Mendrisiotto

Morbio Inferiore, il congedo paternità sarà esteso

Una mozione interpartitica chiede di passare da 5 a 20 giorni. Il Municipio propone di adattarsi alle norme cantonali (10 giorni). Parola al Cc

archivio Ti-Press
13 aprile 2019
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Morbio Inferiore potrebbe essere il terzo comune del Distretto, dopo Castel San Pietro e Mendrisio, a introdurre un congedo paternità di 20 giorni per i dipendenti comunali. La mozione interpartitica, che ha formulato la richiesta di passare dagli attuali 5 giorni a 20, sarà discussa durante la seduta di Consiglio comunale in programma lunedì 15 aprile. La commissione delle petizioni si è però divisa: sono quindi due i rapporti emessi. Quello di maggioranza segue la linea del Municipio che, nel suo primo preavviso, afferma di volersi adattare alla Lord, la Legge sull’ordinamento dei dipendenti dello stato, e “proporre che anche la durata del congedo paternità sia adeguata alle norme cantonali, con l’aumento dagli attuali 5 a 10 giorni lavorativi”. In questo modo, sottolinea l’esecutivo guidato da Claudia Canova, “sarà pure garantita la parità di trattamento con i docenti comunali che sottostanno alla Lord”. Il rapporto di minoranza, invece, chiede al legislativo di “accogliere con convinzione” la richiesta della mozione, atto che “propone un piccolo ma significativo passo che rafforza la coesione famigliare”. Nel suo messaggio finale e alla luce dei due rapporti, il Municipio resta sui suoi passi – considerato che “alla luce dell’attuale composizione del personale del Comune un’applicazione in tempi brevi delle nuove disposizioni risulta al momento improbabile” – ma ribadisce l’impegno per “inserire la modifica tra quelle che saranno sottoposte al Consiglio comunale nei prossimi mesi”. Il messaggio con la revisione del Regolamento organico dei dipendenti è annunciato entro fine legislatura. Parallelamente l’esecutivo auspica che, in caso di accettazione dell’aumento, “il testo dei mozionanti sia emendato con la riduzione del congedo paternità da 4 a 2 settimane”.

Pareri a confronto

Sono tre i punti presentati dalla maggioranza della Commissione a sostegno della tesi del Municipio. Oltre alla “disparità” nei confronti dei docenti, ci sono “l’onere gravoso per il comune” e il fatto che “una politica lungimirante a favore della famiglia non si basa certamente sull’aumento a 20 giorni del congedo paternità, bensì su una ‘nuova’ ripartizione dei compiti educativi all’interno della famiglia: obiettivo raggiungibile con maggiore elasticità nelle attività professionali a tempo parziale per entrambi i coniugi e più strutture per la cura dei figli”. I sostenitori dei 20 giorni ricordano che la mozione chiede l’introduzione di altre due novità. La prima è la somma dei congedi pagati per madre e padre (e la loro libera ripartizione tra i coniugi se entrambi sono dipendenti comunali) in caso di adozione; la seconda è di estendere anche al padre la possibilità di usufruire di un congedo non pagato di 9 mesi. I commissari riconoscono che “il preavviso municipale sia improntato al comune buon senso: si vuol fare il passo secondo la gamba e non anticipare troppo i tempi”. Ma evidenziano che questa scelta “non è necessariamente una politica lungimirante, che sa vedere lontano, che sa riconoscere i cambiamenti in atto nella società, li sa interpretare e tradurre in atti legislativi e decisioni operative, sempre tenendo presente i propri ideali”. La richiesta di estendere il congedo a 20 giorni “poggia su un’evoluzione dei rapporti di coppia, all’insegna della condivisione nell’ambito famigliare su un piano paritetico di tutte le mansioni”.

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