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Cpc Lugano: ‘Non escluso che la cerimonia venga allargata’

Il direttore aggiunto della Formazione professionale sulla cerimonia solo per i migliori: ‘Nessuna volontà di creare disparità. Ora le norme cambiano’

Il Centro professionale commerciale di Lugano (Ti-Press)
25 giugno 2021
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«Nessuna volontà di creare disparità». Oscar Gonzalez, aggiunto al direttore della Divisione della formazione professionale (Dfp), da noi sollecitato, cerca di calmare le acque su una polemica in salsa scolastica che ha causato malumori e persino un'interrogazione al Consiglio di Stato. Casus belli è la decisione del Centro professionale commerciale (Cpc) di Lugano di organizzare la cerimonia di consegna degli attestati finali per l'anno scolastico 2020-21 in formato decisamente ridotto: ”Purtroppo riservata unicamente agli allievi con miglior media finale e agli sponsor della manifestazione”, si legge sul sito della scuola. Gli interessati saranno informati via e-mail, mentre a tutti gli altri il certificato verrà consegnato per posta.

L'interrogazione: ‘È una discriminazione’

Una modalità che ad alcuni non è piaciuta, ad esempio ai granconsiglieri Cristina Gardenghi (Verdi) e Maurizio Agustoni (Ppd), che sul tema hanno scritto un atto parlamentare. “Immaginando che la decisione sia stata presa in totale buona fede – si legge –, crediamo che limitare la partecipazione alla cerimonia di consegna degli attestati costituita una discriminazione infondata e mal si addica a un istituto formativo cantonale che ha per scopo quello di offrire le medesime opportunità formative a tutte le persone che lo frequentano”. Non solo: “Il messaggio che si rischia di veicolare è che solo chi ha ottenuto le note giuste per attirare l'attenzione degli sponsor ha diritto di ricevere un riconoscimento, mentre chi invece ha ottenuto note mediocri, magari mettendoci il doppio dello sforzo e dell'impegno, magari a causa di una situazione di partenza sfavorita, o perché durante l'anno è stato confrontato a malattie o altre situazioni di difficoltà, non merita l'attenzione di essere riconosciuto perché non è stato abbastanza bravo da vincere un premio”.

Indicazioni dipartimentali e libertà di sede

Questioni che avremmo voluto girare alla direzione del Cpc, che tuttavia da noi contattata ha preferito non esprimersi sulla polemica. Per capire meglio, ne abbiamo quindi parlato con Gonzalez. «In generale le indicazioni dipartimentali erano quelle, se possibile, di svolgere le cerimonie in piccoli gruppi, senza esterni. Oltre a rispettare le disposizioni igienico-sanitarie, ogni istituto ha dovuto organizzarsi a dipendenza dei propri spazi a disposizione e delle proprie possibilità gestionali dell'evento. Ogni scuola si è mossa all'interno di questo quadro». Libertà di sede quindi in base alle singole specificità, ma in un contesto indicato dal Dipartimento. E questo ha giustificato una situazione di «grande eterogeneità: c'è chi ha fatto gli esami prima, chi dopo. C'è chi è riuscito a organizzarsi con i propri spazi, chi invece ha fatto tutto integralmente online. La situazione è stata lasciata a discrezione delle sedi, nel rispetto delle norme».

‘Nessuna volontà di creare disparità’

Regole che tuttavia ora sono cambiate ed entreranno in vigore a partire da domani. «Proprio per questo non escludo che ora si potrà ritrattare la pianificazione adottata fino ad adesso ed eventualmente allargare questa o altre cerimonie ristrette, come tutti evidentemente ci aspettiamo. Giustamente anche i ragazzi e le loro famiglie lo desiderano: sono momenti importanti per loro, è sempre bello partecipare a questi eventi dopo un anno di duro di lavoro. Ribadisco che non c'era la volontà di creare disparità, la situazione purtroppo è stata ed è incerta per tutti e siamo legati ai cambiamenti delle normative».

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