Mendrisiotto

Una palestra doppia per Chiasso

L'opzione è sul tavolo del Dipartimento educazione, cultura e sport per rispondere alle esigenze di Mezzana e Centro del tessile. Ma non è la sola

archivio Ti-Press
20 ottobre 2018
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Ora che il Mendrisiotto sa a quanto ‘ammonta’ il suo patrimonio in strutture sportive, non è detto che nei prossimi anni il capitale di impianti possa anche crescere. Di progetti nei cassetti dei Comuni, in effetti, non ne mancano. Ma pure il Cantone non intende tirarsi indietro. Marco Bignasca, capo dell’Ufficio sport del Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs), seduto martedì scorso al tavolo dei capi dicastero sport del Distretto (come riferito da ‘laRegione’ dell’11 ottobre), lo ha fatto capire in modo chiaro. Questa è la regione messa meglio quanto a infrastrutture comunali e cantonali accessibili alle società sportive. Qualche carenza, però, rimane. Tant’è vero che al Decs si sta pianificando un intervento a Chiasso, futura sede del Centro professionale tecnico del tessile. Nel comparto scolastico potrebbe prendere forma, infatti, una palestra doppia. «Nella cittadina di confine – ammette Bignasca – siamo con l’acqua alla gola. In effetti, abbiamo avviato una riflessione sulla costruzione di una doppia palestra nel comparto delle scuole medie ed Elementari». Sullo sfondo c’è, di fatto, il progetto di complesso sportivo polifunzionale di Vacallo fermo al palo del referendum, ma al quale a livello cantonale sarebbero «molto interessati». Quindi si è dovuto prevedere un’uscita d’emergenza? «A Chiasso abbiamo bisogno in tempi relativamente brevi di una struttura capace di rispondere alle esigenze della nuova scuola professionale e alle necessità del Centro professionale del verde di Mezzana, a cui servono spazi per lo sport dove indirizzare gli alunni. Senza trascurare, poi, la possibilità di avere un margine di manovra per la scuola media locale». La capacità della palestra del Centro professionale commerciale, realizzata 7 anni orsono, è già arrivata al limite, ci conferma il capo dell’Ufficio sport. Certo ce ne vorranno altrettanti se non di più per avere sotto mano un altro impianto. «Sono i tempi dell’ente pubblico. Il bisogno per le scuole cantonali, in ogni caso, c’è. Inoltre, si lavorerà con le società sportive locali per integrare anche i loro desiderata». Non a caso, se ci fosse l’agio sufficiente si sarebbe optato per una tripla palestra, per ottimizzare i costi e le superfici a disposizione.

Progetti in cantiere

Per Chiasso è di sicuro una buona notizia. Anche altrove (Comuni e sodalizi), però, hanno delle aspirazioni. Viene da chiedersi come le nuove iniziative allo studio si possano inserire nella pianificazione cantonale. Alla mente di Marco Bignasca, da uditore, si fanno largo due progetti in particolare, due palestre in realtà: la prima la si immagina a vantaggio delle arti marziali, la seconda concretizzerebbe un impianto per la ginnastica attrezzistica. «Nel secondo caso – ci conferma il capo ufficio – il potenziale c’è eccome». Il dossier è già approdato davanti all’Ufficio fondi Swisslos e Sport-toto al fine di ottenere un finanziamento pubblico. Diverso il discorso per una struttura dedicata alle arti marziali. «A questa disciplina – ci fa capire Bignasca – serve una superficie ben delimitata e attrezzata, che di giorno non viene utilizzata. Quindi abbiamo reso attenti società e autorità su questa tipologia di investimento, quanto a rapporto fra costi di gestione, ore di utilizzo e polivalenza. Altre esperienze in Ticino ci dicono che si tratta di un’operazione onerosa, anche perché è difficile abbinare questa palestra ad altri utilizzi». Ad avere già trovato fruitori e potenziale è, invece, il Comune di Stabio, che ha in cantiere una palestra tripla dotata di sala polivalente. «Ben vengano questi progetti, a maggior ragione se hanno una copertura efficace – ribadisce il capo dell’Ufficio sport –. Del resto, stanno già gettando un occhio al campus Supsi e all’Accademia. Da parte nostra siamo pronti a dare una mano nella progettazione con i nostri tecnici». Un invito che potrebbe raccogliere pure Mendrisio. Città che, a sua volta, sta ragionando su una piscina coperta (che avrebbe valenza regionale e di cui si sente la mancanza) e un campo di calcio sintetico all’Adorna. Ma nella Città il tema sensibile (almeno per la piscina) è un altro: l’uso del territorio (si legga Valera).

Tocca alla politica

Per il futuro nel Mendrisiotto un’idea c’è: creare un ente gestore a cui affidare la sovrintendenza delle strutture sportive del Distretto. Visto dal Decs che effetto fa? «Darsi una mano può fare solo bene. In questa ottica lo vediamo in modo molto positivo – ci dice Marco Bignasca, capo dell’Ufficio sport del Decs –. Detto altrimenti, ciò che hanno in mente di fare è perfetto. La sera dell’incontro mi sono permesso di ricordare che gli sportivi sono già aggregati. A seconda delle diverse attività sportive esiste già un tale movimento – si pensi ai raggruppamenti calcistici, ndr –. Più ci si aggrega, più ci si coordina: è nell’interesse di tutti. Il Cantone, però, si ferma qui. Non tocca a noi convincere della bontà dell’idea. Francamente, qui ci si riallaccia al discorso dell’aggregazione comunale». Il Gruppo di lavoro coordinato da Chiasso, Mendrisio e Coldrerio è pronto: adesso a lanciare il segnale deve essere la politica locale. «Infatti, mi sono permesso di dare un suggerimento: se la proposta di un ente autonomo o un consorzio a cui affidare la gestione degli impianti piace, è bene partire – esorta Bignasca –. Interpellare tutte le società attive sul territorio significherebbe bloccare tutto. Siamo latini e campanilisti. Serve, quindi, un cambio d’attitudine da parte delle autorità dei Comuni del Distretto. Da parte sua, il Cantone è ben contento». Se non quella dell’aggregazione (a breve, almeno), occorre, insomma, trovare la strada della collaborazione intercomunale? «Con il suo studio il Gruppo di lavoro ha scattato una fotografia efficace della situazione nella regione, i presenti erano tutti più che convinti del progetto. Adesso la parola passa, come detto, ai Municipi, i quali hanno preso l’impegno di ritrovarsi fra qualche mese. D’altro canto – fa notare il capo dell’Ufficio sport –, è anche una questione finanziaria, a fronte di impianti che stanno arrivando alla fine di un ciclo». Il che, ci fa capire, vuol dire mettere in conto investimenti importanti per manutenzioni e rinnovi. «Anche a livello cantonale stiamo facendo delle valutazioni, ad esempio sulle piscine coperte». Il che apre altresì il discorso sulla gratuità degli impianti pubblici. È finita un’era? «Ne è cominciata un’altra, quella in cui occorre calcolare i costi di manutenzione e ammortamento, e non solo nell’edilizia sportiva. Sarà una bella sfida».

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