Mendrisiotto

Nasce un gruppo per la politica idrica

Il Gruppo acque del Mendrisiotto (Gam) mette allo stesso tavolo 8 attori. Si occuperà di gestire azioni e risorse in modo coordinato

Ti-Press
23 aprile 2018
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L’acqua è un bene prezioso. Nessuna regione lo sa più del Mendrisiotto. Negli anni sono stati tanti, troppi, gli ‘attentati’ a fiumi e torrenti locali. Per non parlare degli inquinamenti delle fonti idriche: il pozzo B4 a Coldrerio, il Pozzo Polenta a Morbio Inferiore. Casi che da queste parti restano indigesti, ma soprattutto non si dimenticano. Ecco che unire le forze di chi di acqua si occupa tutti giorni– dalla distribuzione alla depurazione, passando per la cura degli ambienti fluviali e alle condotte –, è sembrato il modo più efficace per avere più voce in capitolo; anche agli occhi del Cantone. È sgorgata così l’idea di dare vita al Gruppo acque del Mendrisiotto (Gam). Un gremio di lavoro deciso a puntare su una politica di gestione integrata delle acque nella geografia del distretto (Basso Ceresio incluso) e che è riuscito a far sedere allo stesso tavolo i due Consorzi depurazione acque di Chiasso e Mendrisio (e dintorni), le Aziende delle due città polo e di Stabio, l’Acquedotto regionale del Mendrisiotto (Arm) e i Consorzi manutenzione arginature. Stretto il patto, nei giorni scorsi il Gruppo ha bussato alle Cancellerie comunali e al Dipartimento del territorio per presentarsi e chiedere un incontro ai servizi cantonali. La parola d’ordine? Coordinarsi, forti della convenzione sottoscritta il febbraio scorso.

Ora i Comuni della regione – il territorio del Gam fa riferimento a 17 Comuni – sanno di avere un alleato in più. Un interlocutore che si muoverà su due piani: quello politico (attraverso i rappresentanti degli attori in campo) e quello puramente tecnico. E le premesse per far fruttare questa collaborazione intercomunale ci sono tutte. Anche perché gli enti continueranno ad operare in piena autonomia. La missione del Gruppo è chiara e sintetizzata nella missiva in quattro punti. Innanzitutto, si spiega nella lettera appena imbucata, vi è l’obiettivo di “migliorare la coordinazione degli interventi con impatto territoriale – con particolare riferimento alle acque – e la condivisione di visioni e informazioni”. In secondo luogo, ci si prefigge di “attuare una gestione integrata delle acque attraverso una pianificazione strategica regionale concordata, a sua volta frutto di una condivisione e ponderazione di interessi e obiettivi a scala di bacino imbrifero”. Di conseguenza si confida di diventare un punto di riferimento e non da ultimo ci si impegna a promuovere “campagne di informazione e sensibilizzazione”. Un programma di cui si sono già poste le basi nei primi incontri del Gruppo.

In effetti, non è la prima volta che nel Mendrisiotto si sente l’esigenza di fare quadrato attorno a tematiche comuni. È accaduto, ad esempio, anche sul versante degli impianti sportivi. Per Marco Tela, vicepresidente del Consorzio depurazione acque Mendrisio e dintorni, è un punto di forza. Il sasso nello stagno anche in questo caso lo ha lanciato lei. Cosa si pensa di ottenere con il Gam? «Per cominciare un maggiore peso specifico – ci conferma subito Tela –. Del resto, ci sono sempre più dei grandi progetti che toccano il territorio e, quindi, anche gli enti che si occupano di gestire le nostre risorse idriche. Poterli affrontare con un Gruppo simile, mettendo in comune le conoscenze e le esperienze e muovendosi di concerto, può dare più efficacia all’azione regionale. Non a caso, lanciato l’invito, nessuno si è chiamato fuori». Quella del Gam è un po’ una prima. «Che è stata accolta da tutti in modo positivo – ribadisce il vicepresidente del Consorzio –. D’altra parte, il Gruppo ci potrà aiutare a trovare delle soluzioni che vadano bene a tutti». Lei ha parlato di peso specifico. «Penso alla Legge sulle acque messa in consultazione – esplicita Tela –: ecco il Gam potrebbe dire la sua e porsi come interlocutore del Dipartimento del territorio. Certo, man mano che si porranno le questioni, vedremo come gestirle: è un po’ una scommessa». E i temi non mancano. «È indubbio: dalle microplastiche con cui sono confrontati i depuratori all’approvvigionamento idrico». Senza trascurare il nodo delle zone di protezione ancorate ai Piani regolatori, che non mancheranno di far discutere in vista della captazione a lago su cui fa leva l’Acquedotto regionale.

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