Mendrisiotto

Strutture sportive del Distretto, ecco la mappa

Presentati i risultati del censimento su impianti (pubblici e privati) e associazioni. Adesso si pensa a un ente gestore regionale

(foto Ti-Press)
13 ottobre 2018
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Il Mendrisiotto... sportivo da oggi ha una maggiore consapevolezza di sé. Ma soprattutto ha contezza di quale sia il suo patrimonio di impianti e strutture (un centinaio in tutto) sparso sul territorio regionale e di cosa manca per rispondere alle esigenze di società e cittadini-atleti. L’obiettivo a livello distrettuale, del resto, lo si rincorreva da tempo: avere un quadro d’insieme della situazione. Un anno e mezzo fa ci si è rimboccati le maniche, e ora il Gruppo di lavoro, capofila Chiasso, Mendrisio e Coldrerio, ha tagliato il suo primo traguardo, forte dell’operato di professionisti (la Comal) e del sostegno finanziario dell’Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio. È tutto nelle risultanze dello studio presentato, martedì sera a Coldrerio, ai capi dicastero Sport, riuniti nella sala del Consiglio comunale (come riferito da ‘laRegione’ di ieri). A prenderne visione erano presenti anche i responsabili del Dipartimento educazione, cultura e sport. Decs che ci mette anche del suo (quanto a palestre) per ovviare alla carenza di spazi che costringe i sodalizi, numerosi e vivaci, a peregrinare per la regione. Andiamo subito al sodo: come è stato recepito questo lavoro? «I capi dicastero hanno accolto favorevolmente il documento – ci conferma Davide Lurati, responsabile per il Comune di Chiasso –; non solo, si sono detti fondamentalmente concordi nel proseguire su questa strada. Forse non ci si è fatto caso, ma è la prima volta che abbiamo fra le mani un dossier del genere». In effetti, oggi si può ben dire che il Mendrisiotto conosce la mappa puntuale delle strutture sportive esistenti – sul piano pubblico e privato – e delle associazioni attive sul territorio. «Di più: sappiamo anche quali sono i progetti in corso (sette in totale, ndr). E grazie al sondaggio condotto fra Comuni e società – rende attenti Lurati – abbiamo una visione delle necessità espresse dalle autorità locali e dagli stessi attori sul terreno. Già si potevano intuire, ma ora sono chiare: le mancanze prioritarie sono nell’ambito delle palestre, assieme alle piscine coperte e ad almeno un campo sintetico di calcio». Progetto, quest’ultimo, che si trova già sul tavolo del Municipio di Mendrisio. Certo martedì a Coldrerio non ci è si è fatti mancare nemmeno il confronto. «È stata, però, una discussione proattiva», annota il capo dicastero Sport chiassese.

‘È un punto di partenza’

Gruppo di lavoro e amministratori, in ogni caso, ne sono coscienti: lo studio è un punto da cui ripartire. «Il gruppo – ci conferma Lurati – si ritroverà ancora questo mese per consolidare l’incarto e definire i prossimi passi». Ai capi dicastero, ci fa capire, toccherà fungere da ambasciatori nei vari Municipi del Mendrisiotto. «A noi spetterà, invece, il compito di presentare delle proposte concrete. Adesso sarà importante, però, ricevere un segnale politico, che io auspico positivo. Senza un tale consenso non si potrà procedere verso l’obiettivo futuro». Di cosa si tratta? «L’idea è quella di creare un ente o un consorzio, in altre parole un organo in grado di gestire nella sua globalità le strutture sportive distrettuali». Il tema è delicato. «Di fatto, di strada da fare ce n’è ancora. Siamo alle porte del 2019, occorre uscire dall’orticello di casa, quindi serve un cambio di mentalità, anche a livello strategico». Ecco perché l’atto iniziale dovrà essere la condivisione del principio da parte di tutti gli esecutivi.
«Sarà importante – ci fa presente il capo dicastero Sport di Mendrisio Paolo Danielli – operare in un’ottica più unitaria e razionale nella gestione degli impianti e al contempo nella valutazione di opere (come la piscina coperta) e priorità che richiedono un Mendrisiotto compatto, in particolare in un momento finanziariamente difficile». Progetti comunali e aspirazioni societarie, del resto, ci sono e sono stati dichiarati. «Collaborare – osserva ancora Danielli – ci darebbe modo di evitare doppioni e gli errori del passato, e di essere costruttivi, anche dal punto di vista dell’uso del territorio e dei Piani regolatori». La sfida è aperta.

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