Luganese

Maltempo a Manno: ‘I prossimi temporali non dormirò serena’

La testimonianza di Leila Rossi Verda, evacuata la scorsa notte: ‘Il giardino diventato una palude di fango’. Gli sfollati dovrebbero rientrare entro sera

I lavori di rimozione e pulizia dureranno giorni
(Ti-Press)
8 settembre 2022
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«Quando capiteranno i prossimi temporali non so come reagirò, di sicuro non dormirò sonni sereni». Quando le parliamo, Leila Rossi Verda è ancora frastornata per la notte appena trascorsa. La peggiore «degli ultimi cinquant’anni a Manno». Lei rientra fra la ventina di persone evacuate a causa del maltempo, ci racconta la sua esperienza.

Tre, quattro minuti per prepararsi

«Sono uscita in giardino attorno a mezzanotte – ricorda –, stava piovendo. Di temporali ne abbiamo passati tanti e siamo abituati a sentire sassi che cadono o scivolano. Anche ieri sera li ho sentiti, ma era un rumore familiare, qualcosa a cui siamo abituati. Nulla faceva presagire cosa sarebbe potuto succedere». Tutto cambia alle 3, quando «veniamo svegliati dal campanello alla porta: era la polizia. Un agente ci ha detto che il riale (Vallone, ndr) stava fuoriuscendo e che avrebbero dovuto evacuarci. Ci hanno dato tre, quattro minuti per prepararci. Quando siamo usciti mi sono spaventata: il giardino era diventato una palude di fango e abbiamo avuto paura che l’acqua ci entrasse in casa».

Una situazione delicata, anche per via della situazione familiare della signora. «Siamo genitori di un ragazzo autistico di 17 anni. Sono persone molto attaccate alle proprie cose, molto abitudinarie. Quando l’ho svegliato ha preso molta paura». Rossi Verda sottolinea che tutti – polizia, pompieri, protezione civile, amministrazione comunale – «si sono dimostrati molto comprensivi e sensibili: ci hanno permesso di restare alla Sala Aragonite invece di portarci a Lamone, dove ci sarebbero stati più rumore e confusione e questo avrebbe potuto creare ulteriore stress a nostro figlio. Alla mattina, la protezione civile ci ha organizzato il trasporto con il furgoncino a scuola».

La viabilità torna alla normalità

La nostra interlocutrice ci spiega che, a causa dello spavento, hanno deciso di passare la prossima notte da famigliari. Ciononostante, la Polizia cantonale – da noi contattata – spiega che tutti gli evacuati dovrebbero poter far rientro alle proprie abitazioni entro stasera. Tutti, tranne quelli della palazzina ad Agno dove si è sviluppato un incendio, forse a causa di un fulmine, che per il momento è ancora inagibile. Mentre proseguono la conta dei danni e i lavori di pulizia, la situazione sta pian piano rientrando alla normalità anche sul fronte della viabilità. La via Grumo a Manno dovrebbe riaprire entro le 22 di stasera, mentre la Strada Regina tra Agno e Bioggio dovrebbe riaprire parzialmente al traffico a breve ed entro le 6 di mattina si dovrebbe tornare a una situazione di normalità.

La politica: ‘La prevenzione è adeguata?’

Intanto, gli eventi della scorsa notte lasciano anche traccia politica. Un’interpellanza presentata da Giovanni Berardi e Fabio Battaglioni (Il Centro) formula una serie di domande rivolte al Consiglio di Stato, in seguito ai dissesti idrogeologici della scorsa notte e anche del 7 agosto, esattamente un mese fa. Eventi che "hanno toccato pesantemente la sicurezza di alcune zone abitate e la viabilità" in particolare del Malcantone e causati in parte da un’estate "molto secca e suolo costipato e impermeabile". Pertanto l’atto parlamentare rileva la grossa preoccupazione nella cittadinanza, anche perché a essere toccati sono "riali già oggetto di premunizioni contro le piene". Eventi "sempre più frequenti, violenti e imprevedibili", che portano l’autorità a "interrogarsi sull’adeguatezza delle misure preventive adottate finora".

Cinque le domande rivolte al governo:

1) Come sono organizzati il monitoraggio dei corsi d’acqua e delle zone di pericolo e la premunizione dalle piene nel nostro Cantone. Quali sono gli enti coinvolti?

2) Il Cantone dispone di una visione d’assieme sulle opere di premunizione, sui calcoli idraulici su cui si fondano le stesse e sul loro stato di manutenzione?

3) È corretto affermare che molte opere di premunizione presenti sul nostro territorio arrivano al limite della loro efficacia a causa della maggior frequenza e dell’accresciuto impeto di eventi meteorologici estremi?

4) Il Cantone ritiene adeguate le misure adottate finora alla luce del probabile aumento di eventi estremi? Se sono necessari correttivi, come si intende procedere?

5) Il Cantone può informare su cosa si sta intraprendendo per migliorare la situazione? Per esempio, si prendono in considerazione misure di snellimento delle procedure e/o una riorganizzazione dei dispositivi di pianificazione degli interventi di premunizione che permettano di portare il nostro territorio urbanizzato a un grado di sicurezza accettabile?

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