Mendrisiotto

Un milione per la piscina

Mendrisio progetta di risanare l’impianto balneare, ormai ‘vetusto’. Così durerà altri vent’anni

1 aprile 2019
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La piscina comunale di Mendrisio ha 44 anni; e se li sente tutti addosso. Il Municipio della Città non ha potuto fare altro, quindi, che prendere una decisione: mettere mano all’impianto balneare di San Martino. Alcuni interventi, d’urgenza, in realtà sono già stati anticipati, altri attendono il via libera del Consiglio comunale. Anche perché l’investimento ammonta in totale a un milione di franchi tondo tondo. Quanto serve per attuare una manutenzione straordinaria, ma soprattutto dei lavori di miglioria, previsti fra il 2020 e il 2021. Una operazione di ringiovanimento che dovrà permettere di tuffarsi nel blu delle vasche per altri vent’anni. Del resto, questa oasi di svago e refrigerio che si incunea nel territorio urbanizzato (e attraversato dall’autostrada) richiama, in media, 35mila bagnanti a stagione.

Fra le righe del messaggio municipale, recapitato nei giorni scorsi ai consiglieri, fa capolino in modo chiaro che da lì, dal comparto di San Martino, per il prossimo futuro la piscina non la sposta nessuno. Anzi, in avvenire, si fa capire, si potranno superare pure i limiti di spazio che oggi impediscono di immaginare il “rinnovamento completo e l’ampliamento a breve-medio termine delle strutture”. In effetti, esplicita l’esecutivo, potrebbe aprirsi un’opportunità “con la possibile dismissione fra qualche anno degli adiacenti pozzi di captazione di San Martino”. Un’eventualità, quest’ultima, che potrebbe, però, far discutere la politica locale. L’autorità cittadina, in ogni caso, non nasconde di pensare a uno stabilimento balneare in linea con gli standard più moderni. Il che induce ad approfondire “i necessari presupposti pianificatori in funzione pure di un eventuale centro di respiro regionale”. Per il momento, come si legge nel documento, ci si limiterà, però, a “proporre le soluzioni indispensabili a un funzionamento efficiente della piscina comunale nella sua configurazione odierna, in modo da continuare a garantire per un congruo numero di anni il medesimo, normale servizio alla popolazione”. In questo modo, si riconosce, si potranno scongiurare “i rischi di chiusura per guasti, situazioni assai spiacevoli già verificatesi in passato”. Negli anni, dall’inaugurazione nel giugno 1975, di lavori di adeguamento ne sono stati eseguiti – in particolare dal 1989 in poi – e in più occasioni. Gli ultimi, più consistenti (anche finanziariamente), comunque, sono stati ultimati nel 2014. Una perizia condotta nel 2017 dall’Ufficio tecnico comunale ha rivelato, di fatto, “diverse problematiche che possono essere risolte solamente attraverso una corposa azione di manutenzione straordinaria a breve termine”. Tant’è che quest’anno si è ritenuto, come detto, di intervenire d’urgenza su alcuni impianti utilizzando un credito in delega di 150mila franchi; e ciò nel rispetto anche delle norme stingenti “in fatto di sicurezza”.

Tra le opere messe in cantiere spicca, invece, la creazione di un’area di giochi e fitness ex novo, da ricavare “nello spazio attualmente occupato dal tavolo da ping-pong, dove sono presenti alcune piante di quercia, nella zona sud della piscina”. Un angolo ombreggiato dove dedicarsi all’esercizio fisico, e a tutte le età, e che si progetta di realizzare entro l’autunno 2020. Il pacchetto di misure di risanamento include, però, anche altri lavori. È il caso, come si illustra nel messaggio, della sostituzione dei “teli impermeabilizzanti che rivestono internamente le vasche olimpionica e media”, che comporteranno pure la sistemazione delle lastre in cemento perimetrali. Inoltre, verranno rimpiazzati gli armadietti più usurati degli spogliatoi, che saranno dotati di un locale per le persone disabili. L’operazione di restyling tecnico e dei servizi non si esaurirà qui. Nei piani vi è, in effetti, una seconda tappa che si tradurrà in un nuovo messaggio. In questo caso l’attenzione si focalizzerà sull’impianto di riscaldamento dell’acqua delle vasche che oggi, si annota, risulta essere “vetusto”. L’analisi tecnica, da completare, si estenderà pure al sistema di produzione del calore e dell’elettricità – che adesso fa capo al gas naturale –, prendendo in considerazione un impianto di telegestione. Un orientamento che si inserisce nello studio in atto da parte delle Aziende industriali su di un “sistema di riscaldamento centralizzato per tutto il comparto di San Martino, privati compresi, per i quali è stato recentemente indetto un sondaggio per conoscere la loro disponibilità”. A rimanere aperto, per contro, è un altro aspetto legato alla collocazione della piscina. Lo stabilimento, ammette il Municipio, soffre “dell’inquinamento fonico dovuto alla mole di traffico che scorre incessantemente sulla vicina autostrada”. Tant’è che nel 2011, ricorda, “era stato demandato allo studio Ifec di Rivera uno studio fonico in tal senso, sulla scorta dell’eventuale recupero dei pannelli fonoassorbenti ricavati dalla modifica del progetto di risanamento della tratta ferroviaria in zona Capolago”. Poi non se ne fece niente.

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