Luganese

Maxiprogetto di Bedano, respinto il ricorso in appello

Confermata la colpevolezza e aumentata la pena per i reati imputati a un 45enne italiano, che chiedeva il totale proscioglimento

Il progetto completo era di circa 160 milioni
(Ti-Press)
23 febbraio 2022
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La vicenda aveva fatto discutere, e si era conclusa con la quasi assoluzione dell’imputato. Stiamo parlando del maxiprogetto (mai realizzato) di Bedano, naufragato nel 2012, dopo che anche il Consiglio comunale lo aveva bocciato. Un caso di presunto raggiro che aveva portato alla sbarra un 45enne cittadino italiano. L’uomo, patrocinato dall’avvocato Fulvio Pezzati, era finito sotto inchiesta per diversi reati patrimoniali. Il processo davanti alla corte delle Assise criminali di Lugano si era però concluso con l’assoluzione dell’imputato dai reati più gravi (11 dei 15 totali presenti nell’atto d’accusa).

Una decisione che non aveva comunque soddisfatto il 45enne e la sua difesa, che avevano deciso di ricorrere in Appello per dimostrarne la piena innocenza. All’inizio del settembre 2021 la difesa ne ha quindi chiesto il completo proscioglimento davanti alla Corte d’Appello (Carp), presieduta dal giudice Angelo Olgiati (giudici a latere Matteo Galante e Manuela Frequin Taminelli).

Cosa che non è poi avvenuta. La Carp ha infatti confermato, nella sua sentenza, la colpevolezza per i reati per i quali l’imputato era stato ritenuto autore colpevole in primo grado, ovvero i reati di falsa testimonianza, infrazione alla legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (Ladi), infrazione grave alle norme della circolazione stradale e frode fiscale. Quest’ultima per aver dichiarato un salario inferiore di circa 10’000 franchi rispetto a quelle ritenuto effettivo. Anzi, la Corte d’Appello ha aumentato la pena portandola da 90 a 130 aliquote giornaliere sospese condizionalmente per un periodo di prova di 2 anni. Questo nonostante si sia tenuto conto del lungo periodo ormai trascorso dai fatti, che si collocano tra il marzo 2012 e il novembre 2013. Il maxiprogetto, lo ricordiamo, prevedeva la realizzazione di una piscina olimpionica coperta a uso scolastico e agonistico, una pista di ghiaccio, quattordici palestre regolamentari, sei campi da tennis, uno da beach volley.

Ma anche un albergo, un ostello della gioventù, un centro commerciale, un cinema multisala, un teatro, un salone delle feste e un centro benessere. La spesa prevista all’epoca si aggirava intorno ai 160 milioni di franchi.

Un raggiro da 330mila franchi

A promuovere l’accusa per il presunto raggiro a carico del 45enne era stato il procuratore pubblico (pp) Andrea Gianini. La somma in questione si aggira intorno ai 330mila franchi. Cifra versata da un co-promotore che aveva investito nel centro polisportivo. I soldi, secondo l’accusa, sarebbero poi stati prosciugati dall’imputato per spese personali. Una versione che non aveva convinto la Corte presieduta dalla giudice Francesca Verda Chiocchetti che in aula durante la lettura aveva spiegato: «Non c’è stato alcun inganno astuto, alcuna messinscena, ma piuttosto la volontà di creare questo progetto». Durante gli interrogatori, il co-promotore (nel frattempo deceduto), «non è stato credibile su tanti punti, si è contraddetto, è stato impreciso», aveva spiegato la giudice.

Il principale impianto accusatorio non era stato quindi confermato dalla prima Corte che aveva istruito il caso. Il procuratore Gianini, in Appello, aveva chiesto la conferma dell’atto d’accusa, salvo per i reati nel frattempo prescritti.

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