Processo

Lugano, 42enne condannata per traffico di cocaina

La donna, residente nel Mendrisiotto, ha trasportato e importato circa 600 grammi di droga. Pena: due anni sospesi condizionalmente

La droga proveniva principalmente da Amsterdam (Ti-Press/Archivio)
26 luglio 2021
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Condannata per aver trasportato e importato in Svizzera circa 600 grammi di cocaina. Ventiquattro mesi sospesi con la condizionale, una pena pecuniaria da 180 aliquote giornaliere da 30 franchi e una multa di 500 franchi: è questa la pena che la Corte delle Assise correzionali di Lugano ha inflitto a una quarantaduenne residente nel Mendrisiotto. «Prima di tutto, non voglio più commettere errori. E, soprattutto, voglio vivere una vita serena da qui in poi», ha detto l’imputata in risposta al giudice della Corte Marco Villa, che le aveva domandato quali erano i suoi progetti futuri. Progetti che riguardano soprattutto la famiglia. «Ho sofferto tantissimo il carcere. Ho visto i miei figli solo dopo quattro mesi... sono completamente pentita». L’accusata ha anche messo a disposizione per quasi cinque mesi la sua automobile al marito, sapendo che a quest’ultimo era stata revocata la licenza di condurre, aggravando così le infrazioni commesse. Il procedimento si è svolto nella formula del rito abbreviato, pertanto la pena inflitta dal giudice è stata accetta da tutte le parti: sia dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti che dalla difesa, rappresentata dall’avvocata Sandra Xavier.

Cocaina nello zainetto del figlio

La donna ha agito tra il 2017 e l’inizio del 2019 insieme al marito, che al momento è in detenzione. Oltre a importare droga in Svizzera – principalmente da Amsterdam –, ha anche riciclato fra i 125'000 e i 150'000 franchi: denaro frutto del traffico di cocaina che principalmente gestiva il marito. Per la Corte, la donna ha agito sia in complicità che in correità con il marito. Infatti, secondo l’atto d’accusa, la 42enne accompagnava il marito ben consapevole che si stessero dirigendo per acquistare degli stupefacenti che sarebbero poi stati rivenduti in Ticino. Ma non solo marito e moglie nella vicenda: anche uno dei due figli è stato coinvolto, seppur senza discernimento: su richiesta del marito, in un'occasione la donna ha nascosto della cocaina all’interno dello zainetto del figlio di neanche due anni. «Ero completamente presa da quest’uomo, altrimenti non mi spiego come ho potuto fare una cosa simile – ha detto –. Ai miei figli ho spiegato che la mamma ha fatto una cosa brutta. Perché devono sapere cosa ho fatto, così da non ripetere i miei errori».

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