Mendrisiotto

'Mi dispiace' e l'ha strangolata con una sciarpa

Si è aperto il processo a Michele Egli, reo confesso dell'omicidio di sua cognata nel 2016 a Stabio: “Ha agito con particolare mancanza di scrupoli”.

15 maggio 2018
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È gremita l’aula penale di Lugano per l’inizio del processo a Michele Egli, il 43enne reo confesso per l’uccisione di Nadia Arcudi, la maestra delle scuole elementari di Stabio. Il delitto risale al 14 ottobre 2016. Il dibattimento si svolge davanti alla Corte delle Assise Criminali di Mendrisio presiedute dal giudice Amos Pagnamenta.

L’atto d’accusa firmato dalla Procuratrice pubblica Pamela Pedretti è composto da 11 pagine. Il reato principale è quello di assassinio. I fatti si sono svolti tra le 19.04 e le 19.50. Egli ha agito “con particolare mancanza di scrupoli nell’intento di eliminare con futile movente” Nadia Arcudi. A suo dire, in quel momento la cognata “lo stava accusando con tono acceso e ingiustamente, di non aiutarlo nella contesa famigliare in corso ormai da mesi che la vedeva opposta alla madre e alla sorella avente per oggetto il futuro acquisto da parte della vittima dell’abitazione nella quale viveva”.

Nadia Arcudi è stata dapprima colpita al capo con una bottiglia di vetro. Colpo che l’ha stordita. Egli, come si legge nell’atto d’accusa, “si è sfilato la sciarpa che indossava, cingendola poi attorno al collo della cognata e tirandone le estremità anche quando lei tentava invano di difendersi cercando di colpirlo con alcune manate, appoggiando a un certo punto la propria fronte tra i capelli della vittima dicendole ‘mi dispiace’, cessando di strangolarla solo quando era sdraiata a terra inerte”. Il corpo della donna è poi stato infilato in due sacchi dell’immondizia, trasportato fino al garage e trasportato nei boschi di Rodero, dove è stato rinvenuto due giorni dopo.

Egli deve rispondere anche di turbamento della pace dei defunti e ripetuta appropriazione indebita. L'uomo è difeso in aula dagli avvocati Maria Galliani e Luca Marcellini. Gli accusatori privati sono rappresentati dagli avvocati Stefano Rossi, Claudio Luraschi e Mario Postizzi.

 Il processo continua con l’interrogatorio dell’imputato. Nel pomeriggio di domani verrà ascoltato il perito dr. Carlo Calanchini. Al termine dell’audizione la Corte si riunirà per una breve camera di consiglio per valutare se sono date le premesse per continuare con la perizia agli atti o se occorre chiederne una nuova. Nella migliore delle ipotesi la sentenza sarà pronunciata venerdì pomeriggio.

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