Luganese

Lugano, la banda di trafficanti di cocaina resta in prigione

Inchiesta Swiss, la giudice Francesca Verda Chiocchetti infligge sei condanne inferiori alle richieste di pena, ma conferma l’atto d’accusa

Trafficata una decina di kg di cocaina
17 novembre 2022
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Sono nuovamente scattate le manette ai polsi dei sei imputati accusati di aver trafficato cocaina e sono stati riportati al penitenziario della Stampa, dopo aver ascoltato la sentenza pronunciata dalla presidente della Corte delle Assise Criminali di Lugano presieduta dalla giudice Francesca Verda Chiocchetti. Una sentenza che pone fine al processo celebrato settimana scorsa, con la condanna a sette anni di reclusione all’imputato 29enne albanese residente in Italia, difeso dall’avvocato Stefano Camponovo, considerato l’organizzatore del traffico di droga, il grossista locale della cocaina. Tutti sono stati riconosciuti colpevoli di violazione aggravata della Legge federale sugli stupefacenti e di riciclaggio di denaro. Nei confronti dell’uomo, l’accusa sostenuta dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo aveva chiesto una pena di nove anni. Sei anni di prigione sono invece stati inflitti alla compagna del 29enne, mentre la pp aveva richiesto 8 anni di carcere. Ridotta parecchio la condanna alla donna di 53 anni che aveva il ruolo di trasportare la droga dall’Italia alla Svizzera. La Corte le ha inflitto cinque anni di prigione, la pp aveva chiesto 7,5 anni di reclusione. Alla donna è stata riconosciuta l’attenuante del sincero pentimento dalla giudice Verda Chiocchetti che l’ha considerata credibile. Questi tre imputati hanno agito come una banda, nella quale ognuno di loro aveva un ruolo ben definito. Per il traffico nel Locarnese, gli imputati sono stati considerati complici e non correi, nel senso che lo spaccio è stato favorito, non organizzato appositamente.

Credibile solo la ex frontaliera

Nel giro di meno di un anno hanno trafficato una decina di chilogrammi di cocaina, poco meno di quanto prospettato nell’atto d’accusa. Atto d’accusa che quindi nella sostanza è stato accolto, con soddisfazione di Margherita Lanzillo e degli agenti antidroga della Polizia cantonale che hanno portato a buon fine l’inchiesta Swiss. Leggermente inferiori anche le condanne inflitte ai tre uomini incaricati di fornire direttamente i consumatori, soprattutto nel Luganese e in tutto il Sottoceneri ma l’attività illecita si stava espandendo anche nel Locarnese e avrebbe preso piede anche nel Bellinzonese. Al 40enne albanese sono stati inflitti cinque anni di reclusione, (invece dei cinque e mezzo chiesti dall’accusa), tre anni e tre mesi di prigione nei confronti del 27enne albanese (contro i quattro anni e mezzo richiesti dalla Pp) e tre anni e mezzo di carcere al 30enne, mentre l’accusa aveva chiesto tre anni e dieci mesi. Il quantitativo complessivo di droga spacciata è stato ridimensionato di 200 grammi dalla giudice. Gli imputati stranieri sono inoltre stati espulsi dalla Svizzera, per dieci anni, l’imputato principale, per sette anni gli altri. Verda Chiocchetti ha considerato credibile soltanto la ex frontaliera: ha sempre e solo fornito delle stime ed è stata lineare nelle sue dichiarazioni, non avrebbe avuto motivi per accreditarsi i quantitativi di droga trasportata, visto che avrebbero peggiorato la sua posizione processuale. Il principio ‘in dubio pro reo’ invocato da alcuni difensori in sede di arringa è stato ritenuto solo per un quantitativo di 200 grammi di cocaina, mentre la Corte ha considerato corroborate le tesi sostenute dall’accusa, basandosi suoi confronti delle versioni fornite dai consumatori di droga.

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