Mendrisiotto

Il treno pompiere è in stazione. Ma è di passaggio

Chiasso lo custodirà sino a inizio 2020, quando sarà trasferito al Centro di intervento a Melide. La città lo voleva, ma la strategia Ffs è un'altra

(Foto Ti-Press)
21 aprile 2019
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È di un bel colore rosso fuoco. E fra amici (soprattutto alla Difesa dell’Impresa delle Ffs) lo hanno ribattezzato ‘Valentino’, madrina d’eccezione domenica scorsa alla stazione di Chiasso la Consigliera nazionale (nonché vicesindaco) Roberta Pantani Tettamanti. Niente di ufficiale (anzi), solo una festicciola per ‘bagnare’ quello che sarà il treno di spegnimento e salvataggio (Tss) destinato a dar man forte, da sud, al costruendo Centro di intervento a Melide. Un’infrastruttura che sarà pronta a inizio 2020, ovvero giusto in tempo per accompagnare i test della galleria di base del Monte Ceneri. Per allora anche il Tss saluterà la cittadina di confine e si trasferirà nella sua ‘casa’ finale: il binario 14 della stazione di Melide, Comune di cui ha già impresso peraltro lo stemma. Nel frattempo, allo scalo chiassese è stato affidato il compito di tenere in custodia il convoglio di ultima generazione (costo una ventina di milioni), approdato in territorio comunale a dicembre. Da queste parti, insomma, ci resterà giusto il tempo per rimirarselo un po’, rievocando i tempi andati. Poi ne resterà solo il ricordo. Le Ffs hanno, infatti, cambiato strategia sul fronte del sistema di intervento e sicurezza ferroviaria e hanno puntato su due Centri operativi: uno al di qua del Ceneri (a Melide appunto) e uno al di là, a Biasca. Dalla base a sud si vigilerà altresì sulla tratta finale della strada ferrata svizzera con la garanzia, sottoscritta dalle Ferrovie, di essere in grado di assicurare la copertura del Distretto nello spazio di 20 minuti: 5 per mobilitare personale e mezzi, 15 per arrivare sul posto.

I giorni delle rivendicazioni

Uno scenario che, sulle prime, negli anni passati aveva messo in allarme le autorità locali, rimaste ‘scottate’ anche dal rogo al magazzino Fela di Mendrisio (affacciato sull’area ferroviaria). Proprio l’incendio del maggio 2015 e i tempi di intervento – c’erano voluti 82 minuti prima di veder comparire il treno di spegnimento, allora stazionato a Bellinzona – avevano motivato tre deputati – la stessa Pantani, Marco Romano e Lorenzo Quadri – a interpellare il governo federale. Chiasso in quei giorni oltre a scrivere missive aveva provato pure a battere i pugni sul tavolo, ma nulla. Poi nell’ottobre sempre del 2015 si era rilanciato con una lettera congiunta dei Municipi delle due città polo, determinati nel richiamare l’attenzione sulle peculiarità di un territorio riconosciuto come sensibile. Non a caso si è inserito il tracciato su rotaia chiassese – di circa 3,3 chilometri – fra le ‘zone rosse’ della rete svizzera quanto a transito di merci pericolose. Allora le Ffs avevano risposto annunciando la presenza per tre anni di un treno-pompiere (rimesso a nuovo) e il potenziamento dell’organizzazione di milizia, all’epoca forte di una ventina di uomini. Tutto, però, sino al varo del Centro di Melide: i patti erano chiari. E oggi lo si può vedere con limpida evidenza.

Dalla milizia ai professionisti

Del resto, anche le Ferrovie come i Corpi pompieri cantonali si stanno orientando verso il professionismo sul versante della Difesa dell’Impresa. Nel rispondere alle sollecitazioni dei tre deputati ticinesi, Berna lo avava anticipato già nel 2015: nel 2020 si istituirà una terza unità di professionisti a Melide, organizzata sull’arco delle 24 ore. A conti fatti al Centro faranno capo 25 persone, le quali avranno il compito di agire sull’intero comprensorio a sud. E a Chiasso? Non resterà più alcun presidio, come emerso a inizio anno in occasione dell’apertura del cantiere della futura infrastruttura di intervento. In altre parole, pure l’approccio di milizia, con la figura del ferroviere-pompiere, è stato messo in soffitta. Certo, l’impressione è che in zona sia rimasto (comunque) un po’ l’amaro in bocca e che resista l’idea che avere qui un punto di riferimento sarebbe importante. Sarà, dunque, strategico un dialogo proficuo tra le Ferrovie e il Consorzio Centro soccorso cantonale Pompieri del Mendrisiotto.

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