Luganese

Crearono una voragine da 25 milioni, condannati i vertici di M&A

Pene fino a quattro anni e otto mesi per il titolare e il suo dipendente. Prosciolti invece per quanto riguarda l’accusa di truffa per mestiere.

(Ti-Press)
19 aprile 2022
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Quattro anni e otto mesi all’amministratore M&A, che non sarà espulso dalla Svizzera. Tre anni (22 dei quali sospesi) al dipendente della società. I due erano accusati di aver generato un buco di circa 25 milioni di euro attraverso una serie di movimenti finanziari in ambito immobiliare.

Questa la sentenza emessa dalla Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dalla giudice Francesca Verda-Chiocchetti. Confermata la ripetuta appropriazione indebita. I due imputati, difesi dagli avvocati Elio Brunetti e Michela Pedroli, sono invece stati prosciolti dalle accuse di truffa per mestiere e riciclaggio (di cui era accusato solo il titolare). Ridimensionata quindi la richiesta di pena della procuratrice Chiara Borelli, che aveva chiesto 6 anni e mezzo (con l’espulsione dalla Svizzera) per l’amministratore e cinque anni e mezzo per il dipendente.

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