Mendrisiotto

I falsi nipoti ci provano ancora

Il fenomeno segnala una recrudescenza. A Chiasso, però, una nonna accorta e i suoi veri parenti smascherano il tentativo di truffa

(Ti-Press)
17 febbraio 2018
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I falsi nipoti sono tornati a colpire sulla scena ticinese. In realtà, gli investigatori se ne erano già resi conto nel giugno del 2017 quando, dopo tre anni di relativa calma, gli impostori si erano riaffacciati di nuovo nel Luganese, riuscendo peraltro nel loro intento. Da quel momento è stato un crescendo. In particolare dalla seconda metà dell’anno scorso, ci confermano dal Servizio stampa della Polizia cantonale, si è registrata, infatti, una recrudescenza del fenomeno, che interessa il cantone da sud a nord. E in alcuni casi i truffatori hanno fatto centro. Anche loro, però, stanno iniziando ad avere vita dura. Se da un lato le autorità hanno fatto scattare le manette, dall’altro le potenziali vittime si sono fatte più accorte. La campagna di sensibilizzazione, insomma, mostra di dare i suoi frutti; e le segnalazioni, sempre più tempestive, dei cittadini hanno già permesso di sventare più di un tentativo, oltre che di risalire ai responsabili.

Certo la battaglia non è ancora vinta. Soprattutto ora che i falsi nipoti che si annunciano telefonicamente ai loro ignari interlocutori, una volta persuasa la persona a consegnare loro una cifra di denaro, inviano poi un intermediario – inconsapevole – a ritirare la busta. È questo lo scenario delineato nell’ultimo caso che si è verificato a Chiasso a metà gennaio. In quella circostanza l’‘anonima truffe’, sentendo il fiato sul collo degli inquirenti, non ha più fatto capo a un membro della banda – in genere una donna, come la 21enne cittadina polacca pizzicata a Tenero a inizio gennaio –, ma si è avvalsa di una tassista residente nel Mendrisiotto per mettere le mani sul pacco (e quindi sul denaro). Una corsa che alla conducente del taxi, però, è costata cara: una denuncia per complicità nel tentativo di truffa. Nel frattempo, si sono definiti i profili delle persone che architettano i raggiri: si tratta di cittadini dell’Est Europa, in particolare provenienti dalla Polonia e di stanza in Germania, che agiscono in banda e a livello internazionale. Sono invece per lo più di una certa età e donne le loro vittime: ad oggi a finire in trappola sono stati in prevalenza cittadini di origine tedesca.

Dai nipoti ai benefattori

L’invito, oggi come ieri, della Polizia è quindi quello di non abbassare la guardia. Anche perché le variazioni sul tema sono diverse. All’altro capo del filo si possono presentare falsi nipoti (o parenti), ma anche conoscenti o amici di famiglia fasulli e tutti in difficoltà economiche e bisognosi di un pressante aiuto in denaro. Preferiscono agire, invece, sulla pubblica via (o direttamente a domicilio) altri impostori sulla piazza. È il caso dei falsi benefattori. In genere si muovono in coppia (anche se fanno parte di vere e proprie bande organizzate), il primo alla guida di un’auto, il secondo a piedi. Il fine è sempre lo stesso: convincere la vittima a consegnare loro una cifra sostanziosa (si parla di alcune decine di migliaia di franchi) con la scusa di fare beneficenza o dover versare una garanzia. Un’altra tipologia è quella del falso venditore, di giacche o altri capi d’abbigliamento o pelletteria. Qui si millanta di voler vendere o, se va male, di lasciare in pegno della merce proveniente da non meglio precisate fiere in cambio di soldi o comunque di un prestito, di fatto superiore al valore di quanto rimane per le mani al truffato.

I consigli antitruffa

In ogni caso tutti gli autori dei raggiri hanno un elemento in comune: fanno leva sui buoni sentimenti delle persone, che si tratti o meno di aiutare un congiunto. Come ci si può difendere? I consigli della Polizia cantonale sono chiari: meglio diffidare (al telefono o per strada) del presunto parente o dello sconosciuto che avvicina con un pretesto; non rivelare dati personali sensibili e prendere tempo per capire le loro reali intenzioni; quindi interrompere la conversazione e contattare famigliari o persone di fiducia; non consegnare mai denaro o oggetti di valore a sconosciuti; infine allertare subito la Polizia.

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