Luganese

Violenze alla moglie e alle figlie: a processo un 39enne

Un uomo domiciliato del Luganese avrebbe picchiato figlie e moglie, violentando anche quest’ultima e costringendola a vivere quasi segregata. Ma lui nega

A breve in aula
(Ti-Press)
2 settembre 2022
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Violenze sessuali e fisiche, nonché minacce e una sorta di segregazione in casa, nei confronti della moglie. E poi anche violenze fisiche e psicologiche nei confronti delle figlie. Sono pesanti le accuse mosse nei confronti di un 39enne kosovaro domiciliato nel Luganese, che presto comparirà di fronte al Tribunale penale cantonale per essere giudicato da una Corte presieduta da Amos Pagnamenta. Lo anticipa la Rsi.

La vittima principale sarebbe la moglie, che sarebbe stata ripetutamente violentata a suon di minacce, spesso precedute da sberle, pugni, calci e lanci di oggetti. Per anni, inoltre, l’uomo l’avrebbe tenuta semisegregata in casa, chiudendola a chiave in sua assenza per esempio o facendola seguire dalla suocera quando usciva. Oltretutto, le avrebbe vietato di andare dal ginecologo fino alla ventesima settimana, precludendole la possibilità di scegliere se abortire o meno.

Ma non solo. L’uomo, difeso dall’avvocato Yasar Ravi, in più circostanze avrebbe picchiato con pugni, pizzicotti, schiaffi e sculacciate le due figlie. Il tutto in un silenzio imposto, ancora una volta, con pesanti minacce. Anche di morte. La procuratrice pubblica Pamela Pedretti ipotizza per lui i reati di violenza carnale, sequestro di persona, coazione, lesioni semplici e violazione del dovere di assistenza o educazione e chiederà una pena compresa tra i due e i cinque anni di carcere. L’imputato, d’altra parte, respinge però ogni addebito. Il processo sarà dunque indiziario.

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