Luganese

Malcantone, in cinque riprovano l’aggregazione

Ne discutono i Comuni Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio. Andrea Pozzi, coordinatore della commissione: ‘Puntiamo sulle opportunità’

Il villaggio di Novaggio. Sullo sfondo, Curio e la vista sul lago (Ti-Press/Archivio)
26 ottobre 2021
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Forse, è giunta l’ora di aggregarsi anche per i Comuni sulle colline malcantonesi. Non è una necessità impellente, ma l’unione politica e amministrativa potrebbe aprire le porte a nuove opportunità e portare vantaggi a tutti. Stiamo parlando di Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio. Lo scorso febbraio i quattro esecutivi hanno sottoscritto un’istanza congiunta chiedendo l’avvio di una procedura aggregativa nel loro comprensorio, aderendo all’eventualità che venga coinvolto anche il limitrofo Comune di Astano, richiesta che il Consiglio di Stato ha accettato. In questi giorni, a tutti i fuochi dei cinque enti locali sarà recapitato un bollettino informativo, con il primo esito degli incontri che si sono tenuti in questi ultimi mesi ed è l’occasione per fare il punto della situazione con il coordinatore della commissione Andrea Pozzi, sindaco di Novaggio.

‘L’unione è un processo naturale’

Gli stessi Comuni avviarono uno studio di aggregazione all’inizio del 2000, ma nel 2004 il progetto venne bocciato dalla popolazione. Per quali ragioni stavolta potrebbe andare meglio? «Forse, perché 17 anni fa i campanilismi erano più sentiti rispetto ai nostri giorni – risponde Pozzi –. L’impostazione del Dipartimento delle istituzioni di voler 27 Comuni in Ticino è un po’ esagerata, ma l’unione fra i cinque comuni confinanti e molto simili in termini di territorio popolazione e gettito fiscale, rappresenta un processo naturale all’interno di una dinamica, quella delle aggregazioni, che pare inarrestabile. Inoltre, condividiamo già da anni l’Istituto scolastico unico e altri servizi». Il coordinatore della commissione non ha fretta: «Non bisogna necessariamente correre. L’importante è riuscire a convincere la popolazione delle opportunità date dall’aggregazione; il progetto potrebbe anche concretizzarsi nella prossima legislatura (ossia 2024-28). Nel frattempo, i singoli enti locali dovrebbero attrezzarsi secondo le singole necessità».

‘Non dobbiamo crescere troppo’

Per quanto riguarda Novaggio, quali sono le priorità? «Ci servono una nuova Casa comunale, che potrebbe in futuro fungere da sede amministrativa, nel caso l’aggregazione andasse in porto, più parcheggi a disposizione dei residenti e l’ecocentro da rinnovare – mette in evidenza il sindaco –. A livello cantonale, per Novaggio, si sta progettando un nodo intermodale di trasporto pubblico delle autopostali. Realizzati questi investimenti, l’aggregazione ci può dare più forza e miglioramenti. D’altra parte, i terreni edificabili scarseggiano, dovremmo piuttosto agevolare il recupero e la ristrutturazione delle case nel nucleo, visto che la nuova legge federale sulla pianificazione è molto restrittiva. Ritengo che non dovremmo crescere troppo, altrimenti perdiamo le nostre caratteristiche peculiari che resteranno le bellezza del territorio e la vocazione turistica».

Pronta una prima bozza del rapporto

Gli altri aspetti che renderebbero vantaggiosa l’aggregazione a cinque, secondo Pozzi, sono «il peso politico maggiore nelle relazioni con gli altri Comuni, mentre, razionalizzando le risorse, potremmo garantire più efficienza nelle prestazioni e nei servizi alla cittadinanza e potremmo guadagnarci in termini di organizzazione». L’unione, in alcuni paesi, potrebbe risolvere il problema relativo alla carenza di persone che intendono impegnarsi nella politica, assicurando un certo ricambio ed evitando elezioni tacite. «Abbiamo le nostre carte da giocare: rispetto ad altre aree del Ticino, i cinque Comuni non stanno perdendo abitanti, anzi si registra una tendenza alla crescita di residenti, seppur leggera. La forza finanziaria del futuro ente locale unico aumenterà, anche se in misura contenuta. Nel territorio non sono presenti le realtà aziendali che esistono altrove» spiega Pozzi. Per il momento, la commissione ha elaborato una prima bozza di rapporto che dovrà essere approfondita ulteriormente.

Il precedente sfavorevole

Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio sono confinanti e appartengono, come peraltro Tresa, allo scenario “Malcantone Ovest” del Piano cantonale delle aggregazioni (Pca), approvato dal Consiglio di Stato e all’esame del Gran Consiglio, che prevede la possibilità di realizzare gli scenari in tappe successive. Il comprensorio è quindi in linea con gli orientamenti della politica cantonale in tema di aggregazioni. C’è, però, quel precedente sfavorevole a un progetto simile avviato poco meno di vent’anni fa: venne approvato dalla popolazione dei Comuni con i maggiori problemi finanziari (88,6% a Miglieglia e 65,6% a Bedigliora) ma bocciato dagli aventi diritto al voto residenti nei paesi con finanze più sane (79,2% ad Astano e 60,6% a Novaggio), mentre a Curio la cittadinanza lo respinse con il 73% di contrari. Ora, però, la situazione finanziaria dei cinque enti locali è mutata.

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