Luganese

Campione d’Italia, torna lo spettro del commissariamento

Il sindaco Roberto Canesi si dice convinto di riuscire a ripianare i debiti, nonostante la sentenza che conferma la bocciatura del piano di riequilibrio

Il casinò, a fine gennaio 2022, nella serata dell’inaugurauzione, dopo la chiusura risalente al luglio 2018
(Ti-Press/Archivio)
11 ottobre 2022
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«Il nostro Comune sarà nuovamente commissariato? Non lo posso escludere, ma non sarebbe la soluzione in grado di risolvere i problemi di Campione d’Italia. Noi ci stiamo provando e da quando siamo in carica abbiamo dimostrato di avere le carte in regola, per raggiungere l’obiettivo che ci siamo imposti: rimettere in sesto il bilancio comunale. Lo dimostra un dato contabile». Afferma convinto Roberto Canesi, sindaco dell’enclave dove il clima (e non potrebbe essere diversamente se si pensa a quanto accaduto negli ultimi anni) si è fatto pesante a seguito della decisione della sezione riunita della Corte dei Conti che, nei giorni scorsi, ha respinto il ricorso contro la bocciatura da parte della Corte dei Conti della Lombardia, che aveva ritenuto inadeguato il piano di riequilibrio per cancellare i debiti e quindi rimettere in sesto le finanze del Comune di Campione. Una bocciatura che in pratica significa continuità con il dissesto che venne dichiarato nel 2018 e ha messo in grave difficoltà l’enclave, con conseguenze pesantissime sui livelli occupazionali, scesi da 101 a 17 dipendenti e il commissariamento, con l’arrivo in riva al Ceresio del commissario Giorgio Zanzi.

Si attendono le motivazioni del verdetto

Quale dato contabile, sindaco? «Al momento di entrare in carica abbiamo ereditato debiti per 42 milioni di euro. In poco tempo, abbiamo rimborsato 12 milioni. Ne rimangono 30. Non sono pochi, ma riteniamo di essere in grado di rimborsarli, così come abbiamo previsto nel piano di riequilibrio, che ci è stato bocciato». Insomma, lei non si dimette? «Non vedo il motivo per cui debba dare le dimissioni, che nessuno peraltro mi ha chiesto. Da parte mia, della decisione dei giudici contabili ho immediatamente informato il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Como, cui spetta decidere sul futuro di Campione. Un futuro che sono dell’avviso che non possa essere affidato a un commissario prefettizio», risponde Canesi. E allora come se ne esce? «Ritengo sia possibile fare valutazioni compiute, anche nell’ottica delle prospettive solo quando saranno fornite informazioni precise sui motivi che hanno spinto i giudici contabili a dare ragione ai loro colleghi di Milano. Insomma, aspettiamo il deposito delle motivazioni della sentenza. Per ora è noto solo il dispositivo della sentenza che, stando agli esperti, non sarebbe così negativo come si è fatto credere».

Resta aperto il contenzioso sulla sanità

Tra le criticità individuate dai giudici milanesi della Corte dei Conti, e fatte proprie dai loro colleghi romani, ci sarebbero il Casinò, i gioielli di famiglia che il Comune spera di vendere per ripianare i debiti e il contenzioso con Regione Lombardia sul pesante fardello legato ai costi pregressi della sanità. Su queste tre criticità puntualizza Canesi: «I conti del Casinò sono positivi: superano quelli previsti dal concordato preventivo, ieri abbiamo avuto una offerta d’acquisto per due milioni di euro per la ex sede della Polizia locale, mentre la vicenda del debito relativo alla sanità è davanti ai giudici di Milano. Si parla di un debito di 87 milioni di euro per il periodo compreso fra il 2005 e il 2018. Il ministero della Sanità afferma di aver pagato la parte di sua competenza pari a 41 milioni. Gli altri 46 milioni sono a carico della Regione. Sono ottimista sul fatto che questa vicenda possa chiudersi in modo favorevole per Campione». Nel frattempo, la casa da gioco è salva, dopo aver incassato dalla maggioranza dei creditori (gli ex dipendenti) il via libera alla proposta di concordato. Se il Comune, che è proprietario del casinò, restasse in stato di fallimento, le prospettive si complicherebbero.

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