Luganese

Sorengo dà la cittadinanza onoraria a Marili Terribilini-Fluck

Vissuta tra il 1925 e il 2011, la donna è stata riconosciuta per aver promosso il suffragio femminile e un consumo attento alle implicazioni ambientali

Un ritratto della benemerita
(Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino )
19 dicembre 2022
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"La strada per la conquista della dignità delle donne in Ticino e Svizzera è stata lunga e non è ancora terminata". Iniziava così un’interpellanza della Sinistra unita Sorengo rivolta al Municipio, che proponeva che una via del comune venisse dedicata a Maria Antonietta (detta Marili) Terribilini-Fluck. Una donna che, nel corso del secolo scorso, "si è impegnata attivamente per l’acquisizione dei diritti fondamentali per il genere femminile, sia all’interno del proprio partito che nella società civile". Annoverata fra le pioniere ticinesi, Terribilini-Fluck è stata ispiratrice e fondatrice dell’Associazione delle consumatici della Svizzera italiana (Acsi) ed è stata una delle prime donne che nel fatidico anno 1971 è stata eletta in Gran Consiglio, diventandone vicepresidente nel 1978.

Il Municipio di Sorengo ha ritenuto, però, più adeguato il conferimento della cittadinanza onoraria, iscrivendo la donna nel pubblico registro dei benemeriti. Un riconoscimento a cui ha partecipato anche la figlia maggiore Dinorah Cervini, la quale ha raccontato a ‘laRegione’ la sua «grande emozione». «Ero commossa, perché sono molto felice di quest’iniziativa del Comune – ribadisce –. Ho trovato la motivazione a questo riconoscimento molto precisa e a mia madre avrebbe fatto sicuramente piacere per l’impegno che ha dimostrato per le donne, per la parità dei diritti e per l’ambiente». Sì, perché Terribilini-Fluck è stata riconosciuta per aver contribuito allo sviluppo sociale, culturale e politico della comunità di Sorengo con la promozione del suffragio femminile, ma anche per essersi attivamente impegnata a sostegno di un modello di consumo sobrio, critico e attento alle implicazioni ambientali. Esemplare, in tal senso, fu la battaglia condotta contro la presenza dei fosfati nei detergenti, responsabili dell’eutrofizzazione delle acque.

Un accenno biografico

Marili Terribilini-Fluck nasce a Bellinzona il 22 dicembre 1925, figlia di Amalia Bonalini e di Hans Fluck, ingegnere impegnato nei lavori di bonifica del Piano di Magadino. Di formazione analista di laboratorio, nella seconda metà degli anni Quaranta lavora nel settore chimico-industriale. Nel 1951 sposa il magistrato Bruno Terribilini, da cui ha due figlie: Dinorah e Giovanna. «Mia madre – ci spiega Cervini – è rimasta vedova molto giovane, con due figlie molto piccole. Io avevo appena 4 anni. Da quel momento ha sempre lavorato, instancabilmente e con passione».

Eppure, coltivava anche passioni personali con le quali sapeva svagarsi. «Amava molto viaggiare, era appassionata di archeologia e in particolare le piacevano la Grecia antica e il popolo degli Etruschi. Per quest’ultimi aveva una vera e propria mania, credo infatti che abbia visitato ogni sito archeologico che li concerneva».

La carriera politica, fino al Gran Consiglio

Iscritta dalla fine del 1956 al Partito socialista ticinese (Pst), giunge in breve tempo a ricoprire incarichi di responsabilità. Nel 1958 viene, infatti, nominata presidente dell’Unione donne socialiste ticinesi (Udst), mentre negli anni seguenti è più volte designata a rappresentare l’Udst nella direzione e nel Comitato cantonale del Pst, oltre che nel Comitato centrale delle Donne socialiste svizzere.

L’obiettivo principale della sua attività politica, in quel periodo, è la promozione del suffragio femminile, sia all’interno del partito, sia nella società civile. Significativo, a questo proposito, è il lavoro all’interno della Federazione ticinese delle società femminili (Ftsf), nella quale ha rappresentato le donne socialiste e di cui è stata vicepresidente tra il 1973 e il 1980.

«Oggi non ci si rende più conto – annota la figlia –, ma ai tempi, impegnarsi per il voto alle donne non era uno scherzo. Ricordo che da ragazza raccoglievo la posta quando rientravo a casa e c’erano alcune lettere anonime indirizzate a mia madre con scritto "alla gallina Terribilini-Fluck", inviate da persone che non erano d’accordo con l’operato di mia madre, perché secondo loro "non bisognava dare il voto alle galline"». Ma per fortuna, queste cattiverie le sapeva prendere con filosofia. «Mia mamma aveva un forte senso dell’umorismo, per cui, anche di fronte a queste situazioni, tendeva a prenderla sul ridere. Trovare queste lettere talmente cretine la facevano divertire. A farla arrabbiare e infuriare erano altre questioni più importanti».

Nel 1971, Terribilini-Fluck risulta essere tra le prime undici donne elette in Gran Consiglio, la prima socialista accanto alle liberali Elsa Franconi-Poretti, Linda Brenni, Elda Marazzi, Alice Moretti e Dina Paltenghi-Gardosi e alle rappresentanti del Partito popolare democratico Dionigia Duchini, Ersilia Fossati, Rosita Genardini, Rosita Mattei e Ilda Rossi. Rieletta nel 1975, nel 1978 viene nominata vicepresidente del legislativo cantonale. Alle elezioni del 1979 manca, per pochi voti, il terzo mandato, ma rientra come subentrante nel biennio 1982-83.

La battaglia per la difesa dei consumatori

Negli anni Settanta, si legge nella biografia a lei dedicata dall’Associazione archivi riuniti delle donne in Ticino (di cui autrice è Isabella Rossi), "di fronte a una spirale inflazionistica che corrodeva progressivamente i redditi reali, i suoi interessi si concentrarono sulla difesa delle consumatrici". È stata infatti, "ispiratrice, artefice e fondatrice dell’Acsi, l’Associazione delle Consumatrici della Svizzera Italiana e la presiedette dal 1974 – anno della fondazione – fino al 1984".

«Mia madre, durante la sua vita era molto appassionata di politica, ma altrettanto appassionata è stata per l’Acsi, che a un certo punto della sua carriera è diventata proprio l’attività prevalente – fa presente la figlia –. Lì lavorava come una pazza, era un po’ la missione della sua vita, la politica anche ma poi l’aveva un po’ delusa».

Nel 1989 si dimette dal suo incarico nel Consiglio comunale di Sorengo, nel quale sedeva dal 1976 e si spegne il 30 settembre 2011.

Il progetto della scheda dedicata alla cittadina onoraria, approvato all’unanimità dal Consiglio comunale riunitosi martedì 13 dicembre, verrà inserito nel Registro dei benemeriti del Comune di Sorengo, consultabile dal sito internet comunale e in loco, presso l’Archivio storico.

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