Mendrisiotto

'La stazione di Chiasso? Ha i suoi numeri'

Il tema dei posti di lavoro allo scalo cittadino per i deputati momò resta caldo. L’autorità cantonale: ‘Vigiliamo e collaboriamo in nome di soluzioni condivise’

(foto Ti-Press)
12 giugno 2018
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Sono oltre 700 i ferrovieri che oggi gravitano attorno alla stazione di Chiasso. Le Ffs hanno fornito i dati; e il Consiglio di Stato (CdS) li ha allineati. Difficile leggere fra le pieghe di numeri che, di fatto, rispecchiano il presente e poco dicono della perdita di velocità dell’occupazione nel comparto ferroviario locale negli anni. I granconsiglieri del Mendrisiotto, in testa il Ppd Giorgio Fonio, si aspettavano ben altro. Innanzitutto perché la percezione, qui sul territorio, è diversa. Eppoi perché le richieste rivolte al governo erano chiare: fissare una radiografia dei posti di lavoro Ffs a Chiasso e nel Mendrisiotto dal 1990 a oggi e valutare l’impatto che le trasformazioni in atto sul piano tecnico e delle infrastrutture avranno sullo scalo cittadino. Domande e preoccupazioni alle quali, ci fa capire Fonio, l’autorità cantonale non ha dato seguito. Di conseguenza, il drappello di parlamentari della regione ha deciso di tornare alla carica; e ha l’intenzione di riproporre gli stessi interrogativi in un atto parlamentare... bis. Fotografata, negli anni, la situazione in Ticino, le cifre delle Ferrovie mostrano come fra il 2003 e il 2017 gli impieghi a tempo pieno non abbiano più oltrepassato l’asticella delle 2mila unità (come è accaduto nel 2003). Il punto più basso dell’occupazione a livello cantonale lo si è registrato nel 2009, con 1’793 unità. Poi si è assistito a una ripresa numerica di personale, fino al 2016. L’anno scorso, infatti, la curva è tornata a scendere: da 1’979 a 1’942 posti di lavoro. Quanto a Chiasso? Come detto il Cantone ferma la sua attenzione al 2018; ricordando che, in fondo, il numero degli addetti di settore nella cittadina “supera ampiamente il 25 per cento degli effettivi totali”; e che oltre il 40 per cento dei dipendenti Tilo sono attribuiti al deposito cittadino. E sui tagli? Sulla base dei dati presentati, spiega il CdS, “non è possibile confermare l’entità di un’eventuale perdita di posti di lavoro a Chiasso”. In ogni caso, tiene a ribadire il governo, “l’autorità cantonale accompagna con costante impegno e attenzione, nonché un approccio fermo ma collaborativo a tutti i livelli istituzionali, i progetti delle Ffs, che sono un importante attore economico del nostro cantone. Questa collaborazione avviene con l’intenzione di giungere a soluzioni d’interesse comune e a favore della mobilità, dell’occupazione e dello sviluppo economico”. Certo, richiama il Cantone, le Ffs non possono ignorare l’evoluzione tecnologica e della rete, che avrà, si riconosce, delle ripercussioni “sulla tipologia del attività e delle professioni, nonché dell’ubicazione dei posti di lavoro”. Fatto strada ad AlpTransit, sarà così anche dopo l’apertura del tunnel di base del Ceneri (dal 2020) e il potenziamento del servizio regionale Tilo (il cosiddetto ‘Metro Ticino’). In effetti, si ammette, “ci sono stati e ci potranno essere degli spostamenti di personale fra i diversi luoghi anche in Ticino. Le Ffs – si rassicura – hanno però assicurato che si tratterà soprattutto di spostamenti all’interno del cantone”.

L’investimento sullo scalo? ‘Mirato’

Inevitabile, quindi, da parte dei granconsiglieri del Mendrisiotto temere che pure gli ammodernamenti in atto alla stazione di Chiasso – opere per circa 245 milioni sul fronte delle merci e dei viaggiatori – portino dei cambiamenti e ulteriori decurtazioni a livello occupazionale. L’investimento, fa presente il Cantone, è “finalizzato a rendere più attrattivo ed efficiente il trasporto su ferro”, incidendo su “capacità, sicurezza e comfort dei passeggeri”. E se c’era bisogno ancora di una conferma, anche il CdS fa sapere ai deputati che “la stazione di Chiasso viaggiatori sarà automatizzata e gestita dalla Centrale di esercizio di Pollegio. Grazie ai sistemi di gestione e controllo ferroviario di ultima generazione – annota il governo nella sua risposta –, sarà così aumentata la sicurezza della circolazione ferroviaria all’interno del nodo di Chiasso come per il traffico internazionale”.

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