Mendrisiotto

Mendrisio sarà da (de)gustare in sei tappe

Nel capoluogo a primavera sbarca 'FoodTrail', prima meta ticinese. Un itinerario guiderà alla scoperta del territorio, partendo da un indovinello

(Ti-Press)
16 febbraio 2018
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Nessuno lo nega. Nel Mendrisiotto si è sensibili ai piaceri della vita (e della tavola). Senza spingersi a definire i suoi abitanti degli epicurei, non è un caso se certe manifestazioni nella regione fanno sempre il pienone. Non c’è quindi da sorprendersi se è proprio da qui, dal distretto, che in genere si apre la strada a nuove forme di turismo. E non solo perché da queste parti le vie dell’enogastronomia sono (quasi) infinite, ma perché nel lembo meridionale del Ticino si trova la materia prima. Nadia Lupi, la direttrice dell’Organizzazione turistica regionale (Otr), ne va orgogliosa: «Pensiamo alla Mangialonga, che ci è poi stata copiata (ben venga), o al fatto che siamo stati i primi in Ticino a portare il ‘Grand tour’». Sarà che i momò sono animati dallo spirito del pioniere, ma presto (la prossima primavera) a sud sbarcherà un’altra iniziativa, questa volta direttamente da Oltregottardo; anzi da Herisau, Appenzello esterno. Nasce lì, infatti, ‘FoodTrail’, un nuovo modo di scoprire le città e i Borghi per ritrovare (letteralmente) il gusto di viaggiare attraverso la Svizzera.

Già presente a San Gallo, Coira, Sciaffusa e Thun, prossimamente la cartina dei promotori si arricchirà dunque di altre sei destinazioni – per lo più nella parte centrale e orientale del Paese –, tra cui, unica meta ticinese, appunto Mendrisio. Basterà seguire la mela, simbolo della proposta turistica. L’idea di portare questo progetto a sud delle Alpi è venuta a una collaboratrice di MendrisiottoTurismo, Benji Katz, dopo essersi imbattuta nel portale di ‘FoodTrail’. «Uno dei campi strategici del Mendrisiotto e Basso Ceresio – ci spiega – è l’enogastronomia, quindi è apparso subito interessante introdurre un percorso legato al cibo, uno dei punti forti del distretto». Così, preso contatto con Herisau, si è iniziato a sviluppare l’iniziativa. «In realtà in un certo senso siamo stati noi a scegliere loro», fa notare. Va detto che anche dall’altra parte del Gottardo, però, la possibilità di scendere a sud è piaciuta. Tant’è che è già stato effettuato un sopralluogo, proficuo. «Adesso – ci conferma Benji Katz, entusiasta di concretizzare questa nuova opportunità – dovremo individuare luoghi e prodotti da presentare all’escursionista: ci stiamo lavorando».

Parola d’ordine, cambiare

Il canovaccio, quello, è già scritto e ricalca lo spirito di ‘FoodTrail’: sei tappe (per ogni città) e altrettanti indovinelli che mettono sulle tracce di alimenti e piatti tipici, dunque anche dei produttori del posto. Nel capoluogo il punto di partenza sarà la sede dell’ente turistico. «Si tratta di una sorta di visita guidata – a distanza, ndr – che permette di andare, da soli o in gruppo, alla scoperta del Borgo dal profilo culturale, storico ma anche culinario. Attraverso una sfida si fa passare il messaggio in modo divertente». La novità, in effetti, è l’aspetto ludico che dà il ‘la’ a questa esperienza turistica che si vorrebbe prospettare a chi viene da fuori, ma anche agli stessi ticinesi. «In fondo il ‘prodotto’, il Borgo, c’è – richiama Benji Katz –, ed è davvero magnifico, bisogna renderlo... appetibile». E l’impressione è che ‘FoodTrail’ possa offrire la chiave giusta, anche per dare visibilità alle realtà più piccole’ della Svizzera: dal web al territorio. Del resto, la regione è pronta per farsi svelare e dall’itinerario enogastronomico ci vuole poco ad allargare lo sguardo verso il San Giorgio, il Generoso, musei e tradizioni: in una parola al patrimonio locale. «L’importante – richiama la direttrice Nadia Lupi – è osare. E noi sappiamo essere innovativi, cambiare gli schemi e proporre cose nuove».

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