Luganese

Porto galleggiante contestato a Melide

Partita la raccolta di firme contro la variante pianificatoria votata ad ampia maggioranza dal Consiglio comunale nell’ultima seduta del 2021

L’area dove è previsto il porto comunale galleggiante
28 gennaio 2022
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È stato lanciato da un gruppo di cittadini di Melide un referendum contro la variante di Piano regolatore, votata da un’ampia maggioranza nell’ultima seduta di Consiglio comunale del 2021, che prevede la possibilità di creare un porto galleggiante, con una capacità fino a 120 posti barca, nella zona presso il ponte diga, adiacente all’attracco dei battelli. L’obiettivo dei promotori della raccolta di firme (ne servono fra le 145 e le 150), è dare l’ultima parola alla popolazione, alla luce di un certo malcontento emerso nella cittadinanza e nel legislativo (delle tre commissioni che hanno esaminato il messaggio sono stati allestiti altrettanti rapporti di minoranza contrari). Si contesta al Municipio di non aver organizzato una serata pubblica sull’argomento, dove cittadini e proprietari attuali di natanti avrebbero potuto esprimersi, chiedere spiegazioni e porre domande, perché le informazioni fornite dall’autorità sono giudicate insufficienti e non chiare. Anche se l’esecutivo ha provveduto a pubblicare sul Foglio ufficiale il 4 dicembre 2020, all’albo comunale e sui quotidiani l’avviso del deposito alla Cancelleria comunale degli atti della variante e dell’esame preliminare del Dipartimento del territorio, per il periodo dall’11 dicembre 2020 al 25 gennaio 2021.

‘Ce n’è davvero bisogno?’

Il progetto definitivo non c’è ancora, tuttavia i promotori della raccolta di firme chiedono se c’è davvero bisogno di un nuovo porto e considerano la variante pianificatoria “sproporzionata, non adeguata alla fruizione, di un notevole impatto paesaggistico e ambientale con il pericolo di alterare ulteriormente il delicato equilibrio del lago già provato da inquinamenti e microplastiche”. Nel messaggio votato dal legislativo ci sono però alcune proposte, l’ultima delle quali prevede appunto 120 attracchi galleggianti (118 che costerebbero 1,32 milioni di franchi), dopo che l’esame preliminare del Cantone ha ridimensionato l’ipotesi di dieci posti barca. In una prima fase, ne verrebbero realizzati 80, un numero che i referendisti giudicano eccessivo: bisognerebbe capire il reale fabbisogno e trovare delle eventuali soluzioni di ampliamento di quelli esistenti, evitando di costruire un nuovo porto ‘calato dall’alto’: non spetta a Melide, costruirne uno regionale. I contrari ritengono inoltre che, per il già fragile equilibrio ambientale del paese, già messo a dura prova negli ultimi decenni, sarebbe auspicabile trovare una soluzione equilibrata attraverso un concorso di idee. Dal punto di vista paesaggistico e ambientale, secondo i referendisti, nella zona ci sono venti forti e l’attracco dei battelli è troppo vicino. Nel messaggio municipale, invece, il nuovo porto comunale si inserisce in corrispondenza della tratta terminale della passeggiata a lago, con un impatto paesaggistico ridotto rispetto a quello che si riscontrerebbe nell’area di Baia Sardinia o nell’area dal parco ex-Romantica.

‘Soddisfa il Cantone sul riordino delle rive lago’

Dal canto suo, il Municipio, come si può leggere nel messaggio, “dopo attente analisi e approfondimenti, ha deciso di proporre la realizzazione di un nuovo porto comunale galleggiante (nel demanio cantonale), di fronte a quello esistente sulla riva William Ritter. Secondo l’esecutivo, la “nuova struttura permetterà di soddisfare gli obiettivi cantonali di riordino delle rive lago, dando nello stesso tempo al Comune la possibilità di ridefinire, sistemare e ammodernare l’attuale porto pubblico”. L’opera si giustifica con il fatto che le strutture del porto in località “alla Bola” sono vetuste e non più adeguate. I possessori di barche sono inoltre confrontati “con una problematica del fondale causata dall’importante presenza di alghe e di melma che rende difficoltoso l’attracco”, si legge ancora nel messaggio. Inoltre, l’autorità comunale ha ricevuto la richiesta, da parte del Cantone, di spostare o eliminare tutta una serie “di infrastrutture di ormeggio puntali e singole, nell’ottica degli obiettivi di valorizzazione e riqualificazione delle rive lago promossi nel Piano direttore cantonale”.

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