Luganese

Don Samuele, molti gli interrogativi sui suoi incarichi

Dopo l’arresto del parroco di Cadro, per reati patrimoniali, si stanno delineando le sue responsabilità all’interno di parrocchia e fondazione

22 novembre 2021
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Sono molti gli interrogativi che uno dopo l’altro si stanno sollevando intorno all’arresto di don Samuele Tamagni, parroco di Cadro. Sul 40enne sacerdote pesano gravi accuse. Il procuratore Daniele Galliano, dopo che il prete si è consegnato spontaneamente venerdì negli uffici del Ministero pubblico, gli imputa infatti i reati di truffa, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro.

Noto in tutto il Ticino per essere lo zio di Damiano, morto tragicamente a causa di un pestaggio il 1° febbraio del 2008, durante il Carnevale Stranociada di Locarno, il sacerdote si era sempre esposto in prima persona nella raccolta di fondi a favore dell’omonima fondazione volta al sostegno nella lotta contro la violenza giovanile e presieduta dal fratello Maurizio, papà del giovane, il quale da nostre informazioni si trova attualmente in vacanza in barca alle Maldive. Proprio la fondazione figura, infatti, come evidenziato nel comunicato stampa inoltrato dagli inquirenti, fra le vittime dei reati finanziari compiuti da don Samuele, unitamente alla parrocchia e ad alcuni suoi familiari. In un breve comunicato stampa, Maurizio Tamagni, dichiara: «In merito all’incriminazione di Don Samuele Tamagni, vicepresidente, nonché mio fratello e zio di Damiano, il consiglio di fondazione si riunirà la settimana prossima e prenderà una posizione ufficiale. Per il momento posso dire che il danno causato alla fondazione è minimo e non ne preclude l’attività. Per il resto siamo sorpresi come tutti e imbarazzati da questa triste vicenda di debolezza umana e al momento non abbiamo niente da aggiungere».

Don Samuele, riguardo al quartiere luganese di Cadro, figura tra l’altro nel Consiglio parrocchiale, dove ricopre la carica di vicepresidente. Da noi contattati tutti gli altri membri del consesso hanno preferito non rispondere ai nostri interrogativi, neppure sul fatto che nel sito internet della parrocchia il presidente figuri con un semplice ‘no name’, eppure, abbiamo sollevato la domanda, dovrebbe essere indicato considerato che si sta parlando di un ente comunque pubblico. Da nostri approfondimenti, è poi risultato che sia stato nominato a questa carica Sergio Mastroianni, procuratore federale.

I precedenti della Curia

Nell’inchiesta nei confronti del sacerdote, Galliano ha già predisposto numerosi atti istruttori per fare piena luce sulla delicata vicenda giudiziaria. Alle indagini, la Curia vescovile di Lugano ha già dal canto suo assicurato la massima collaborazione. Intanto, la Curia di Lugano, quest’anno è la seconda volta che si trova chiamata in causa per inchieste penali ai danni di sacerdoti. Il precedente è quello di don Azzolino Chiappini, indagato per sequestro di persona, coazione e lesioni semplici per omissione. Reati dai quali è stato completamente scagionato lo scorso febbraio, con un decreto d’abbandono emesso dalla titolare dell’inchiesta, la procuratrice Pamela Pedretti. Non sono infatti stati ravvisati nei suoi confronti “elementi che possano confermare i reati in questione”. A tale conclusione è giunto il magistrato. Il sacerdote, spontaneamente, ha rinunciato a postulare un indennizzo allo Stato a seguito del procedimento penale.

E simile vicenda di reati patrimoniali, che vede oggi coinvolto don Tamagni, appare quella che ha visto protagonista il diacono ed ex direttore della Fondazione Tusculum ed ex direttore amministrativo della casa per anziani di Arogno, 63 anni che, unitamente alla ex vicedirettrice, ha dilapidato gli averi della fondazione nell’arco di dodici anni di malversazioni. Lo scorso 1° marzo, i due imputati sono stati condannati: lui a 3 anni di detenzione; lei a 2 anni e 4 mesi. Entrambe le pene sono state poste parzialmente al beneficio della sospensione condizionale.

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