Mendrisiotto

Norme fumose per la canapa light. Chiasso e Lugano respingono le richieste per aperture di punti vendita

(Gabriele Putzu)
23 agosto 2017
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L’‘erba’ si è... alleggerita, ma il problema a quanto pare no. Non nella cittadina di confine, almeno. Poco importa se la canapa in versione ‘light’ – ovvero con un tenore di Thc, il principio psicoattivo, inferiore all’1 per cento – sia legale e venduta senza problemi persino online, con portali mirati per i consumatori della Svizzera italiana, e via ‘whatsApp’. Il fatto è che sul piano normativo in Ticino non c’è sufficiente chiarezza. Un problema reale per l’autorità cittadina che, questa estate, ha voluto colmare un vuoto e ha così pubblicato un’Ordinanza sulla coltivazione della canapa e sulla vendita al dettaglio dei suoi prodotti. Ordinanza che fa appello alla Legge e al Regolamento cantonali e che oggi fa stato: scaduti i termini, nessuno ha presentato ricorso al Consiglio di Stato. Il Municipio, quindi, non vuole avere simili attività sul proprio territorio? «Non abbiamo nulla contro la canapa ‘light’ – sgombra il campo la capodicastero Sicurezza pubblica Sonia Colombo-Regazzoni –, quello che intendiamo evitare – precisa subito – è la proliferazione di questi punti vendita. Memori di quanto accaduto in passato – quando c’erano i canapai e la marijuana era pura, ndr –, non vogliamo correre il rischio di assistere allo stesso fenomeno di pendolarismo da Oltreconfine». Il vero nodo gordiano per la municipale è, però, all’origine. «Adesso – esplicita – si fa una distinzione fra la canapa ‘light’ e l’altra canapa. Ma ciò che accade nel resto della Svizzera non è esattamente quello che è successo in Ticino, ad esempio per la vendita di sigarette nella grande distribuzione. La materia, insomma, va ancora approfondita. Ed è ciò che intendiamo fare come Municipio. Non solo, auspichiamo che il Cantone prenda posizione e che chiarisca al più presto la base legale su cui poter agire». In effetti, si è consapevoli che le regole fissate a livello locale possono risultare un po’... zoppe. «Anche se l’impressione – sottolinea la capodicastero – è che siano ben viste dalla popolazione». L’esecutivo, in ogni caso, una posizione l’ha presa quando si è trovato davanti le prime due richieste. L’ha fatto staccando un preavviso negativo (l’ultima parola spetta all’autorità cantonale) tanto per la domanda per un punto vendita in viale Volta, quanto per una coltivazione indoor in via Comacini. In ques’tultimo caso, però, la partita non è ancora chiusa. Oggi per chi intende mettersi nel commercio della canapa legale sussistono delle direttive cantonali. La cittadina di confine, come detto, ha voluto compiere un passo in più e mettere dei divieti. In particolare, non sarà possibile realizzare coltivazioni e vendere al dettaglio (in negozio o in un punto vendita ambulante) l’‘erba’ e i suoi derivati nelle vicinanze di luoghi sensibili come strutture sportive o ricreative, parchi giochi, scuole, chiese e altri luoghi di culto, istituti per anziani e portatori di handicap e oratori o foyer.

Mendrisio ‘sta valutando’

Sta di fatto che, sinora, Chiasso sembra essere l’unico Comune ad aver deciso di mettere, nero su bianco, dei paletti sull’‘affaire canapa’. Lugano non ne farà nulla: non introdurrà alcuna ordinanza ad hoc. Quanto a Mendrisio? Nel capoluogo al momento sono in fase di riflessione. «Stiamo facendo delle valutazioni giuridiche in merito – ci conferma il capodicastero Sicurezza pubblica Samuel Maffi –. Di questo tema, in effetti, discuteremo nelle prossime sedute». È troppo presto, insomma, per dire se l’esempio di Chiasso sarà seguito o meno. Anche se l’amministrazione è già stata sollecitata con delle istanze puntuali. «Abbiamo ricevuto varie domande da parte di cittadini interessati alla tematica – ci spiega ancora Maffi –. Di cosa si tratta? Di richieste per la vendita in negozio ma anche per la coltivazione della canapa ‘light’». La possibilità di farne un’attività economica incuriosisce anche dalle parti del Mendrisiotto. «Ecco perché riteniamo di dover procedere a degli approfondimenti giuridici», ribadisce il vicesindaco di Mendrisio. Tramontata l’era dell’oro verde, il tema continua a dividere.

Lugano, niente fumo alla canapa light

Niente sigarette alla canapa light nella giurisdizione della Città. Nessun negozio è stato autorizzato a venderle. Tutte le tre/quattro richieste formulate al Municipio di Lugano da rivenditori al dettaglio (edicole) sono state negate. Le decisioni risalgono alla metà del mese scorso e poggiano sulla legge cantonale che regola la coltivazione della canapa e la vendita al dettaglio dei suoi prodotti e sulla legge edilizia cantonale. Il Municipio si è insomma basato sulla legislazione vigente che vieta le attività di questo genere in contesti e luoghi ritenuti sensibili (scuole, istituti, parchi gioco, luoghi destinati ai giovani eccetera). A Lugano non è stata adottata un’ordinanza specifica, come invece è stato fatto a Chiasso (cfr. pag. 12). Il parere giuridico emerso dall’amministrazione ha ritenuto che non fosse necessaria. È sufficiente l’articolo 6 della legge cantonale sulla canapa. Anche perché su questo genere di richieste i Comuni sono chiamati a formulare preavvisi, mentre le decisioni definitive spettano alla Polizia amministrativa cantonale che, nei casi luganesi, li ha confermati tutti. «Ricordiamo però che in altri cantoni della Svizzera la vendita di tali prodotti non è limitata né vietata – osserva Michele Bertini direttore del Dicastero polizia di Lugano – e che tramite internet è possibile ordinarle e ricevere pacchetti di sigarette alla canapa direttamente al proprio domicilio». Quanto alla possibilità di consumo di sigarette alla canapa light da parte degli agenti di Polizia della città di Lugano, spiega Bertini, «per ragioni di opportunità e di immagine del corpo, abbiamo deciso proprio ieri mattina di adeguarci alla direttiva adottata a livello cantonale che vieta di fumarle». In altre parole, capodicastero e comandante condividono quanto emanato in seno alla Polizia cantonale. Ossia che il comportamento di ogni agente dev’essere irreprensibile sia in servizio sia nella vita privata. E questo nonostante il consumo di canapa con un Thc inferiore all’1% non sia punibile in base alla legge sugli stupefacenti. La direttiva cantonale richiama e ricorda inoltre che il fumo di sigarette alla canapa potrebbe lasciare delle tracce nell’organismo tali da determinare una condizione di inattitudine alla guida ai sensi delle legge sulla circolazione.

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