Luganese

50 anni di Fondazione Ipt, 50 anni di aiuto nel lavoro

Domani all’Hotel Splendide Royal di Lugano un evento. Il direttore di Ipt Ticino Marco Romano: ‘Importante opportunità di networking’.

Marco Romano dirige la sezione ticinese, che conta una ventina di collaboratori
(Ti-Press)
5 ottobre 2022
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Cinquant’anni di Fondazione Ipt (Integrazione per tutti), cinquant’anni di proficuo accompagnamento per chi è in difficoltà nel mondo del lavoro. Tanto che le cifre 2021 della fondazione privata di utilità pubblica sono decisamente importanti: quasi 500 persone seguite in Ticino e oltre 5’600 in Svizzera, più di 2’700 stages organizzati, più del 52% delle persone accompagnate hanno trovato un (ri)collocamento e di chi ha trovato un lavoro grazie a Ipt, l’89% risulta ancora occupato due anni dopo. «Numeri rilevanti, che contribuiscono anche a sfatare dei miti, ad esempio sul mercato del lavoro ticinese: non è così alla deriva come si potrebbe pensare», osserva Marco Romano.

Centralità del fattore umano

Il direttore della sede ticinese di Ipt ci spiega in effetti che l’importante anniversario è anche una preziosa occasione per riflettere sul mercato del lavoro e sui cambiamenti che lo interessano. «Partendo dal presupposto che in Svizzera non c’è un mercato del lavoro unico, ma tanti mercati fra i quali quello ticinese. E il Ticino stesso, al suo interno, ha delle differenze notevoli ad esempio fra Sottoceneri e Sopraceneri». E mentre a livello globale ci sono delle sfide comuni, come ad esempio la digitalizzazione – «ma anche dietro ai robot e all’intelligenza artificiale ci sono le persone» –, il Ticino ha le proprie specificità. «In questo momento, ed è sorprendente pensando al contesto generale e a quello locale, abbiamo un tasso di disoccupazione che così basso che non si vedeva da decenni. E fortunatamente nemmeno il numero di persone in assistenza sociale è esploso. Quel che resta costante è che, in Ticino come nel resto del Paese, ci sono persone che, ad esempio per motivi personali o di salute, si trovano in difficoltà nel mondo del lavoro. Anzi, paradossalmente più il quadro generale è positivo più chi è in difficoltà si sente in difficoltà».

Integrazione, reintegrazione, transizione

E proprio queste sono le persone con le quali lavora la fondazione. «Ci occupiamo principalmente di integrazione, ossia di persone che col mondo del lavoro non hanno ancora avuto dinamiche e che cercano una formazione o un primo impiego, e poi di reintegrazione: persone che per svariati motivi non necessariamente dipendenti dalla loro volontà sono state escluse dal mondo del lavoro e stanno avendo difficoltà a rientrarci. E sempre di più anche di persone in transizione di carriera, quindi hanno necessità di ricollocarsi nel mondo del lavoro». Combinando coaching individuale e moduli di gruppo, la fondazione lavora poi anche su aspetti che, sottolinea Romano, a molti potrebbero sembrare scontati ma che in determinate situazioni non lo sono: l’autostima, l’accettazione del cambiamento, lo sviluppo di un curriculum vitae, la gestione di un colloquio di lavoro.

Esempi virtuosi

La fondazione collabora con le principali assicurazioni sociali pubbliche e private: sono loro a segnalare i profili da accompagnare. «Abbiamo poi anche donatori privati, fondazioni e aziende – aggiunge il direttore –, che ci permettono anche di prendere a carico persone che non fanno capo ad assicurazioni sociali ma si annunciano per un aiuto. Inoltre, abbiamo altri mezzi, forniti in gran parte dalla Confederazione, per agire con i giovani». Numerosi gli esempi virtuosi, due ne ricorda Romano. «Abbiamo seguito un giovane muratore, molto bravo, che improvvisamente per problemi fisici non ha potuto continuare la carriera. Dopo una fase di scoraggiamento e un’assenza di rete che lo aiutasse a ritrovare le energie, ci è stato segnalato. Con noi ha fatto un bilancio e, in linea con un’analisi del mercato, ha preso la decisione di fare una riqualifica e diventare disegnatore edile. L’abbiamo accompagnato alla ricerca di un’azienda che gli desse fiducia e in questo momento sta facendo la formazione con pieno successo». «Un altro bell’esempio è una signora che per quindici anni è stata lontana dal mercato del lavoro. A un certo punto avvengono importanti cambiamenti in famiglia, muta la situazione finanziaria, e lei ha una grande necessità di ritrovare un lavoro in tempi rapidi. Tuttavia il suo settore, quello amministrativo, è molto cambiato nel frattempo. Quindi si è lavorato molto sulla riacquisizione di fiducia, e di competenze, attraverso stages mirati che le hanno permesso di ritrovare un lavoro».

Prima si agisce, meglio è

Storie di successo, che secondo Romano fanno ben sperare anche per il mercato del lavoro ticinese. Ma ci sono margini di miglioramento. «Le aziende che ci aiutano e che hanno la giusta sensibilità sono già tante. Ma c’è ancora un forte potenziale di crescita». E poi, c’è una questione di mentalità: «Una sfida importante è convincere sempre di più le aziende a dare spazio a persone che si trovano in una fase di transizione professionale. E poi, più si aspetta e peggio è per un ricollocamento. Per questo è importante far passare al meglio, sia alle istituzioni pubbliche sia alle aziende private, il messaggio che è molto importante iniziare il prima possibile l’accompagnamento di una persona in difficoltà, prima che questa arrivi alle assicurazioni sociali, se possibile».

E di questi temi si discuterà anche domani, dalle 18 all’Hotel Splendide Royal di Lugano. Dopo un’introduzione della direttrice generale di Ipt Svizzera Lise Delaloye, del direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta e di Romano stesso, ci sarà una tavola rotonda moderata dalla giornalista Rachele Bianchi Porro intitolata ‘Cambia il mondo del lavoro: mutano le professioni e le regole, al centro restano le persone’, con: Luca Pedrotti (direttore regionale Ubs Ticino), Gabriele Rizzo (direttore scientifico Swiss center for positive futures dell’Università di Losanna), Siegfried Alberton (responsabile regionale del Dipartimento della formazione continua della Scuola universitaria federale per la formazione professionale) e Nicole Gardner (specializzata in intelligenza artificiale e big data business innovation). Al termine seguirà un momento conviviale e di networking: «Abbiamo invitato i nostri principali mandanti pubblici e privati e tante aziende che lavorano con noi quindi è l’occasione per parlarsi affinché si condividano esperienze e nascano opportunità».

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