Luganese

Il grande cuore ‘green’ del Centro professionale di Trevano

Come una delle più grandi scuole del cantone ha messo in piedi un programma annuale che spazia dal benessere comunitario alla sostenibilità ecologica

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25 settembre 2021
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Comunità, ecologia, benessere. Tre parole chiave: assieme formano l’acronimo ‘CEBe’, che riassume un insieme di attività proposte al Centro professionale tecnico di Lugano-Trevano (Cpt). La particolarità dell’iniziativa, avviata lo scorso anno scolastico, sono la durata – il calendario va da settembre a giugno – e l’ampio spettro di tematiche toccate. Un programma che nulla ha da invidiare a simili rassegne organizzate sul territorio da enti pubblici e privati, che con la sua ricchezza e complessità è specchio di come si sono evolute la società e di riflesso la scuola. E con uno scopo molto chiaro: «La scuola ha il dovere di dare il buon esempio e di sensibilizzare i propri allievi sulle tematiche socialmente rilevanti. La nostra sede è una delle più grandi scuole del cantone e sono un migliaio circa all’anno i giovani con i quali lavoriamo» valuta la direttrice del Cpt Cecilia Beti.

Obiettivo: migliorare il benessere a scuola

«CEBe trae origine dal ‘Mese Green’, che abbiamo introdotto nell’anno scolastico 2018-19» ricorda Verena Dirks Camozzi. La docente di conoscenze professionali del settore edile è responsabile del progetto e assieme a Billy Beninger e Barbara Thomann, insegnanti di cultura generale dell’istituto, durante il Mese Green organizzano attività didattiche, incontri, mostre, conferenze e visite naturalistiche guidate con un denominatore comune: la tutela e la cura dell’ambiente. «CEBe è nato in modo molto spontaneo: desideravo mettere in piedi qualcosa che potesse migliorare il benessere collettivo a scuola, andare oltre le questioni ecologiche. Confrontandomi con diversi colleghi, ci siamo resi conto che ci sono diversi ambiti sui quali potenzialmente lavorare per migliorare l’ambiente di lavoro e di studio, come ad esempio gli arredi interni ed esterni: rendendoli più accoglienti si favorisce la convivialità». Da questi primi ragionamenti il passo verso riflessioni legate alla comunità: «È importante rafforzare il senso di appartenenza a un gruppo, che favorisce la fiducia, il lavoro e il benessere – osserva ancora Dirks Camozzi –. Ad esempio è stato realizzato all’inizio dello scorso anno scolastico un murales all’ingresso della scuola con le impronte colorate dei docenti».

La scuola ha cambiato volto

E da lì le idee si sono ulteriormente sommate, accogliendo quelle di vari colleghi, fino ad arrivare a un programma strutturato con ogni mese dell’anno dedicato a una macro-tematica, comprendente a sua volta attività di vario genere. La scuola ha cambiato volto, anche fisicamente: sono stati riorganizzati gli arredi dei corridoi, le aule docenti, e le buvette, mentre sono in previsione interventi specifici per la biblioteca, l’archivio, il locale custodi e il magazzino. Sono stati allestiti un’aula esterna nei pressi dell’aula magna, un giardinetto per non fumatori con tavoli e panchine e un’altra area verde per fumatori anch’essa dotata di tavoli e panchine e naturalmente posacenere. La questione del fumo d’altra parte è uno degli aspetti sui quali si è più insistito durante il CEBe 2021: «Lavoriamo molto con Radix, Lega polmonare e Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo – spiega Beninger –, da questa collaborazione è nata anche la challenge ‘STOP2DROP’».

Raccolti 28’000 mozziconi di sigaretta

Si tratta di un concorso a premi fra classi, che ha coinvolto tutti gli allievi della scuola, con l’obiettivo di ripulire gli spazi esterni dai mozziconi di sigaretta. E il risultato è stato strabiliante: ne sono stati raccolti circa 28’000, poi esposti nella vetrina dell’aula magna. A trionfare è stata la classe dei macellai di prima: i 7 ragazzi che la compongono hanno raccolto 815 mozziconi a testa, 5’704 in totale. I vincitori sono stati proclamati durante la Giornata senza tabacco, a maggio. La sensibilizzazione ha sortito gli effetti sperati? «È presto per fare un vero bilancio – valuta Beti –. Molti sono stati colpiti dal gran numero di mozziconi raccolti e per un po’ la situazione è effettivamente migliorata». Ora, nonostante i nuovi spazi interni ed esterni per fumare, il problema del littering da sigaretta si è ripresentato: «Purtroppo sì – ammette la direttrice –, significa che la sensibilizzazione deve proseguire. Sono in programma delle attività peer to peer: l’auspicio è che un confronto fra pari possa dare risultati migliori».

In arrivo una ‘mini Sportissima’

Tabagismo a parte, durante l’anno sono state trattate numerose tematiche di grande interesse e attualità per i giovani. Il 2020-21 dei ragazzi, in Ticino come in Svizzera e in generale in altri Paesi, ha coinciso purtroppo anche con diversi episodi di violenza ‘da stress dovuto al lockdown’. Il tema della violenza giovanile è stato affrontato? «In modo indiretto sì – replica Beninger –. Con il Gruppo visione giovani della Polizia cantonale si è parlato di sexting e cyberbullismo. Incontri molto apprezzati, che riproporremo quest’anno su altre questioni mirate». Per l’anno 2020-21, alcune attività di CEBe sono state mantenute, altre no e altre ancora modificate. Il feedback dei partecipanti è tenuto in considerazione: «Al termine del ‘Mese Green’ abbiamo organizzato un sondaggio, per capire cosa è piaciuto e cosa no». E non mancano le novità: «A ottobre vogliamo proporre una sorta di ‘mini Sportissima’ su due settimane, per incentivare i ragazzi a fare sport».

Alcune attività vengono valutate

In generale il contenuto del progetto viene strutturato tenendo conto «delle tematiche incluse nel programma scolastico – sottolinea Thomann –. Si tratta spesso di attività interdisciplinari, che sviluppano competenze di varie materie e sociali, lo stare assieme. Gli argomenti vengono ripresi e approfonditi in classe. Io dico spesso agli allievi di prendere appunti e talvolta viene loro chiesta una relazione sull’attività svolta, per una valutazione formativa». «Le classi di maturità – aggiunge Beninger – hanno nei loro programmi dei progetti interdisciplinari. Due docenti di maturità ci hanno chiesto di anticipare una conferenza per poter fare un lavoro mirato con gli allievi. Il legame con le lezioni ‘classiche’ quindi è forte e in generale gli argomenti non vengono mai lasciati esaurire con quell’unica attività. OtherMovie per esempio ci ha proposto un film sul ruolo della donna nel passato, per questo stiamo organizzando dei lavori sul tema».

Una sede all’avanguardia nella sostenibilità

In concomitanza con CEBe, il Cpt ha aderito alla rete ‘Scuole 21’: «È un progetto federale che sostiene le scuole che si impegnano a lungo termine a promuovere la sostenibilità e i temi ambientali – chiarisce Dirks Camozzi –. La rete permette inoltre scambi di idee ed esperienze fra i responsabili di sede». Argomenti che la scuola ha dimostrato di avere molto a cuore, investendo molto sulla sostenibilità: all’inizio dell’anno agli allievi ricevono una borraccia personale in modo da ridurre l’utilizzo delle bottiglie di plastica; ogni allievo ha un badge per le fotocopie con un tetto massimo che se viene superato diventano a pagamento; ci sono gli erogatori dell’acqua; la scuola partecipa al progetto promosso dalla Città di riciclo dei computer a favore delle famiglie bisognose, per citare alcuni esempi. «Nel 2019 – ricorda la direttrice – ci siamo proposti come promotori di diverse attività rivolte anche alle altre scuole professionali. Avevamo raccolto interesse e adesioni, ma poi purtroppo non se n’è fatto nulla a causa del Covid. A causa della pandemia si è parlato molto di mascherine, lezioni a distanza. Ma la scuola è soprattutto altro».

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