Mendrisiotto

La rivoluzione tessile viene da Stabio

Un ingegnere, Bhavesh Naik, ha avuto un'intuizione. Applicare la tecnologia digitale al rito del fare la maglia e un tessuto

La collezione Ze-Knit (foto Vf International)
26 maggio 2018
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La memoria del filato, quella, rimane intatta. Lavorare a maglia o tessere una stoffa, però, non sarà più la stessa cosa. Non dopo aver applicato la tecnologia digitale alla progettazione e alla produzione di un maglione o di una giacca. A ben vedere l’intuizione di Bhavesh Naik, 47 anni, ingegnere, è una sorta di piccolagrande rivoluzione nel settore dell’abbigliamento. Una svolta che apre ampie prospettive di sviluppo. E lo fa cambiando punto di vista quanto a funzionalità di un abito, impatto sull’ambiente e processo industriale. L’importante, ci fa capire, è procedere un passo alla volta. Il primo compiuto dal direttore sviluppo, prodotto e innovazione di Napapijri, uno dei marchi della Vf international di Stabio, dà forma a una linea, Ze-Knit – composta da diciannove capi per uomo e donna –, che si affaccerà sul mercato a partire dal prossimo agosto. Dopo aver lavorato al progetto per un anno e mezzo, Naik, in ogni caso, guarda più lontano. A quando – non fra molto tempo – il consumatore potrà ordinare un maglione o un paio di pantaloni (quasi) a sua immagine e somiglianza e poi ritirarlo nello spazio di 24 ore. La chiamano “personalizzazione di massa”.

Quindi si unirà la sapienza antica (come la confezione su misura) con la tecnologia spinta. È così? «In un certo senso sì – ci dice il suo ideatore –. La smacchinatura è un processo che conoscevano bene anche i nostri nonni: a loro bastavano due aghi e un rotolo di lana – ricorda Bhavesh Naik –. In seguito questa tecnica ha avuto la sua evoluzione, passando dal manuale all’industriale, come nel caso della tessitura. Per anni questo è stato il mondo dell’abbigliamento. Un mondo che resterà tale ancora per 10-20 anni forse». E che nel frattempo per abbattere i costi della manodopera ha spostato il suo baricentro produttivo per lo più verso l’Asia. Con la sua idea, insomma, sta cambiando paradigma. «Oggi con la tecnologia della maglieria computerizzata partiamo da un singolo filato – che sia naturale o sintetico, ndr – e riusciamo a realizzare un maglione seguendo un percorso digitale, come accade nella stampa in 3D – tridimensionale, ndr –, risparmiando sulla materia prima fino al 30 per cento. E ciò per noi è molto importante, non solo dal profilo finanziario, ma altresì per gli effetti ambientali del processo produttivo. Pensiamo, del resto, che sia nostra responsabilità trovare un modo alternativo di confezionare capi d’abbigliamento riducendo l’impatto sulla natura».

Un altro aspetto interessante è, appunto, aver saputo intrecciare la tradizione e la modernità in una macchina. «Neanche troppo ingombrante – ci mostra l’ingegner Naik, misurandone le dimensioni sul tavolo che ci separa –. E questo grazie a un software che invia le istruzioni, pure del design – rigorosamente ergonomico, ci spiega ancora, ndr –, a una macchina. All’operaio spetta poi inserire i filati e premere un bottone. Di conseguenza, tutto questo ci permetterà, domani, di posizionare la macchina dove vogliamo. Non siamo vincolati ad avere una manodopera con conoscenze mirate». Un cambiamento sorprendente. «Si dice che il lavoro diminuisce. È calato perché mancano le competenze. Negli ultimi 20 anni il settore è scomparso in questa parte del mondo – richiama il dirigente –. Se riusciamo a ‘guidare’ queste macchine e a riportare qui la capacità produttiva, bè, per me sarebbe un sogno incredibile». E senza accantonare del tutto il sapere manuale. «Il capo perderebbe di fascino. Certo rimane difficile trovare le competenze ».

Come gruppo avete obiettivi precisi? «Questa è una tecnologia che in futuro ci darà, come detto, la possibilità di avvicinare la produzione al consumatore ». Un aspetto non trascurabile per chi si muove sul mercato vendendo moda. «Senza dimenticare che accorciare la filiera ridurrà notevolmente anche l’impronta di carbonio di ogni articolo. Avremo gli strumenti per cambiare modello». Il futuro è dietro l’angolo? «Per noi sì». Procedendo per gradi, dopo la nuova linea, che punta su comodità, vestibilità e funzionalità, il secondo passo sarà dunque la realizzazione personalizzata del capo: dalla maglietta al cappotto, passando per un completo elegante. Il tutto a costi abbordabili: da 79 a 449 euro.

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