Luganese

Banca Notenstein, in aula buco da 15 milioni

Tre rinvii a giudizio per truffa e malversazioni compiute da un ex alto funzionario dell’istituto di credito. In aula pure due persone del ramo dei cambi

Voragine davanti alla Corte delle Assise criminali
(Ti-Press)
26 maggio 2022
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Era il dicembre del 2012 quando gli inquirenti disposero l’arresto di un alto funzionario della Banca Notenstein di Lugano, responsabile delle operazioni di cassa e della clientela attiva nel commercio delle banconote. Le manette scattarono anche ai polsi dell’amministratore di due società di cambio; e successivamente, di un altro professionista del ramo. A dieci anni dai fatti, l’inchiesta sulle malversazioni compiute all’allora istituto di credito, la procuratrice pubblica Chiara Borelli ha firmato il rinvio a giudizio davanti alle Assise criminali di Lugano per il terzetto, accusato di una presunta truffa stimata in oltre 15 milioni di franchi. A tanto ammonta il danno riportato nell’atto d’accusa. L’ex bancario, sostanzialmente reo confesso, avrebbe falsificato la contabilità per nascondere l’esposizione delle due società verso la Notenstein, e permettere loro di continuare a operare. Ne ha dato notizia la Rsi. Un gigantesco "buco tappa buco", a cui si aggiungono poi gli addebiti mossi singolarmente. Come i raggiri legati all’oro, pari a circa 600mila franchi, che nell’ottobre scorso l’ex funzionario avrebbe compiuto a spese di tre persone. Il terzo imputato, che per il filone della Notenstein si professa innocente, dovrà invece rispondere anche di riciclaggio. Tra il 2008 e il 2009 avrebbe "ripulito", sempre attraverso operazioni di cambio, più di quattro milioni, provenienti da un vasto traffico di cocaina orchestrato sull’asse Brasile-Svizzera.

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