Luganese

Una visione e nove costellazioni per Lugano, orizzonte 2050

Il Piano direttore comunale propone una nuova lettura del vasto territorio e fissa gli obiettivi da tradurre in progetti concreti

Veduta della città dalle pendici del San Salvatore (Ti-Press)
15 febbraio 2022
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Un territorio lungo decine di chilometri da rigenerare, che è ripartito in nove sottogruppi definiti costellazioni, con l’orizzonte verso il 2050. È questa, in estrema sintesi, una delle proposte del team guidato dallo Studio di Paola Viganò, vincitore del concorso pubblico per la realizzazione del Piano direttore comunale (Pdcom). La prima conferenza pubblica del ciclo ‘Una visione per Lugano’, dedicata alle quattro immagini per la città progettate dal team, è andata in scena stasera al Lac. L’immagine, che fotografa la città come un insieme di villaggi di quartieri, ha suscitato interesse e parecchia partecipazione da parte del pubblico. La visione delle nove costellazioni, (quasi tutte) attorno al fiume Cassarate a far da collante, è stata illustrata dagli architetti Paola Viganò e Giovanni Guscetti, mentre la conferenza è stata moderata dall’architetto Ludovica Molo, direttrice dell’Istituto internazionale di architettura.

Città come insieme di villaggi e quartieri

Lugano, come un insieme di villaggi e di quartieri, vuole e deve dotarsi di un piano strategico, dopo le tre fasi aggregative che, dal 2004 al 2013, hanno allargato di molto di suoi confini e quasi triplicato la sua popolazione. La città intende consolidare la propria identità valorizzando le risorse presenti nel suo vasto territorio. Il sociologo Sandro Cattacin, membro della giuria che ha scelto il team guidato da Paola Viganò, ha spiegato perché l’idea delle costellazioni ha convinto: la suddivisione in luoghi con questioni aperte simili, propone l’inizio di una riflessione ed è accompagnata da forme di partecipazione volte ad aumentare il coinvolgimento della popolazione che vive nel territorio, per trovare soluzioni insieme. Le problematiche sono rappresentate dalle carenze nei servizi, nel trasporto pubblico, nel commercio di prossimità, in una parola, nella qualità di vita. Tutti temi sul tavolo con la prospettiva di rigenerare, ha osservato l’architetta Viganò, dove è possibile, ciò che è stato costruito, soprattutto nei popolosi quartieri periferici di Lugano, e reinvestire e ripensare i luoghi.

Per una migliore gestione del territorio

Le nove costellazioni sono: Val Colla, I Ronchi, Costa sinistra, Piana, Monte Brè, Lugano a lago, Monte San Salvatore, Pian Scairolo e Città alta. La decima è il lago, ha aggiunto l’architetta Viganò. Questa ripartizione ha suddiviso il territorio e si pone in una scala intermedia tra i 21 ex Comuni (oggi quartieri), la parte urbana e la periferia. Una ripartizione che vuol essere funzionale a una migliore organizzazione del territorio e dei suoi progetti e ha l’ambizione di rappresentare un elemento che rafforza l’identità di chi vive a Lugano. Questa lettura, attenta alle singole peculiarità, è da considerare come uno strumento per disegnare un Piano direttore comunale (Pdcom), un passo necessario che dovrà portare all’armonizzazione dei 21 piani regolatori ancora vigenti, attraverso una logica partecipativa. Il Pdcom fissa gli obiettivi da tradurre in progetti concreti. Nell’attesa della traduzione nella realtà, il documento deve mantenere una visione resiliente ed essere in grado di recepire e assorbire i processi di trasformazione in atto. Come la forte migrazione interna alla città, nella quale, ogni anno poco meno di un terzo della popolazione cambia casa.

Valorizzare le specificità regionali

L’ingegnere François Parvex ha invece illustrato come sono state risolte situazioni simili a quella che sta vivendo Lugano in alcune regioni della svizzera Romanda. Ha parlato di geometria variabile, di come si potrebbero limitare le tensioni fra le diverse parti di un vasto territorio nato da un’aggregazione fra Comuni, attraverso uno sviluppo coerente e con strategie integrate per le zone rurali e quelle urbane. I sistemi di cui ha parlato Parvex sono stati apprezzati dal sindaco di Lugano Michele Foletti, perché i vari approcci valorizzano le specificità regionali e non sono troppo rigidi, paiono invece strumenti flessibili che restano interconnessi e sembrano capaci di consentire a tutte le parti di esprimersi al massimo. Difficile immaginare una regola unica che valga sia per il centro città che per un quartiere di montagna. D‘altra parte, ha sottolineato il sindaco, le nove costellazioni assomigliano molto ai cinque petali che suddividono i comprensori scolastici di Lugano. Foletti ha inoltre annunciato di aver già presentato la visione del Pdcom alle commissioni di quartiere e che una sintesi, attraverso anche il coinvolgimento della popolazione, dovrebbe giungere entro la fine dell’anno.Tra le questioni che si preannunciano ’calde’, ci sono quelle relative al trasporto pubblico e soprattutto ai limiti da porre a quello privato.

’Il Pdcom non può bloccare tutto’

Dal pubblico, sono giunte diverse sollecitazioni, sia sotto forma di domanda, che come osservazione o suggerimento. Tra queste, la problematica relativa alle pianificazioni ormai in vigore da decenni che rischiano di sconvolgere il lavoro del Pdcom, prima che quest’ultimo riesca a essere recepito nelle normative. Dal canto suo, Giorgio Zuercher, presidente dell’Associazione cittadini per il territorio di Viganello, ha sollevato alcune criticità concernenti il sedime ex Ptt di Viganello. Tuttavia, la città non può fermare l’edilizia fino a quando il documento non sarà approvato, ha obiettato il sindaco, che ha riconosciuto alcuni errori e che alcuni progetti sono oramai superati. Che tipo di sviluppo economico si vuole per il centro città e per il resto del territorio? Bisognerà trovare risposte anche a questa domanda, ha detto l’ex consigliere di Stato Pietro Martinelli, secondo cui occorre avere chiarezza su questo aspetto. Il Pdcom è un documento strategico ha risposto Foletti.

La prossima conferenza verterà sul paesaggio di Lugano e sulle condizioni favorevoli già presenti sul territorio per agevolare quella transizione ecologica, sociale ed economica auspicata dalla visione del team guidato da Paolo Viganò.

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