel 21esimo secolo, la Svizzera deve sostanzialmente il suo sviluppo a un diritto del lavoro di tipo liberale, lodato e invidiato da molti. Non si possono e non si devono imporre proibizioni, mettendo al bando nuovi modelli di lavoro e opportunità”.

‘Non è una lotta alle agenzie interinali’

Da noi raggiunto per una replica, il consigliere comunale Giorgio Fonio (Ppd), primo firmatario della mozione votata a Chiasso, ricorda che «il legislativo ha la facoltà di prendere le sue decisioni, tanto più che la mozione è stata sostenuta sia dal legislativo che dall’esecutivo di Chiasso». La stessa richiesta è pendente in numerosi altri comuni, e non solo del Mendrisiotto: dopo Biasca e Chiasso, la lista dei comuni pronti a inserire questo punto specifico nel loro Regolamento comunale è quindi destinata ad allungarsi. «Posso capire il fastidio del signor Gerini visto che si parla di un settore che lo tocca personalmente – continua Fonio –. Ma allo stesso tempo deve capire che questa è una lotta al precariato e non alle agenzie interinali. Quelle serie, vale a dire quelle che svolgono il loro mandato rispettando tutte le norme, non hanno nulla da temere». Su un punto Fonio si trova parzialmente in accordo con le critiche mosse. «Posso dare ragione sul fatto che oggi il mercato del lavoro in Ticino in alcune situazioni è veramente riconducibile al medioevo. Ma questo – precisa – non è da ricondurre ai divieti che vogliamo imporre, ma alle condizioni di lavoro che alcuni esimi rappresentanti dell’economia stanno importando». A Giorgio Fonio non resta che «invitare Eric Gerini in Ticino a parlare con i lavoratori che da anni, ogni fine mese, non sanno se potranno continuare a lavorare anche il mese successivo – conclude l’esponente del Ppd –. E soprattuto con quelli che vorrebbero costruirsi una famiglia ma non possono».

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