Lugano

Lugano, nessun rapporto economico tra Tether e la Città

Il Municipio risponde alle perplessità e ai dubbi emersi sui problemi ambientali, legali e sulle opportunità delle criptovalute

Ti-Press
11 aprile 2022
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Il ‘‘Plan B’ del Municipio di Lugano, che intende fare della città un luogo di riferimento per il mondo della blockchain e quindi anche delle criptovalute, è stato fin dalla sua presentazione oggetto di perplessità e timori: consumo eccessivo di energia e infiltrazioni del malaffare, in odor di riciclaggio di denaro, sono solo alcuni degli argomenti evidenziati dai più critici. Ben tre atti parlamentari sono piovuti dal Consiglio comunale sul tavolo del Municipio: due interpellanze, una delle quali trasformata in interrogazione, e un’altra interrogazione firmata da quattro consiglieri comunali socialisti. Ora, il Municipio fornisce una risposta unica, dopo che il sindaco Michele Foletti, al termine della seduta del 4 aprile, ha già risposto all’interpellanza del Plr (prima firmataria Morena Ferrari Gamba). Dodici pagine di risposte e precisazioni, cercano di sgombrare il campo dalle numerose preoccupazioni emerse. Tra i punti centrali della risposta municipale, la non esistenza di un rapporto economico fra la Città di Lugano la società Tether - multata negli Stati Uniti per una irregolarità - con cui esiste solo un accordo di intenti; la perfetta legalità formale della criptovaluta ’di casa’, la LVGApoint, e le opportunità offerte dal forte sviluppo di questo campo. Ma andiamo con ordine.

‘In Città nuove competenze’

Fra i maggiori rilievi di questo ‘piano’, il rischio di deterioramento ambientale dovuto al forte consumo di corrente elettrica del ‘mining’ la creazione di criptovalute, che richiede potenti calcolatori. In proposito, il Municipio precisa che il Plan B "non prevede di fare di Lugano la capitale europea del mining di criptovalute e nessuno lo ha mai dichiarato". L’intento, scrive, è quello di "portare a Lugano nuove competenze ed eccellenze nel campo del blockchain". Si tratterebbe, scrive il Municipio, di "studenti e ricercatori" il cui compito sarà anche quello di realizzare soluzioni di risparmio energetico in questo campo. Come quello su cui si basa la LVGApoints, creata dalla stessa Città. "Stesso discorso vale per Tether che si basa su una tecnologia poco invasiva come, la Proof of stake". Certo, il terzo pilastro del piano è basato sulla moneta Bitcoin che è invece stata criticata per il consumo energetico. Sono tuttavia in fase di sviluppo nuove tecniche per diminuire l’impatto ambientale del Bitcoin.

‘Tether non è bandita negli Usa’

D’altro canto, il Municipio sostiene che le criptovalute rappresentano pure "l’opportunità di portare inclusione finanziaria e democratizzazione al sistema finanziario tradizionale". Un sistema che è in realtà teatro del 98% di quei ‘loschi affari’ spesso associati alle criptovalute, chiosa l’esecutivo. E qui si lega il discorso sulle società dalla reputazione non esattamente specchiata. Qui la Tether sconta una disavventura in terra statunitense: tuttavia, sottolinea il Municipio, "Tether non è bandita dagli Usa come ipotizzato dagli interpellanti" ma deve presentare rendiconti trimestrali alla procura dello Stato di New York. In tutti i casi, "Non ci sono rapporti economici diretti tra la Città e la citata azienda ma un accordo di intenti sullo sviluppo futuro di Lugano in questo nuovo contesto tecnologico". Tra i motivi che hanno portato questa società a indirizzarsi su Lugano, oltre ai tradizionali fattori di attrattività svizzeri, viene segnalato che "la quasi totalità del management" di Tether vive nella nostra regione".

‘Serve personale specializzato’

Fondamentalmente, il piano B si propone di dare una risposta, almeno parziale, al forte calo di posti di lavoro nel campo delle tradizionali attività bancarie, che ha toccato in modo particolare Lugano. In questo senso, il Municipio annota che "diverse aziende (sia locali che internazionali come ad esempio Tether), lamentano un forte manco di personale specializzato adeguatamente preparato". Insomma di opportunità ce ne sono, "solo il tempo ci confermerà se questa visione avrà portato i frutti auspicati. Tuttavia - scrive sempre il Municipio - riteniamo che anche l’immobilismo comporti importantissimi rischi intrinseci".

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