Luganese

Enderlin: ‘Giro a testa alta, non devo soldi a nessuno’

Dopo nove anni, si terrà a inizio febbraio il processo nei confronti del cinquantenne ex consigliere comunale Plr di Lugano, accusato di reati finanziari

Davide Enderlin Junior in un’immagine di qualche anno fa
(Ti-Press/Archivio)
20 gennaio 2023
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Dopo nove anni, lunedì 6 febbraio Davide Enderlin Junior comparirà in aula penale per rispondere delle accuse di amministrazione infedele aggravata e di falsità in documenti. Il processo sarà celebrato alle Assise correzionali di Lugano, presiedute dal giudice Mauro Ermani.

‘L’unico danneggiato sono io’

Interpellato dalla Regione, Davide Enderlin Junior, si dice tranquillo: «Parliamo di fatti risalenti a oltre dieci anni. Di fatto, io sono l’unico danneggiato di questa vicenda, non ci sono parti civili. Ho sempre affrontato le accuse a testa alta, non devo più soldi a nessuno. Questa storia si doveva chiudere molto prima, e la pena che mi verrà inflitta, che sarà sospesa con la condizionale, sarà comunque inferiore a tutto quello che ho passato in questi anni e ai 4-5 mesi di carcerazione preventiva che ho scontato, diversi anni fa. È davvero strano che nessuno si chieda come mai il procedimento a mio carico, per il quale sono pure stato chiamato al telegiornale, finisce ora ‘solo’ alle Assise correzionali, dove giungono i casi meno rilevanti».

‘Il caso Pramac? Decreto di abbandono’

Eppure, continua il cinquantenne, «l’effetto mediatico di questa vicenda, che si trascina da nove anni, mi ha fatto apparire come il peggior criminale del Ticino. Però, è sempre la stessa storia che è passata tra le mani di tre procuratori (l’allora pp Natalia Ferrari Micocci, poi il pp Andrea Minesso). L’unico caso eclatante, che aveva fatto parecchio rumore, quello relativo al fallimento della Pramac Suisse, si è sgonfiato ed è finita con un decreto di abbandono... Non c’è molto altro da dire, se non che non mi sono mai nascosto». Per l’ex consigliere comunale Plr di Lugano, è stata «un’odissea giudiziaria. Purtroppo, ogni volta che se ne riparla sui media, sembra che sia una cosa nuova».

Presunti illeciti di tre milioni

Il cinquantenne dovrà rispondere di vicende che risalgono al periodo 2007-2013. I presunti illeciti superano, in totale, i tre milioni di franchi. Le accuse mosse a carico dell’imprenditore riguardano malversazioni in merito alla gestione di patrimoni affidati allo studio legale di famiglia. Enderlin, stando alle imputazioni, avrebbe percepito retrocessioni bancarie, per circa 1,3 milioni di franchi. Malversazioni che il cinquantenne avrebbe commesso nell’ambito di amministrazione di società, tra il 2013 e il 2014, sottraendo oltre due milioni di franchi. Parte dei soldi, stando all’accusa, sarebbero stati spesi per conquistare l’allora cantante lituana Ginta Biku e favorire la carriera artistica della giovane. Per quanto riguarda la prospettata falsità di documenti, a Enderlin viene rimproverato di aver alterato anche le schede contabili della squadra di pallavolo del Lugano, di cui all’epoca era presidente. Ma, come detto, il cinquantenne precisa che nel frattempo tutti i creditori sono stati rimborsati in base alla cifra corretta.

Un ricorso pendente a Strasburgo

Enderlin era finito nei guai con la giustizia italiana il 22 maggio del 2014 e successivamente era stato arrestato in una località in provincia Milano, con l’accusa di aver partecipato alla maxi-truffa a danno di Banca Carige. Le accuse di riciclaggio nei confronti dell’imprenditore luganese si fondavano sul presunto trasferimento a Lugano, oltre dieci anni fa, di una ventina di milioni di euro, per l’acquisto di quote dell’albergo Holiday Inn di Paradiso. Per questa vicenda, il cinquantenne nel 2018 era stato condannato a cinque anni e sei mesi, ma l’anno successivo era stato assolto in Appello. Di diverso avviso è però stata la Corte di cassazione che, sollecitata da un ricorso del Procuratore generale di Milano, aveva annullato l’assoluzione e gli aveva inflitto 3 anni e quattro mesi di reclusione. Ora, si attende la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Risale più o meno allo stesso periodo, l’avvio del procedimento ticinese nei confronti di Enderlin, per il fallimento della Pramac di Riazzino.

Il fallimento e i 130 licenziamenti

Il fallimento della Pramac Sa di Riazzino aveva destato parecchio scalpore nel maggio 2012. Scalpore e polemiche, siccome all’azienda, allora all’avanguardia nella produzione di pannelli fotovoltaici, era stato destinato un contributo cantonale di cinque milioni di franchi (sotto forma di incentivi), ricevuti per l’avviamento dell’attività ad alto valore aggiunto. La ditta, di cui Davide Enderlin era presidente del Consiglio di amministrazione, però, aveva dovuto chiudere, lasciando a casa 130 impiegati e facendo registrare passivi per circa 144 milioni di franchi. Tanto da spingere l’allora pp Natalia Ferrari Micocci ad avviare un’inchiesta penale.

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