Luganese

Campione: sanità ticinese, con partecipazione dei cittadini

In dirittura d’arrivo l’accordo sul futuro utilizzo dei servizi medici e infermieristici cantonali da parte degli abitanti dell’enclave

Il sindaco di Campione d’Italia, Roberto Canesi
(Ti-Press)
24 aprile 2022
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«Siamo in buona salute», afferma convinto Roberto Canesi, sindaco di Campione d’Italia. Ed essere in buona salute è decisamente confortante per i campionesi, in quanto non dovranno far ricorso alle cure sanitarie. Soprattutto alle strutture ticinesi, come è sempre stato. Solo che i cittadini dell’enclave da inizio maggio non dovrebbero più potersi curare in Svizzera, così come previsto dall’ordinanza del luglio 2020 della Giunta regionale lombarda, in cui si parla di "ricondurre nell’ambito della programmazione regionale l’erogazione di maggiori prestazioni e servizi a favore dei cittadini di Campione d’Italia" (ridotto all’osso: stop a strutture ospedaliere, ambulatori e anche medici privati svizzeri, ndr)". Insomma, stop all’assistenza sanitaria ticinese.

Status quo fino al 30 aprile 2023

«Comprendo la preoccupazione dei miei concittadini allarmati da notizie infondate in quanto non è vero che in maggio cesseranno le cure in Ticino – precisa tuttavia il sindaco dell’enclave –. Durante gli incontri con Regione Lombardia, e più specificatamente con l’assessorato al welfare e con le autorità ticinesi, abbiamo trovato una soluzione». Ma in cosa consiste questo accordo scaccia pensieri per gli allarmati campionesi? «Non posso fornire i dettagli dell’accordo in quanto deve ancora essere tradotto in una delibera regionale che la Giunta Fontana ha in calendario di approvare nella seduta di mercoledì 27 aprile. Qualcosa però posso dire. Innanzitutto, l’accordo prevede l’attuale situazione sino al 30 aprile 2023: periodo che consideriamo alla stregua di una fase sperimentale. Un anno quindi per capire se quanto previsto potrà essere la soluzione definitiva. Inoltre, nella futura spesa sanitaria è prevista una compartecipazione dei campionesi».

A Campione una ‘Casa di comunità’ con servizi medici

Innanzitutto, spiega Canesi, una quota fissa, poi un ticket per alcune prestazioni. In quale misura? «In attesa dell’atto formale da parte della Giunta regionale ritengo opportuno non rispondere alla domanda. Assicuro comunque che sia la quota fissa che i ticket saranno costi sostenibili per i campionesi. Si terrà conto di coloro che si trovano in difficoltà economiche. Il modello al quale ci siamo riferiti è quello previsto per i cittadini Aire. La decisione di prevedere una compartecipazione nella spesa sanitaria va intesa come una responsabilizzazione dei cittadini, considerato che in passato non sono mancati gli abusi». Un accordo che prevede anche un rafforzamento nell’enclave dei servizi sanitari di base con l’attivazione di una Casa di comunità e con la presenza di medici per la continuità assistenziale. Lo scopo è quello di fare da filtro alle cure specialistiche e ospedaliere, per ridurre costo complessivo dell’assistenza sanitaria ai campionesi.

E a questo proposito è bene ricordare che il ‘sistema Campione’ è andato in crisi nel momento in cui i costi sono schizzati verso l’alto per diventare insostenibili. Basti dire che, come ha fatto sapere il sottosegretario alla Sanità Andrea Costa, per il periodo 2004-2018 il Ministero della Salute ha pagato all’ente assicurativo svizzero qualcosa come 90 milioni e 901’000 euro, dei quali quasi 50 milioni a carico di Regione Lombardia, che da parte sua ha emesso nei confronti del Comune di Campione d’Italia un decreto ingiuntivo per 87 milioni di euro. Una patata bollente per ora senza soluzione.

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